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Dopo lo storico discorso che la capogruppo democratico USA Nancy Pelosi ha pronunciato ad Harvard  , in cui ha annunciato l'intenzione dei democratici di riportare l'America agli ideali di progresso e sviluppo dell'era kennediana, da parte oligarchica è partito un goffo tentativo di "cavalcare la tigre", affidato a Felix Rohatyn, banchiere della Lazard Frères che si è costruito un'aureola "di sinistra".

LaRouche, che aveva subito sottolineato l’importanza storica del discorso di Pelosi ad Harvard, ha prontamente riposto con la seguente dichiarazione diffusa in decine migliaia di copie, soprattutto a Washington. In fondo sono riportati alcuni stralci dell'iniziativa di Rohatyn.

La favola dei due babbei


di Lyndon LaRouche
13 dicembre 2005

La favola diceva più o meno così.
Durante una di quelle stagioni tanto stupide che i francesi chiamano rivoluzioni, c'erano due repellenti accademici che erano intenti a bere qualcosa al bar, quando la strada lì fuori si animò al passare di frotte di rivoluzionari. Improvvisamente uno dei due saltò su e afferrando cappotto, sciarpa e cappello esclamò: “Quella che è appena passata è la mia rivoluzione, debbo andare a dirigerla!”
Così possiamo descrivere il modo in cui Felix Rohatyn, famoso per la truffa del “Big Mac” [1], e il suo compare Warren Rudman, si sono messi in agitazione quando anch'essi si sono accorti dell'importanza del discorso che la capogruppo dei democatici alla Camera dei Rappresentanti Nancy Pelosi ha pronunciato ad Harvard il 2 dicembre. Il prodotto della loro reazione ritardata è quella sciocca truffa che hanno battezzato “national investment corporation (NIC)” un raggiro in cui Rohatyn e Rudman si sono esibiti nell'edizione di oggi del Washington Post.
Per chiunque conosca la situazione finanziaria attuale, e lo stato in cui versano gli istituti finanziari in Europa e nelle Americhe, il raggiro più ovvio, nella proposta di Rohatyn e Rudman per raccogliere denaro per le infrastrutture emettendo bonds cinquantennali, sta nel fatto che l'attuale economia reale non possiede la capacità di acquisto per titoli del genere, considerato il ruolo subordinato che attualmente essa ricopre nel sistema monetario e finanziario mondiale.
Questo non significa che Rohatyn sia proprio stupido, ma spera soltanto che chi legge il suo articolo sia abbastanza fesso da accettare la proposta da lui scritta insieme a Rudman. Per comprendere come mai Felix Rohatyn si faccia avanti con una proposta del genere occorre capire perché lui mi odia personalmente.

Felix e il fascismo

Essenzialmente, Felix è un fascista. Anche se probabilmente potrebbe detestare la figura di Hitler, o anche di Mussolini e di Francisco Franco. Egli rappresenta quel tipo di ambienti finanziari che sostennero Mussolini ed Hitler negli anni Venti e i primi anni Trenta, coloro che portarono Mussolini ed Hitler al potere perché convinti che il fascismo fosse lo strumento adatto per distruggere quel tipo di società rappresentata dalla Dichiarazione d'Indipendenza e dalla Costituzione degli Stati Uniti. E certi interessi finanziari hanno usato simili strumenti per distruggere l'economia USA, in particolare, nell'arco di tempo intercorso dall'assassinio del presidente John F. Kennedy ad oggi.
Come conseguenza della trasformazione delle economie degli USA e dell'Europa, operata dalla generazione dei sessantottini, che da economie agro-industriali ne hanno fatto delle cosiddette 'economie dei servizi', queste nazioni sono disperatamente fallite, irrimediabilmente, date le condizioni internazionali oggi vigenti. Al posto di quell'economia USA che fu cruciale nel determinare la sconfitta di Hitler, abbiamo cumuli di ruderi economici, in cui l'impresa privata nell'agricoltura e nell'industria è stata schiacciata dallo strapotere dei giganteschi potentati finanziari che controllano le maggiori corporations - come la U.S. Steel, o come si prospetta per la General Motors, se sarà acquisita e rovinata da Kerkorian - che diventano dei vuoti gusci finanziari, mentre in passato sono state imprese produttive.
Questo significa che il mondo sempre più “globalizzato” è oggi dominato da giganteschi conglomerati finanziari che esercitano poteri maggiori di intere nazioni, o, in alcuni casi, di più nazioni insieme. Ciò che Rohatyn rappresenta, in maniera decisamente cosciente, è un sistema globalizzato di dominio imperiale da parte di un connubio globale di una serie di aggregati giganteschi di myxomiceti, o slime molds, a loro volta composti da molti interessi finanziari privati. Essi intendono eliminare i poteri che in passato erano esercitati dal “big government”, o instaurando dei governi che sono semplici lacchè, faccendieri al servizio degli enormi aggregati dei myxomiceti finanziari, o, per la maggior parte dei casi, facendo completamente a meno dei governi. Per questo motivo quelli come Rohatyn nutrono nei miei confronti un odio davvero viscerale.

