Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà

 

 

Manifestazione del movimento giovanile di LaRouche (LYM) all’entrata di un banchetto per la raccolta fondi di Tom DeLay, il 5 dicembre a Houston nel Texas, al quale è intervenuto come ospite d'onore il vicepresidente Cheney. Lo stesso giorno è giunta la notizia che l'ex capogruppo repubblicano sarà processato e dovrà rispondere di illeciti finanziari.

“Sì, Dick, sei un bugiardo”

Con questo titolo l'edizione del 9 dicembre dell'EIR presenta ai lettori un dossier sulle menzogne del vice presidente: da quella sui legami tra Al Qaeda e il regime di Saddam ai laboratori biologici mobili, ai presunti siti delle armi di sterminio mai rinvenuti. Il dossier dell'EIR documenta il sistema con cui le menzogne sono state fabbricate e recapitate direttamente alla Casa Bianca attraverso una “corsia preferenziale”, dalle unità d'intelligence informali (Policy Counter-Terrorism Evaluations Group PCTEG, e Office of Special Plans OSP) che scavalcano i regolari servizi d'intelligence. Le documentazioni relative a questa truffa sono state richieste dalla competente commissione del Senato (SSCI) alla Casa Bianca, la quale ha però opposto un rifiuto. La Commissione SSCI intanto procede con l'inchiesta sui “fallimenti dell'intelligence” che hanno condotto alla guerra, prendendo in esame il ruolo dei politici, ed ha cominciato da Dick Cheney.

Cheney accusato di crimini di guerra

Il colonnello Lawrence Wilkerson, che ha lavorato per 16 anni con Colin Powell, ha già in passato accusato Dick Cheney e Donald Rumsfeld di costituire “una cabala” che prende decisioni politiche al di fuori delle strutture legittime. Il 29 novembre Wilkerson è stato intervistato al programma “Today” di Radio 4 della BBC. Si tratta dello stesso programma che ospitò l'ambasciatore Joe Wilson quando criticò la politica dei “cambi di regime” seguita da elementi di Washington. L'ultima intervista di Wilkerson è stata ripresa dalla Press Trust in India e da altri mezzi d'informazione inglesi.
Al colonnello hanno chiesto: “Dick Cheney sarebbe dunque colpevole di un crimine di guerra?”, giacché avrebbe autorizzato la tortura e il maltrattamento dei prigionieri, e Wilkerson ha risposto: “Si tratta di una domanda interessante - certamente aver promosso il terrore è un crimine per la legge nazionale e debbo sospettare che lo è anche - per quel che conta - per la legge internazionale”. La pianificazione delle fasi successive all'invasione dell'Iraq è stata un “processo decisionale alternativo … composto dal vice presidente e dal segretario alla Difesa e certe altre persone nel dipartimento della Difesa responsabili della 'pianificazione post invasione', che è forse la più inetta e incompetente delle pianificazioni che siano mai state fatte”. Gli è stato chiesto se attribuisce la colpa direttamente a Dick Cheney e il colonnello ha risposto: “Nei due processi decisionali in cui sono stato più addentro - la questione degli abusi dei detenuti e quella della pianificazione della fase successiva all'invasione in Iraq - io attribuisco a lui direttamente le colpe. Io considero il rapporto tra Mr. Cheney e Mr. Rumsfeld come l'origine di questi due fallimenti in particolare, e poiché vedo che il presidente non esige da loro un rendiconto, o almeno non lo ha fatto fin ora, debbo attribuire delle responsabilità anche a lui”.
L'intervistatore ha chiesto “chi esigeva che si abolissero le normali procedure” nel trattamento dei prigionieri, e Wilkerson ha risposto: “Chi attualmente sta pubblicamente facendo attività di lobby al Congresso, promuovendo l'uso del terrore? Il vice presidente degli Stati Uniti”. A proposito di quando sia stato deliberato l'abuso dei prigionieri Wilkerson ha commentato: “Ci sono due interpretazioni diverse dei regolamenti. Da una parte Colin Powell, Will Taft e altri che sono favorevoli alla convenzione di Ginevra. Dall'altra ci sono John Yoo, del dipartimento della Giustizia, e Alberto Gonzales … con la protezione del vice presidente. Il segretario alla Difesa si è sentito libero di fare ciò che questi volevano, anche se dal canto suo il presidente aveva preso una decisione che era chiaramente un compromesso”.
Sul “fallimento dell'intelligence”, prima della guerra, Wilkerson ha detto di aver creduto che l'amministrazione fosse stata “semplicemente ingannata”, ma che adesso sta cambiando idea. “Da una parte c'è l'interrogatorio di Al-Libi, le cui confessioni sono state ottenute con tecniche diverse da quelle autorizzate dalla convenzione di Ginevra. Questo condusse Colin Powell a dire all'ONU, il 5 febbraio 2003, che c'era la prova dei contatti tra al-Qaeda e Baghdad. Ma adesso sappiamo che le confessioni estorte ad Al-Libi sono state ritrattate e sappiamo, con la dovuta sicurezza, che erano infondate.
“Ancora più importante è che oggi sappiamo che nella Defence Intelligence Agency quella testimonianza aveva suscitato dissensi, ancor prima che Colin Powell facesse la sua presentazione. Ma a noi questo non fu dato sapere. A ciò si aggiunga la storia di Curveball e il fatto che i tedeschi adesso asseriscono di aver riferito alla nostra CIA, molto prima che Colin Powell tenesse la sua presezione, che Curveball - la fonte delle informazioni sui laboratori biologici mobili - mentiva e non era una fonte degna di fede. Allora si comincia a riflettere. Ci si chiede se fosse una distorsione dell'intelligence, una politicizzazione, una selezione troppo mirata delle notizie, se di fatto la popolazione americana sia stata gabbata. Comincio ad essere preoccupato”.

