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Infrastrutture: come Rohatyn abbindola i democratici

Il 20 luglio 2006 LaRouche ha incontrato a Washington un numeroso pubblico composto da rappresentanze diplomatiche, politici, sindacalisti e una folta delegazione del movimento giovanile di LaRouche. L’incontro, trasmesso in diretta su internet, è stato seguito da 150 ospiti presso l'Universidad San Simon in Cochabamba in Bolivia e l'Università di agricoltura peruviana. Il testo completo in inglese è disponibile sul sito www.larouchepub.com.

Di seguito una parte del dibattito che tocca dei temi economici fondamentali: 1) la concezione effettivamente produttiva delle infrastrutture contrapposta al gioco di fumo e specchi con il quale Rohatyn sta abbindolando i democratici USA e 2) la differenza tra Sistema Americano di Economia Politica e il regime delle banche centrali indipendenti in Europa.

(Sul conto di Felix Rohatyn si raccomanda di consultare la ricca documentazione sparsa in questo sito utilizzando la funzione "cerca").

Un professore universitario che in passato ha ricoperto incarichi a Washington ha chiesto: “Vorrei qualche chiarimento sulle sue dichiarazioni sul conto della politica per le infrastrutture di Felix Rohatyn. Vorrei premettere che mi scontrai personalmente con Mr. Rohatyn su questioni di politica economica, all'epoca dell'amministrazione Clinton, e si trattò di una circostanza davvero spiacevole. Ecco dunque che le chiedo: il suo disaccordo con la proposta di Rohatyn sulle infrastrutture riguarda la proposta in quanto tale, o è dovuta a ciò che secondo lei una tale proposta cela in realtà. In secondo luogo vorrei un suo commento sul fatto che c'è chi interpreta i suoi recenti commenti come una presa di posizione per l'idea che il governo debba fare tutto lui, qualcosa che si suole definire “economia del comando”. Ricordo però molto bene che quando Ron Brown fu segretario al Commercio (1993-1996), quando lui fu impegnato a costituire un consorzio pubblico-privato per la ricostruzione nei Balcani, e per la costruzione di impianti nucleari in Cina, lei si espresse a favore di tale indirizzo. Vorrei che lei chiarisca un po' di più i diversi aspetti di come questa questione dev'essere considerata.”

