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La BCE si muove verso una Europa "ristretta"?

L'8 novembre la Banca Centrale Europa (BCE), che si vanta di essere "indipendente", ha annunciato che non accetterà più come collaterale i titoli di stato dei paesi dell'eurozona classificati al di sotto della A-. Questo significa che per ottenere soldi in prestito, le banche non potranno più offrire quei titoli in garanzia. La mossa della ECB è diretta contro la Grecia, che attualmente dispone di un rating A, contro il Portogallo, con un rating AA-, e contro l'Italia, con un rating AA- "negative". I titoli di stato italiani rappresentano quasi un terzo di quelli trattati nell'eurozona. La decisione della ECB di non accettare più come collaterale titoli di stato dell'eurozona ritenuti inaffidabili renderebbe questi titoli non più trattabili sul mercato.
L'iniziativa della ECB va considerata nel contesto di uno scenario per arrivare ad una Unione Monetaria Europea "core", ristretta ad un nucleo costituito da Francia, Germania e pochi altri paesi minori, che escluderebbe Italia, Grecia, Portogallo ed altri. Questo della "eurozona ristretta" è uno scenario messo a punto da ambienti oligarchici che intendono "mantenere in vita l'euro dopo la sua morte". Il trucco dovrebbe servire soprattutto a tenere la Germania entro una UME "riformata e snellita" in modo tale da impedirle di liberarsi dalle pastoie di Maastricht e tornare così al marco tedesco, cioè capace di emettere sovranamente il credito per lo sviluppo. Questo progetto ha i suoi principali sostenitori in Francia, soprattutto tra gli eredi di quel Mitterrand che volle impastoiare la Germania con l'euro, come prezzo per la riunificazione tedesca, non importa se questo poi crea nella Francia situazioni di disperazione sociale come quelle alla radice degli attuali disordini.
In tale contesto, il 10 novembre la BCE è intervenuta per bloccare la proposta di riforma della Banca d'Italia preparata dal governo, che comprende un trasferimento delle azioni della banca centrale possedute dai privati allo stato. Il rappresentante della BCE Lorenzo Bini Smaghi ha annunciato che se la riforma della Banca d'Italia sarà approvata, la BCE farà ricorso alla Corte di Giustizia Europea in quanto la riforma violerebbe le regole di "indipendenza" delle banche centrali.


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