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Seehofer: quella dei tagli al bilancio è la dottrina sbagliata

In un'intervista concessa all'EIR il 22 novembre, pochi giorni prima di entrare in carica come ministro dell'Agricoltura del nuovo governo tedesco, Horst Seehofer, esponente dell'Unione cristiano-sociale bavarese CSU, ha spiegato che il nuovo governo tedesco “dovrà effettuare dei tagli al bilancio” ma che “i tagli non sono al centro” della politica del nuovo governo.
Sicuramente gli investimenti previsti dal bilancio federale per il 2006, circa 6 miliardi di euro, non sono sufficienti, ha affermato Seehofer, ma le discussioni tra SPD e CDU-CSU, per la formazione del governo, hanno posto in evidenza che "la teoria economica in auge, secondo cui occorre effettuare tagli alle pensioni per ottenere una crescita economica, è finita una volta per tutte. Noi invece diciamo: 'Occorrono riforme [cioè tagli] in certi settori, ma a questo occorre affiancare misure economiche fortemente innovative e dinamiche' ... Non si può più andare avanti contraendo debiti, ma l'unico modo di essere responsabili di fronte al problema del debito è quello di fare nuovi investimenti a lungo termine nelle infrastrutture, nelle università, negli ospedali, ecc.”.
Alla richiesta di spiegare meglio la questione degli investimenti a lungo termine, Seehofer ha detto che “tutte le infrastrutture dei trasporti in Germania hanno bisogno di essere ampliate considerevolmente - [con investimenti] nell'ordine di molti miliardi di euro” ed ha fatto un riferimento esplicito al treno a levitazione magnetica Transrapid. A proposito degli incentivi agli investimenti, Seehofer ha menzionato sgravi fiscali per gli investimenti in nuovo macchinario per aiutare in particolare la piccola e media industria.
“Non dobbiamo ripetere gli errori commessi negli anni Trenta sotto il Cancelliere Bruening”, ha affermato Seehofer. L'EIR ha chiesto un commento sulle idee di un economista di allora, Wilhelm Lautenbach, secondo cui “la generazione di credito produttivo non significa contrarre nuovo debito, ma creare ricchezza reale”. Seehofer ha risposto: “Siamo completamente d'accordo. Ad esempio, il primo ministro dello stato della Bassa Sassonia Christian Wulff ha portato i decreti ufficiali di Bruenings, i Notverordnungen, ai negoziati per la Grande Coalizione, leggendoli ad alta voce, per dimostrare quali conseguenze catastrofiche si scatenano rovinando uno stato con i tagli al bilancio. Per questo non parliamo di Kaputtsparen, [risparmio fino alla rovina], ma di una triade: risparmio, riforme, investimenti”.

La Bundesbank chiede sanzioni contro la Germania
I dirigenti di Bundesbank hanno per ben due volte attaccato il nuovo governo tedesco, accusandolo di violare in maniera inaccettabile la dottrina dei tagli scolpita sulle tavole di Maastricht. Il 17 novembre il governatore Axel Weber ha sostenuto che l'assenza di misure per consolidare il bilancio nel 2006 rappresenta, da parte della Grande Coalizione, “un messaggio sbagliato per i mercati”.
Di nuovo il 21 novembre Weber ha presentato l'ultimo rapporto mensile della banca in cui si critica l'intenzione del nuovo governo di non effettuare con la dovuta urgenza i tagli necessari per il 2006, rimandandoli al 2007.
“Se il deficit è di nuovo al di sopra del 3% del PIL si rende necessario riavviare la procedura sul deficit”, sostiene la banca centrale tedesca appellandosi alla Commissione UE di Bruxelles affinché acceleri la procedura delle sanzioni attenendosi alla lettera del Patto di Stabilità. Con questo la Germania rischia multe per 10 miliardi di euro. Secondo il rapporto di Bundesbank, le sanzioni sono urgenti perché se la Germania continuerà a ignorare le regole stabilirà un precedente negativo.
L'anatema è stato ripetuto il 23 novembre dal vice governatore Juergen Stark da Tokyo, il quale ha chiesto una procedura spedita per le sanzioni per costringere il governo a mantenere la disciplina. Nella stessa direzione si era recentemente espressa l'agenzia di rating Standard & Poors.


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