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Le elezioni in Israele lo confermano:
“è l'economia, stupido!”

Il 28 marzo in Israele si sono tenute le elezioni legislative; il partito fondato da Ariel Sharon, Kadima, è risultato quello di maggioranza relativa, ma, lungi dall'aver conseguito la schiacciante vittoria auspicata da tanti, ha ottenuto 29 seggi.

Il partito laburista di Amir Peretz, che si è fatto portavoce degli strati più svantaggiati della popolazione israeliana ( 1,5 milioni di poveri su 7,5 milioni di abitanti) e di quegli elettori stanchi della guerra di Sharon, ha conquistato 22 seggi, nonostante l'ex presidente Shimon Peres sia passato a Kadima.

Il Likud ha invece subito un vero e proprio crollo, ottenendo solo 11 seggi; Benjamin Netanyahu, il presidente del partito e longa manus del grande elettore di Bush, George Shultz, è stato infatti il ministro delle finanze che ha applicato le feroci ricette liberiste all'economia israeliana, ottenendo un impoverimento generale della popolazione.

Attraverso una politica di sgravi fiscali, secondo le più ortodosse dottrine monetariste, soprattutto rivolte alle classi più abbienti, “Bibi” ha tagliato la spesa sociale, intaccando i livelli di vita della maggioranza della popolazione.

Nonostante l'operazione “centrista” di Sharon e dei suoi seguaci, da una parte, e degli spauracchi guerrafondai agitati dai Likudnik dall'altra, la popolazione israeliana si è dimostrata sensibile agli argomenti di giustizia sociale portati avanti da Peretz, il quale si è fatto anche portavoce di coloro che vogliono una pace giusta con i Palestinesi.

Altra conferma del peso dei temi economici sull'orientamento del voto israeliano è stata l'affermazione del Partito dei Pensionati, guidato dall'ottantenne Rafi Eitan, ex agente del Mossad, implicato in vari scandali come quello della spia israeliana in USA, Jonathan Pollard.

Aldilà delle sue posizioni politiche e strategiche, Eitan ha fatto campagna elettorale dicendo di voler invertire le riforme economiche di Netanyahu, che hanno colpito i più deboli e i pensionati particolarmente, raccogliendo così voti anche dai giovani. Ben Yizri, ex sindacalista e membro del Partito dei Pensionati, ha detto al giornale Haaretz che le pensioni, sotto Netanyahu, sono scese mediamente del 35% negli ultimi dieci anni, mettendo a rischio la sopravvivenza degli anziani.

Ora le possibilità per la formazione di un governo sono diverse, ma una coalizione di “centro-sinistra” sembra la più probabile e forse può essere un freno alle mire guerresche più o meno celate di personaggi come Olmert.

Le alternative vedrebbero Kadima allearsi con i partiti della destra religiosa ultra-ortodossa, in una serie di possibili schemi di governo di cui nessuno garantirebbe una vita lunga all'eventuale esecutivo.


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