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Condoleeza Rice sulla tortura e contro il diritto di Westfalia

Durante il suo viaggio in Europa dal 5 al 9 dicembre scorso, il Segretario di Stato USA Condoleeza Rice ha cercato di smorzare l'indignazione pubblica tra gli Europei, per le ultime rivelazioni sui campi di tortura della CIA e i trasferimenti in aereo di detenuti della stessa CIA in Europa. La Rice ha negato le accuse di pratiche di torture ed ha promesso che l'amministrazione Bush si atterrà alle Convenzioni di Ginevra.
I media americani, tuttavia, hanno dato altre munizioni ai critici delle torture, lo stesso giorno in cui la Rice ha lasciato l'Europa: ABC-TV ha riportato, riferendosi ad anonime fonti della CIA, che i campi di tortura in Polonia esistevano, ma che furono chiusi e svuotati nelle settimane precedenti il viaggio della Rice in Europa. Undici “terroristi prigionieri” sarebbero stati portati in aereo in un altro campo, molto probabilmente in Marocco.
Un simile reportage è arrivato dal Wayne Madsen Report in America, insieme ad una dettagliata lista degli aerei a contratto usati dalla CIA per trasferire i prigionieri. Inoltre, l'organizzazione Human Right Watch, con base in America, riferendo ancora indiscrezioni provenienti dalla CIA, ha pubblicato nuove prove sul fatto che la Polonia è stata in effetti un'importante base per i campi di tortura in Europa.
Il quotidiano polacco Gazeta Wyborcza ha indicato un villaggio nella remota regione polacca della Masuria, Stare Kiejkutin, come il sito di uno di tali campi.
Marek Nowicki, dell'ufficio relazioni esterne dell'ONU, ha indicato la base americana di Camp Bondsteal in Kosovo, come probabile campo per “interrogazioni speciali”.
Ciò che ha visto a Camp Bondsteal prima dell'11 settembre gli ha ricordato le immagini di Guantanamo, ha detto Novicki a Vienna il 9 dicembre. Dal 2001, nessuna ispezione dell'ONU o altra ispezione indipendente è stata ammessa nel campo.
Molti, se non la maggior parte di questi dettagli erano già noti agli europei, in particolare ai tedeschi, quando la Rice è arrivata a Berlino, il 5 dicembre. Quando il Cancelliere tedesco Angela Merkel ha fatto pressione sul caso del cittadino tedesco di origine libanese Khaled El-Masri, che la CIA ha prelevato alla fine del 2003, e poi ha imprigionato e torturato in Afghanistan per cinque mesi, la Rice ha ammesso che l'operazione fu “un errore”. Cosa che la Merkel ha poi riferito alla conferenza stampa congiunta con la Rice dopo quell'incontro.
Qualche ora più tardi, funzionari del Dipartimento di Stato USA hanno negato che la Rice avesse ammesso uno “sbaglio” ed hanno detto di non capire “cosa passasse nella testa della Merkel”. Ma un portavoce del Cancelliere tedesco ha detto che la Merkel si atteneva a ciò che personalmente le aveva detto la Rice.
In un altro fin troppo chiaro tentativo di svicolare sulla questione tortura, anonime fonti nei media hanno accusato il governo tedesco di “collusione con le agenzie USA” nel rapimento di El-Masri. Il ministro degli Esteri tedesco Steinmeier ha denunciato le accuse come disgustose bugie.
Solo pochi giorni dopo la Rice gettava di nuovo la maschera, rifiutando le basi stesse del diritto internazionale. In un articolo apparso sul Washington Post dell'11 dicembre, la Rice loda Harry Truman e specialmente Dean Acheson, il cui ritratto pende dal muro del proprio ufficio (senza citare il fatto che il filo-britannico Acheson diede inizio alla guerra di Corea, che non è mai ufficialmente finita), come suoi modelli per l'attuale periodo di cambiamento globale. Ella scrive che “dalla Pace di Westfalia…, il moderno sistema degli stati si è sempre basato sul concetto di sovranità. Si presumeva che gli stati fossero i principali attori internazionali e che ogni stato fosse capace di affrontare le minacce che emergevano dal proprio territorio e volesse farlo. Oggi, tuttavia – scrive ancora la Rice – abbiamo visto che questi presupposti non reggono più, e come risultato le maggiori minacce alla nostra sicurezza sono definite più dalle dinamiche all'interno di stati deboli e falliti, piuttosto che presso i confini di quelli forti e aggressivi.”
Perciò, conclude la Rice, dobbiamo intraprendere azioni militari e di altro genere contro stati sovrani: “Il carattere fondamentale dei regimi ha più importanza oggi della distribuzione internazionale della forza. Insistere con altri mezzi è imprudente e poco pratico…
Cercare di tracciare nette e chiare linee tra gli interessi della nostra sicurezza e i nostri ideali democratici non riflette la realtà del mondo d'oggi”.
Poi la crociata: “In una regione del mondo, tuttavia, i problemi che emergono dal carattere dei regimi sono più urgenti che in qualsiasi altra…, il Medio Oriente allargato…Chi crede veramente, dopo gli attacchi dell'11 settembre, che lo status quo in Medio Oriente fosse stabile, benefico e degno di essere difeso?” Ed elenca come prove: “Dove il Libano soffriva sotto il tallone dell'occupazione siriana, dove una corrotta Autorità Palestinese si preoccupava più della propria conservazione che delle aspirazioni del suo popolo [nessuna menzione del tallone d'Israele - ndr].”
Per finire, la sua difesa d'ufficio della guerra in Iraq: “E' pura fantasia presumere che il Medio Oriente fosse rose e fiori prima che l'America distruggesse la sua presunta stabilità.”

Sull'importanza del trattato di Westfalia vedi:

Per un nuovo trattato di Westfalia (con allegati stralci del trattato e una scheda storica)

L'ONU e una nuova Westfalia: il vero problema è il liberismo anglo-olandese


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