LaRouche: Mi oppongo a Rohatyn per due motivi. Primo, perché è un nazista; senza mezzi termini. Secondo, a motivo della sua politica per le infrastrutture in America, che riflette questo fatto. Un tale del Massachussetts ha scritto un libro intitolato “Le confessioni di un sicario economico” in cui riferisce per filo e per segno la politica di Rohatyn; si tratta di una confessione che descrive questa politica che è propria di personaggi come George Shultz e compagnia.
Allora c'è da porsi la domanda: che cosa intendiamo per infrastrutture? Rohatyn, dal canto suo, se ne approfitta di chi non capisce i principi di fondo dell'economia, e queste possono anche essere persone che hanno una certa preparazione nei temi attinenti all'economia, ma che però non capiscono come funziona davvero un sistema economico. Infatti, persino chi ha dimostrato una certa competenza, almeno nei risultati che ottiene, meritandosi così il mio rispetto, quando ha studiato economia ha imparato a pensare nei termini dei meccanismi statistici delle procedure monetarie, e tutto il resto che ciò comporta. Ovvero, non pensa alla dinamicità del sistema, ai processi sociali che costituiscono il processo dinamico, che si comporta come se fosse un sistema vivente. Infatti non sono sistemi meccanici statistici. Chi pensa invece in termini di meccanica statistica, i “sicari economici” in primo luogo, non è in grado di stabilire il valore di un prodotto, perché per far questo occorre porlo nel contesto del sistema dinamico.
Così, in molti progetti presentati c'erano delle idee valide per le infrastrutture in quanto tali, ma il modo in cui la cosa è stata impostata è tale per cui una diga o un altro progetto venivano usati per indebitare un paese tanto da rovinarlo, metterlo sotto e dominarlo, come è stato fatto in diversi paesi dell'America Centrale e Meridionale, in Asia ed altrove. Questo è paradigmatico. Occorre pertanto concentrarsi sul come l'intero processo viene gestito.
Allora ci chiediamo: nel nostro sistema ci dev'essere un controllo esercitato dal governo? - Sì, c'è una certa componente del sistema che dev'essere controllata dal governo. Diversamente dai sistemi europei, che non sono abbastanza evoluti, il Sistema Americano si fonda sul principio, sancito dalla Costituzione, secondo cui il governo, con il consenso del Congresso, ha il potere di emettere la moneta. Nessun altro ente ha la facoltà di emettere la moneta. Questo è quanto prescrive la Costituzione USA, giacché essa fu concepita come un sistema economico, e non come un contratto giuridico. Così il governo USA ha in esclusiva la facoltà di emettere e gestire la propria moneta. Al Congresso compete votare una legge che autorizzi il governo federale, in particolare il Dipartimento del Tesoro, ad emettere moneta. Quest'emissione può essere una semplice immissione in circolazione di biglietti verdi, oppure può avvenire come trasferimento di credito federale, attraverso banche e altri istituti specializzati, al finanziamento di progetti, soprattutto le grandi infrastrutture. Ma anche fornire il credito alle imprese private a cui il governo riconosce un ruolo vitale per la nazione.
Ci troviamo oggi in un periodo in cui l'intero sistema bancario, sia in Europa che in America, è irrimediabilmente fallito. Non è in alcun modo possibile che continui ad operare. Ciò che occorre ora è un intervento del governo che dichiari il sistema bancario in bancarotta e lo sottoponga ad amministrazione controllata, perché la Federal Reserve, in rappresentanza degli elementi che la costituiscono, e cioè banche private, è irrimediabilmente fallita. Dobbiamo dunque preoccuparci di proteggere la stabilità della società e dell'economia, ed avere un sistema finanziario che funzioni. Per questo il governo deve dichiarare fallito il Sistema di Riserva Federale, e metterlo sotto amministrazione controllata. Questo oggi in Europa non può essere fatto, perché lì i governi sono sottoposti al controllo degli interessi bancari privati, chiamati banche centrali indipendenti. L'economia europea, che comprende anche la scuola keynesiana, non è che un rimasuglio del feudalesimo in cui degli interessi privati - come lo furono gli interessi veneziani e quelli dei banchieri lombardi che fallirono nel XIV secolo - dispongono ancora del potere di influenzare i governi dettando loro che cosa fare, e di solito i governi obbediscono. Ovviamente ci sono delle eccezioni, ma solitamente stanno in riga.