Perché Rohatyn teme il discorso di Nancy Pelosi

La proposta di Rohatyn e Rudman è una truffa pura e semplice. Essi non s'illudono davvero che una proposta come quella del loro NIC possa mai funzionare. Sperano soltanto di raggirare un numero sufficiente di fessacchiotti, inducendoli a credere che possa davvero funzionare, e impedire così che il governo effettivamente faccia l'unica cosa che può fare, sull'esempio di Franklin D. Roosevelt, per impedire agli USA di crollare presto nella fase più grave della depressione.
Il principale bastione dell'economia USA contro la depressione è la disponibilità del governo, secondo quanto prevede chiaramente la Costituzione, a sottoporre ad amministrazione controllata una Federale Reserve che versa in uno stato fallimentare, a mantenere le banche in funzione affinché adempiano ai propri compiti, e a riorganizzare un sistema creditizio che sia capace di estendere gli investimenti necessari alle infrastrutture e all'industria privata in quantità sufficiente per replicare il miracolo che l'amministrazione Roosevelt compì negli anni Trenta.
Una volta che il governo avrà assunto questo ruolo, saranno i governi sovrani a comandare, e non gli squali finanziari e altri predatori come Rohatyn e i suoi complici.
Se lui riesce a convincervi che la sua proposta possa davvero funzionare non avrete più nessuna possibilità di uscire da questa crisi come individui liberi. Cedete alla truffa di Rohatyn per un po' e la dittatura mondiale per cui lui opera diventerà la realtà della vostra esistenza.

[1] A metà anni Settanta, l'amministrazione pubblica di New York, colpita da un dissesto tutto sommato sanabile, fu rioganizzata da una Municipal Assistance Corp, soprannominata Big MAC, sotto la direzione di Rohatyn, allora al vertice della Lazard Frères, che si preoccupò soprattutto di salvaguardare gli interessi dei banchieri, a scapito dei servizi della più importante città d'America. La città fu posta sotto l'amministrazione di quell'ente privato che era riuscito ad arrogarsi il diritto di imporre tagli e austerità, dando vita a spettacoli come le montagne di immondizie per le strade, i mezzi pubblici fermi per il taglio completo delle manutenzioni, poliziotti con auto buone solo per la rottamazione e con l'ordine di evitare qualsiasi procedura legale, e situazioni analoghe per sanità, istruzione, vigili del fuoco, ecc. La Grande Mela diventò così la prima metropoli post-industriale: poche enclavi per i ricchi e il degrado urbano continuo per tutti gli altri. Chi poteva, fuggiva nei sobborghi. L'intera vicenda è stata ricostruita dal giornalista dell'EIR Richard Freeman


Che cosa ha scritto Rohatyn

Qualche stralcio dal commento intitolato “E' ora di ricostruire l'America, un piano per spendere di più, e più saggiamente, nelle infrastrutture ormai fatiscenti” di Felix G. Rohatyn e Warren Rudmann, apparso il 13 dicembre sul Washington Post.

