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Riscontri della previsione di LaRouche

8 maggio 2006 – L'analisi di LaRouche dello scorso 20 aprile, secondo cui se i governi del G-7 non decideranno di dare una energica sterzata alla politica economica l'attuale dinamica iperinflativa dei prezzi delle materie prime provocherà lo sfascio generale del sistema finanziario mondiale già nel prossimo autunno, ha suscitato reazioni interessanti in Germania.

Il 5 maggio il Frankfurter Allgemeine Zeitung ha pubblicato una pubblicità del libro di Ronald Leuschel e Claus Vogt intitolato Il dossier Greenspan che porta ben in vista questa citazione di LaRouche: “Il sistema finanziario è al capolinea. Questa nazione e il mondo stanno andando incontro, nelle prossime settimane e mesi, alla più grave crisi della storia moderna; una crisi più grave della seconda guerra mondiale”.
Il sessantanovenne Leuschel è stato per decenni il primo economista della Banque Bruxelles Lambert e dalla metà degli anni Novanta ha preso più volte posizione contro la politica finanziaria “post-moderna” di cui si è fatto promotore Alan Greenspan. Per descrivere l'instabilità finanziaria dell'ultimo periodo Leuschel ha coniato il termine “salami crac” (crac a fette di salame) con cui intende la successione a fette dello sfascio finanziario. Attualmente Leuschel è consulente privato, scrive libri ed è un attento osservatore delle analisi di LaRouche.

Il quotidiano tedesco su internet Saar-Echo ha pubblicato il 1 maggio, come articolo principale, l'analisi intitolata “Crollo finanziario globale a settembre?” che esordisce così: “Crollo finanziario globale a settembre? Il politico dell'opposizione americana Lyndon LaRouche spiega che la situazione del sistema finanziario mondiale richiede un intervento da parte dei governi”.
L'analisi attingeva dall'articolo principale del settimanale dell'associazione di LaRouche in Germania, Neue Solidaritaet, che riassumeva la trasmissione su internet tenuta da LaRouche il 27 aprile ponendo in evidenza il parallelo tra l'attuale iperinflazione dei prezzi delle materie prime e l'iperinflazione dei prezzi nella Germania del 1923. La crisi mondiale non può essere affrontata con “soluzioni regionali”, limitate all'Europa o all'Asia, devono prendere l'iniziativa gli Stati Uniti che dispongono dei meccanismi costituzionali e dei precedenti storici, in particolare F. D. Roosevelt, per la generazione del credito necessario a varare i programmi di sviluppo necessari a rimettere in moto l'economia reale.

“Riforme dell'architettura” del sistema finanziario
Stephen Roach, economista capo di Morgan Stanley, ha scritto nella newsletter del 24 aprile della sua banca che teme “un assestamento rovinoso dell'economia globale”. Si tratta di un commento che, a suo modo, segue a ruota il monito lanciato da Lyndon LaRouche il 20 aprile.
“Il mondo sta evitando una grave crisi finanziaria da oltre sette anni" ha scritto Roach "ciò è più dovuto alla fortuna che al calcolo ... Questa fortuna sta forse finendo ... Di fronte alle probabilità già alte e crescenti di un assestamento rovinoso, il mondo non può tanto permettersi di scommettere su un approccio a tozzi e bocconi verso una riforma dell'architettura ... I quattro pilastri istituzionali del sistema finanziario globale e dell'architettura finanziaria - FMI, Banca Mondiale, WTO e OCSE - hanno perso la tenuta ... Mi preoccupa che la globalizzazione si stia verificando ad una velocità tanto fulminea, tale per cui l'antiquata architettura politica mondiale non sarà in grado di trattare con la nuova ondata inevitabile di problemi globali. La crisi finanziaria del 1997-1998, con un contagio monetario che si è diffuso nel mondo in maniera incontrastata, è stato solo un esempio di come il mondo sia impreparato. Purtroppo, come mostra la compressione straordinaria degli spreads sul debito nei mercati emergenti, questi lezioni sono completamente state dimenticate ... Con il prezzo del petrolio che aumenta, il ribaltamento del ciclo della liquidità e l'acuirsi degli squilibri globali, aumentano i rischi di un assestamento rovinoso dell'economia globale. Purtroppo non c'è nessuno al timone che possa evitare un possibile esito disastroso - o che possa dare indicazioni su come raccogliere i cocci”.
Un altro monito simile è stato lanciato da Andrew Glyn, della Oxford University, sul Financial Times del 27 aprile. Nel commento si notava come il 50% di tutti i profitti registrati dalle corporation americane provengano da attività puramente finanziarie, rispetto al 10-15 per cento degli anni Cinquanta e Sessanta. Mentre il settore finanziario assume il controllo sull'economia USA - come avviene anche in Inghilterra ed altrove - lo stesso settore finanziario si sta trasformando in una “probabile fonte di instabilità disastrosa”. Dopo aver fatto riferimento al tracollo di LTCM del 1998, Glyn conclude che “la possibilità di una serie di insolvenze interconnesse tra le istituzioni finanziarie” è decisamente in aumento.


Moniti danesi sui derivati
Il quotidiano danese Politiken ha pubblicato l'11 marzo un articolo intitolato “Dannevirke è caduta”, con un gioco di parole sul crollo di un bond danese basato sui derivati finanziari ed il nome di una fortificazione nella guerra del 1864. Nell'articolo, che s'inserisce in una serie di altre denunce dei prodotti finanziari derivati sulla stampa danese, si afferma: “si è verificata un'esplosione del commercio globale di strumenti finanziari sofisticati - i cosiddetti derivati - ma i politici non ne parlano, benchè la speculazione in derivati possa, nel peggiore dei casi, innescare un nuovo tracollo finanziario … Gli istituti finanziari accumulano investimenti [in derivati] più che mai. In alcuni casi l'esposizione in questo gioco d'azzardo è tale da mettere a rischio la loro stessa esistenza, la stabilità dei mercati finanziari globali e le economie nazionali … Le transazioni riguardanti i futures finanziari non sono mai state così grandi, in rapporto a quella che in passato si chiamava economia reale. Forse sarebbe più importante discutere una regolamentazione per i derivati che mettersi a fare una campagna elettorale che ha come argomento centrale i posti di lavoro al mattatoio?”.
Ma non tutti i politici ignorano il problema: Tom Gillesberg, candidato del movimento di LaRouche al consiglio comunale di Copehagen, ha come slogan “quando le bolle scoppiano: una Nuova Bretton Woods”. Il manifesto è stato “premiato” come il peggiore delle elezioni perché, secondo l'augusta giuria, le parole che contiene – soprattutto "derivati" – non sarebbero comprese dagli elettori.
Un pochino meglio possono capire adesso gli austriaci, dopo il tracollo della Bawag Bank, che ha già perso un miliardo di dollari a seguito di speculazioni in prodotti derivati attraverso un hedge fund delle Cayman.

Bernanke non sa che pesci pigliare
La prima settimana di maggio si è conclusa con nuovi record raggiunti dai metalli preziosi, soprattutto l'oro, e dai metalli industriali, soprattutto il rame. La dinamica iperinflazionistica sui mercati delle merci ha continuato provocando la caduta del dollaro e creando la sensazione diffusa che la Federal Reserve e il suo nuovo presidente Ben S. Bernanke abbia perso il controllo della situazione.
Un esperto finanziario di Londra ha riferito all'a rivista EIR: “Ben Bernanke perde rapidamente credibilità con i suoi continui ripensamenti sulla politica dei tassi d'interesse. Questo potrebbe presto spingere il prezzo dell'oro a 850 dollari”.


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