Secondo la Costituzione degli USA invece, il sistema bancario deve sottostare al governo nelle questioni che riguardano la moneta, il credito federale, e la regolamentazione del sistema bancario. Adesso c'è una situazione in cui il sistema bancario privato è irrimediabilmente fallito. Non c'è modo di tenerlo in vita così com'è. E' pronto per andare in fumo in un'esplosione iperinflativa, come si può già intuire dall'andamento dei prezzi delle materie prime come il petrolio, i metalli, ecc. E' bello che fritto. Se dunque vogliamo salvare l'economia, la nazione, e impedire il caos, il governo deve prendere l'iniziativa di dichiarare fallita la Federal Reserve, e metterla sotto amministrazione controllata, secondo la legge, per impedire il caos:. Occorre nel frattempo un rilancio dei livelli di occupazione e di produzione, giacché non si può permettere che si verifichino disastri negli aspetti essenziali dell'economia, e questa è la responsabilità primaria del governo. ...
Occorre dunque ricostruire ciò che è andato in rovina nell'ultimo periodo. Occorre ricostruire un'economia funzionante, un sistema sanitario e un sistema educativo efficienti, ... cose come un sistema idrico adeguato ... senza queste cose l'economia privata non funziona. Le infrastrutture debbono costituire circa il 50% dell'economia, se calcoliamo dal punto di vista della spesa. Per questo il governo deve seguire un'impostazione simile a quella di Kennedy, sotto il quale fu l'ultima volta che il governo intraprese una tale direzione, ad esempio quando lui non permise i rincari voluti dai baroni dell'acciaio. Ciò che occorre, da parte del settore pubblico, è mettere in moto l'economia con grandi progetti come quelli spaziali. Come noto, ogni dollaro che la NASA ha speso nel progetto Apollo è stato moltiplicato per dieci nell'economia reale, grazie alle tecnologie di ricaduta. Occorrono pertanto cose come l'istruzione, che è in rapporto a tutto questo, migliorando il potenziale economico di una nazione. Sottoliniamo in particolare il settore delle macchine utensili, da cui dipende tutto il progresso tecnologico nell'industria e nell'agricoltura. Occorre poi rivolgersi agli imprenditori privati, promuoverne le attività dove si dimostrano competenti, dando loro credito, quando è evidente che le loro attività sono utili e meritano il successo. Occorre un riorientamento dell'economia, che dall'attuale preponderanza dei servizi torni ad essere un'economia produttiva. C'è sempre più gente che diventa improduttiva, che non viene più neanche contata. Un lavoro produttivo non se lo sognano nemmeno, né possono sognarsi un'occupazione tanto decente che possa bastare a mantenere una famiglia.
Questi ritengo che siano gli obiettivi primari per un'economia, e definirli “economia del comando” è una ciancia inventata da gente della risma di Sidney Hook, gente del Congress for Cultural Freedom.
In questo consiste il problema, e pertanto ciò che occorre capire è che le infrastrutture rappresentano il miglioramento del territorio nel suo complesso, cosa che comprende progetti idraulici, energia, e tutto il resto. Comporta un orientamento verso l'alta tecnologia e occorre calcolare che questo dovrebbe assorbire almeno il 50% della spesa corrente del governo, forse di più. E con questo occorre anche tamponare l'emorragia nell'occupazioni produttiva, verso l'economia dei servizi, e ribaltare tale tendenza. Occorre guardare alla percentuale della popolazione che viene relegata in una specie di immondezzaio, in particolare i giovani. Occorre invece reintegrarli in un sistema produttivo, e per questo occorre istruirli adeguatamente, ma questa dev'essere una politica integrata. La libertà sta nell'espressione della creatività, e l'obiettivo del governo è dare ai giovani che dimostrano impegno ogni possibilità di riuscita. Il paese non deve essere una società del libero scambio, ma un'economia capace di offrire opportunità a tutti, e questo vale in primo luogo per l'impresa privata, dove c'è gente capace di dimostrare la propria libertà compiendo del bene per la società, e per questo va incoraggiata. E dove chi vuole fare questo nel settore privato trova subito le infrastrutture a portata di mano, che stanno lì ad aspettare di dare il dovuto sostegno all'industria locale.
Allora il problema è che la gente ha difficoltà a capire tutto questo, e di conseguenza finisce per farsi abbindolare da gente come Rohatyn, che è un truffatore e un bugiardo. Nella sostanza è uno strozzino e basta. Uno che per tutta la sua carriera è stato un pescecane del crimine organizzato. E lavora per un'organizzazione che creò il sistema nazista e che è ancora in giro. Volete che sia lui a gestire la nostra società? Volete che si appropri delle funzioni del governo e stia lì a decidere chi deve vivere o morire, a seconda di quello che decidono gli interessi privati che gli stanno dietro? Questo è il fascismo!


