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Storico israeliano chiede la testa di Bush e dei suoi

In un articolo apparso su The Forward, settimanale israeliano edito a New York, lo storico israeliano Martin van Creveld ha detto che Bush e i suoi uomini dovrebbero essere messi sotto processo per “aver ingannato gli Americani e aver lanciato la più folle guerra da quando l'imperatore Augusto mandò le sue legioni in Germania, nel 9 a.C., e le perse”.

The Forward nota che van Creveld “è l'unico autore non americano incluso nella lista delle letture d'obbligo per gli ufficiali USA”.

Così, anche se appoggia le tesi secondo cui un Iraq indebolito rafforzerebbe l'Iran e Al Zarkawi, l'analista israeliano parla di “vietnamizzazione”, dicendo che “piaccia o no a Bush, Cheney, Rumsfeld e Condi Rice, quello che occorre è una classica ritirata”.

Naturalmente l'articolo sostiene la necessità che una forza di dispiegamento rapido USA rimanga nella zona, ma è sintomatico del fatto che in Israele, come da noi già sottolineato, il clima politico è cambiato, soprattutto a seguito degli scandali legati alle menzogne usate per giustificare la guerra.

Le esternazioni di van Creveld ricalcano inoltre le recenti prese di posizione da parte dell'on. Murtha al parlamento americano. Mentre va comunque sottolineato che l'economista e politico Lyndon Larouche ha chiesto l'impeachment di Cheney sin dal 2002, la rivista Newsweek ha scritto che il Vice Presidente riscuote solo il 19% dei consensi degli Americani e spiega questo dato con la lunga serie di bugie ai danni delle popolazione USA di cui il vice presidente non sembra essere affatto pentito.



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