“Due avvenimenti recenti ben diversi tra loro, verificatisi nei due estremi degli Stati Uniti, ci illustrano in maniera esemplare tutta la nostra riluttanza a sostenere investimenti pubblici necessari o a considerare le conseguenze del non farli.
“Sulla Costa del Golfo, l' insufficienza degli investimenti per gli argini a protezione di New Orleans e l'impreparazione a far fronte al disastro che ne è derivato sono un fallimento evidente al mondo intero.
“Sulla Costa del Pacifico, nello stato di Washington, era maturata una crisi meno evidente, quella delle infrastrutture regionali che la crescita aveva reso insufficienti. Ma il nuovo governatore, Christine Gregoire, ha avuto il coraggio di imporre una tassa graduale sui carburanti per ripristinare strade e ponti logori e congestionati ...
“Gli americani forse non vorranno il 'big government', ma vorranno quel tanto di governo che occorre per essere tranquilli e sicuri. Oggi le amministrazioni, statali e locali, spendono nelle infrastrutture almeno tre volte di più del governo federale. Negli anni Sessanta spendevano in pari misura. Anche così, gli aumenti della spesa statale non è sufficiente ad evitare il degrado di molti beni pubblici. Un tipo nuovo di intervento del governo avrebbe molto peso ed esige un obiettivo nuovo. Ricostruire l'America è un compito storico e noi abbiamo i mezzi per farlo.
“Il deficit negli investimenti è aggravato dal fatto che gran parte del denaro diretto alle infrastrutture passa attraverso formule che non impongono che tutti i progetti siano valutati secondo criteri razionali e rigorosi. La soluzione alle due questioni potrebbe cominciare con una national investment corporation (INC) che sarebbe la finestra attraverso cui amministrazioni statali, o loro gruppi, ed amministrazioni locali richiederebbero finanziamenti o stanziamenti per tutti i progetti infrastrutturali che esigono una partecipazione federale. Potrebbe, col passare del tempo, sostituire i fondi fiduciari esistenti che si occupano di questo, ed occuparsi inoltre di nuove missioni per i programmi infrastrutturali americani, compreso il rinnovo degli edifici scolastici pubblici.
“Il NIC potrebbe usare la sua forza finanziaria per migliorare gli indirizzi e le scelte. I fondi per nuove autostrade, aeroporti o progetti idraulici non sarebbero resi disponibili se non è certa l'adozione di tecnologia moderna, di un appropriato ricorso ai pedaggi e di altre soluzioni non strutturali. Stanziamenti di capitale a specifici distretti scolastici sarebbero condizionati dall'adozione di una gestione e un impiego delle risorse umane intese a migliorare il rendimento scolastico.
“Il NIC dovrebbe avere la facoltà di emettere bonds con scadenza cinquantennale per il finanziamento dei progetti infrastrutturali. Questi titoli sarebbero garantiti dal governo federale. Titoli con una scadenza così lunga coniugherebbero il finanziamento degli investimenti infrastrutturali con i benefici che essi creano; il ripagamento di tali bonds consentirebbe al NIC di autofinanziarsi. In Europa la Banca d'Investimento Europea finanzia le infrastrutture in maniera analoga; ha creato infrastrutture superbe ed efficienti, con reti ferroviarie ad alta velocità, che rappresentano una capitale enorme.
“Il bilancio generale è in crisi a motivo di tagli fiscali indiscriminati, benefici diffusi, e obblighi continui derivanti dagli uragani e dalla difesa del territorio. Ma il bilancio non riconosce dei beni duraturi, riconosce soltanto spese e obblighi finanziari. Secondo le regole attualmente vigenti l'acquisto della Luisiana sarebbe considerato soltanto dal punto di vista del debito contratto con Napoleone, senza contare invece il valore enorme creato di conseguenza. Un'entità delle dimensioni del governo USA deve avere un bilancio per le spese correnti. Ma l'impiego di titoli specifici a lungo termine, attraverso un NIC, creerebbe di fatto un bilancio di valori in conto capitale, informandoci così meglio sullo stock di capitale pubblico esistente...”


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