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G8 sull'energia: leadership russa per il nucleare


All'incontro dei ministri dell'Energia del G8 avvenuto il 16 marzo a Mosca con la partecipazione dei ministri di India, Cina, Brasile, Messico e Sud Africa, e dei rappresentanti della Banca Mondiale e dell'OPEC, è stata data molta importanza “al ruolo dell'industria nucleare nel futuro del bilancio energetico mondiale”, nelle parole del ministro dell'Energia russo Viktor Kristenko.

L'aspetto più significativo dell'avvenimento è la proposta russa affinché sotto il controllo dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (AIEA) si creino centri internazionali per offrire a tutti i paesi libero accesso al ciclo completo dei combustibile nucleare per produrre energia. La proposta è stata prontamente sostenuta dall'autorità atomica cinese CAEA che ha sottolineato il ruolo congiunto che Cina e Russia possono svolgere nel promuovere l'uso pacifico del nucleare.

Nel discorso rivolto ai ministri dell'Energia il presidente russo Vladimir Putin ha ribadito l'impegno del suo paese a “fare la propria parte nell'introduzione di nuove tecnologie per l'energia”, oltre ai progetti dei nuovi gasodotti che presto saranno messi in cantiere. Lo sviluppo di nuove tecnologie per l'energia, ha affermato Putin, esige un ruolo particolare dello stato che “è obbligato a reagire a circostanze di emergenza che si determinano nel mercato dell'energia e, secondo noi, deve anche partecipare attivamente alla creazione di nuove fondamenta tecnologiche per le future risorse energetiche, come ad esempio l'energia termonucleare”, cioè la fusione. Rilanciando la proposta dei centri internazionali per l'arricchimento, Putin ne ha sottolineato l'importanza “per fornire accesso equanime e non discriminatorio alla tecnologia nucleare”. Una grossa sfida al G8, ha aggiunto il presidente russo, “sta nel garantire ai paesi in via di sviluppo un accesso garantito e abbordabile ai servizi per l'energia”. Putin ha infine rilevato l'importanza dei “contratti a lungo termine tra produttori e consumatori”.

A conclusione di una visita a Pechino il 17 marzo Sergei Kiriyenko, direttore dell'ente nucleare russo ROSATOM, ha annunciato un aumento della cooperazione bilaterale per il nucleare civile. Kiriyenko ha poi accompagnato il presidente Putin per l'importante visita del 21 e 22 marzo.

Nella visita compiuta in India tra il 17 e 18 marzo, il primo ministro russo Mikhail Fradkov è stato ricevuto dal premier indiano Manmohan Singh il quale ha poi riferito l'intenzione dei due paesi di aumentare la cooperazione nel nucleare civile. La cooperazione riguarda in particolare il reattore in costruzione a Kudankulam, nella provincia meridionale del Tamil Nadu, realizzato con l'assistenza russa. Sing ha affermato che si tratta di un progetto pilota per una cooperazione molto più ampia tra i due paesi.

Il 20 marzo l'agenzia Novosti ha riferito alcune affermazioni di E.P. Velikhov, direttore dell'Istituto Kurchatov per il nucleare e una delle principali personalità scientifiche russe. Velikhov ha ripreso le recenti affermazioni di Putin secondo cui “l'egoismo energetico non porta da nessuna parte”. Se il “miliardo d'oro”, gli abitanti dei paesi del G8, si chiudono nell'isolamento ignorando il fatto che “due miliardi di persone al mondo non hanno nessuna disponibilità di elettricità”, questo potrà essere fatto solo con i mezzi militari “generando conflitti internazionali a diversi livelli e una recrudescenza del terrorismo”.
Tra i paesi del G8 ha fatto notare Velikhov, solo il Canada e la Russia dispongono di grandi risorse naturali. Per questo la Russia può influenzare la situazione energetica mondiale. Oltre ad espandere la produzione di petrolio e di gas “occorre dare una nuova opportunità di vita all'energia nucleare”. Velikhov ha notato come il progetto internazionale ITER per la fusione nucleare, che fu una sua iniziativa nel 1985, è pronto per essere sottoscritto a San Pietroburgo a giugno. Si tratta di un progetto per “il sole sulla terra” ed è parte di una “architettura globale per l'energia che il presidente Putin intende lasciare ai nostri figli”.


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