Lynne Cheney si scalda un po' troppo

Quanto si senta braccato il vice presidente è riflesso dal fatto che sua moglie, Lynne Cheney, è andata dai mezzi d'informazione per cercare di difendere il marito, cercando di coprire le sue menzogne con altre menzogne.
In un'intervista alla National Public Radio il 30 novembre, la giornalista Dianne Rehm le ha chiesto se il marito stesse proteggendo la tortura. “Ciò non merita una risposta”, ha reagito. La Rehm ha incalzato: “Lei concorda senza problemi con ciò che il Vice Presidente ha sostenuto a proposito della tortura?” Lynne Cheney: “Si tratta di una domanda offensiva, oltre l'ammissibile”.
Poi la Lynne ha detto che lei e suo marito hanno vedute identiche ed ha fatto il paragone con il cane che adotta tratti caratteriali del padrone. La Rehm le ha posto una domanda sulle false storie secondo cui Saddam Hussein era dietro l'11 settembre, a cui i giornali avevano dedicato i titoli, e Lynne ha affermato: “Dick non ha mai detto che c'era un collegamento, perché non c'è”. In realtà Cheney ha detto proprio questo, in diverse occasioni pubbliche, registrate e documentabili, menzionando la storia (poi risultata falsa) di incontri a Praga tra Mohammed Atta e un emissario iracheno.
La Rehm ha citato l'affermazione di Wilkerson secondo cui la responsabilità della politica verso l'Iraq era del vice presidente. Lynne ha reagito trasecolando: “Non avevo mai sentito parlare di Larry Wilkerson prima che venisse fuori con queste dichiarazioni … è infondato e non merita una risposta”.
Commentando l'appello dell'on. Murtha per una ritirata dall'Iraq, Lynne ha detto: “Dick ed io conosciamo bene Jack Murtha e lui si sbaglia”. E quando le è stato ricordato che una parlamentare è arrivata a dare a Murtha del “codardo”, lei ha risposto: “Non ne so niente di tale commento”.
Durante la trasmissione, aperta alle telefonate dal pubblico, ha chiamato un ascoltatore che ha fatto notare che Dick Cheney ottenne ben cinque rinvii dal servizio militare, nella fase calda della guerra del Vietnam, mentre lui si dovette sobbarcare un doppio turno in quella sporca guerra. Ha quindi chiesto alla signora Cheney quanti parenti conta attualmente in servizio in Iraq. Lei non ha risposto, ma ha elogiato l'interlocutore per il servizio reso alla patria.
In serata poi la signora Cheney, che stava presentando la sua ultima fatica letteraria al National Archive di Washington, si è lasciata andare ad una tirata in difesa della guerra in Iraq. Allen Weinstein, moderatore dell'avvenimento, si è sentito in dovere di precisare che non era stato lui a sollevare il tema dell'Iraq. Né è stato qualcun altro.



[inizio pagina]

MoviSol.org

Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà

Newsletter

Il CD di Solidarietà

© Copyright

MoviSol.org

Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà