Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà

 

  

Il seguente volantino è stato distribuito dai giovani del LYM (il movimento giovanile che fa capo a LaRouche) all'intervista pubblica di Paolo Mieli a Fassino tenutasi a Bologna, al Palazzo dei Congressi, il 18 gennaio:

Per una svolta nel sistema politico ed economico mondiale

IL CONTESTO

Nei prossimi mesi, chiunque vincerà le elezioni politiche in Italia si troverà a dover affrontare la crisi economica e finanziaria più grave della storia moderna. Questa crisi è la conseguenza di trentacinque anni di declino culturale ed economico, in cui i nostri sistemi un tempo produttivi si sono trasformati in «società post-industriali».
Iniziato con la riduzione del credito in favore dell'economia fisica e dei sistemi educativi e sanitari nazionali, e con l'apertura alla speculazione finanziaria voluta dall'oligarchia di stampo imperiale, tale declino ha proseguito nella generale indifferenza di molti, che oggi, tardivamente, si svegliano e protestano contro le precarie condizioni di vita raggiunte. L'economia reale ha dei tempi propri: prima che un ciclo di investimento esaurisca i suoi effetti devono passare dei decenni. Se in apparenza la crisi scoppia soltanto oggi, significa che abbiamo campato sfruttando lo slancio del “miracoloso” dopoguerra.

Negli anni 1933-1945, grazie al presidente F. D. Roosevelt, gli Stati Uniti poterono organizzare la vittoria contro il nazifascismo, ma ora i metodi di Hitler ispirano gli uomini dell'Amministrazione Bush. La guerra preventiva, il tentativo di codificare le torture, l'appoggio politico all'impietoso Schwarzenegger (confesso ammiratore di Hitler), il tentativo di far valere la volontà del presidente al di sopra della legge (Führerprinzip) sono alcuni esempi della vera minaccia alla sicurezza nazionale americana, e quindi alla sicurezza del mondo.



LA SFIDA

Chiunque vinca alle prossime elezioni politiche dovrà scegliere, nella sostanza, se continuare la folle corsa verso un crac finanziario globale e altre guerre neo-imperiali, oppure muoversi immediatamente per stabilire un nuovo ordine economico mondiale, basato su un ambizioso programma di investimenti nell'economia reale e nella cooperazione per lo sviluppo di tutte le nazioni del mondo, poiché soltanto un comunità di principio tra nazioni sovrane è garanzia di pace.
La prospettiva sopra delineata sembrerebbe priva di speranze. La leadership democratica al Congresso degli USA, invece, ha accolto la sfida di Lyndon LaRouche, facendo rivivere lo spirito di Roosevelt nel proprio partito, e creando le condizioni in cui Bush possa diventare un'«anatra zoppa», incapace di far approvare le proposte dei suoi controllori oligarchici, ad esempio la privatizzazione del sistema previdenziale (Social Security).
Il grande cambiamento in America parve a molte persone impossibile, tre anni fa, quando LaRouche concentrò i suoi attacchi proprio su Cheney, chiedendo del capo-cordata dei neo-conservatori quelle dimissioni che ora si avvicinano quasi inesorabilmente. È nel gruppo di Cheney che si devono ricercare le responsabilità dei disastri strategici ed economici della Casa Bianca. Ora, anche tra i Repubblicani si alzano le voci di chi non è più disposto ad eseguire i suoi ordini.
Così, se i Paesi europei pensano veramente di abbandonare la politica del liberismo e della guerra, occorre stringere un'alleanza con queste forze nel partito democratico americano, che ora cominciano anche ad ammettere che la grande «crescita» economica degli anni '90 si basò su una bolla finanziaria. Come chiesto dal capogruppo democratico alla Camera, Nancy Pelosi, è ora di tornare ad una politica economica basata sull'innovazione scientifica e tecnologica, simile al Progetto Apollo lanciato da J.F. Kennedy negli anni '60.
Per l'Italia questo significa ammettere - finalmente - che il Patto di Stabilità è semplicemente un modo di garantire che il controllo dell'economia rimanga nelle mani di un'oligarchia finanziaria, precisamente come fa il Fondo Monetario Internazionale con i paesi del terzo mondo. E significa abbandonare la folle concezione anti-progressista che porta a rifiutare l'ammodernamento del paese attraverso le grandi infrastrutture e la tecnologia più avanzata.
Occorre una nuova Bretton Woods, ovvero una conferenza intergovernativa che attui delle misure di creazione di credito a lungo termine e a basso tasso d'interesse, da orientare alla produzione reale e allo sviluppo di grandi infrastrutture su scala intercontinentale. Questa è la strada per rimpiazzare il fallito sistema finanziario del FMI e della Banca Mondiale.


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