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Joe Joseph, presidente della sezione 1970 del sindacato UAW di Detroit: “Vorrei che LaRouche spieghi meglio la Federal Reserve. Chi davvero la dirige e come, e cosa succede se viene messa sotto amministrazione controllata?

LaRouche: C'è da considerare che la Fed ci è stata rifilata subdolamente come parte del tentativo di introdurre negli Stati Uniti il sistema europeo in qualche forma, e questo avvenne soprattutto sotto la presidenza di Teddy Roosevelt e Woodrow Wilson ... ambedue simpatizzanti della Confederazione Sudista e non dei veri cittadini rispettabili degli Stati Uniti.
E' una struttura che non è tollerabile così come è gestita attualmente. Essenzialmente rappresenta un gruppo di potentati bancari, direttamente, ed altri istituti ad essi collegati. La borsa, ad esempio, adesso è strettamente legata ad essi. Questi istituti costituiscono un organismo. Si tratta di un organismo prevalentemente privato, con qualche limitazione proveniente dal governo, con la presenza di alcuni individui del governo. Ma, da come opera, mira ad esercitare il controllo sul governo, cercando così di funzionare come una banca centrale europea indipendente, che opera al di sopra del governo. L'Europa infatti è un gruppo di nazioni che è gestito da una banca privata, la Banca Centrale Europea, BCE, una truffa.
E' parte del processo di globalizzazione, e la Fed manovra in tale direzione. Per questo motivo ho sostenuto la nomina del nuovo segretario al Tesoro, anche se non ne sono davvero entusiasta. Ma l'idea di rafforzare la posizione del Tesoro, come un'autorità al di sopra del presidente della Fed, rappresenta un passo nella giusta direzione, dal punto di vista istituzionale, perché secondo la Costituzione, l'esistenza del debito - il debito degli USA è un fattore centrale in questo sistema della Fed - in sostanza è una responsabilità dell'autorità costituzionale del governo, con il consenso della Camera dei Rappresentanti.
Ciò che occorre fare adesso con la Fed è dichiararla fallita perché tutte le grandi banche che compongono il Sistema di Riserva Federale versano direttamente o indirettamente in uno stato fallimentare, e non c'è rimedio! Agendo come presidente degli Stati Uniti dunque avrei l'obbligo di salvare l'economia USA. Dovrei salvare il dollaro USA. C'è qualche imbecille a cui è venuto in mente di svalutare il dollaro dell'80%: potete immaginare che conseguenze questo avrebbe per il sistema! Farebbe saltare immediatamente il sistema bancario e finanziario mondiale. Si tratta della cosa più stupida che si possa concepire. Come presidente degli Stati Uniti dovrei essere in grado di decidere che difenderemo il valore del dollaro ai livelli attuali di cambio, come politica degli Stati Uniti. Una dichiarazione del genere da parte di un presidente che sa il fatto suo, e che è capace di convincere gli altri che sa che cosa sta facendo, basterebbe a stabilizzare il sistema mondiale o fornire le leve per stabilizzarlo.
Che cosa significa questo? Il Sistema di Riserva Federale contiene il maggiore ammasso di carta fallita che si possa immaginare, che è denominata in dollari. Per la maggior parte si tratta di derivati finanziari, tutta carta creata da Alan Greenspan. Come presidente direi subito che noi non garantiamo i derivati finanziari. Non si tratta di debito regolarmente contratto; noi non lo abbiamo contratto. C'è gente che ha emesso scomesse con i derivati finanziari sugli andamenti del nostro denaro, ma noi non siamo responsabili per chi gioca d'azzardo. Si tratta di gente che non ha voluto che noi esercitassimo il controllo sulle loro attività quindi ora non può esigere che noi copriamo le loro perdite. Le vostre scommesse adesso ve le potete scordare e noi finalmente possiamo respirare.
A quel punto il governo ha l'autorità di emettere, con il consenso del Congresso, una serie di crediti a lungo termine per i grandi progetti infrastrutturali, come il programma di riconversione che abbiamo proposto per l'industria dell'auto. Occorre credito per far ripartire la produzione, e aumentare l'occupazione produttiva, in modo che il reddito effettivo nel paese cominci ad aumentare. Non solo il reddito complessivo, ma anche quello pro-capite. Quando gente disoccupata o inutilmente occupata nel terziario viene spostata nell'industria e nell'agricoltura si effettua un aumento totale del reddito totale e pro-capite. Il reddito nazionale. Si ottiene cioè un maggior gettito fiscale, senza cambiare i parametri fiscali. Di conseguenza le comunità torneranno ad essere capaci di finanziare almeno in parte scuole, ospedali, ecc.
Occorre dunque avere una prospettiva per aumentare la produzione totale degli Stati Uniti, usando le infrastrutture come punto di partenza, perché in tal modo si danno appalti ai privati che debbono fornire le loro prestazioni. E questo mette in moto altra produzione, con effetto moltiplicatore. Si aumenta il prodotto totale, ma anche il gettito fiscale complessivo, per sostenere la comunità ai vari livelli: locale, statale e federale. In tal modo si riequilibria la produzione di reddito reale in rapporto ai costi correnti di esercizio. Basta aumentare il livello di produzione, pro capite, nella forma adeguata di intensità di capitale e di tecnologia, e rapidamente si risale in attivo, mentre adesso stiamo operando con grosse perdite.
Facendo questo è possibile dire di fronte al mondo che il valore del dollaro noi lo difendiamo, onorandone il debito, e ne faremo la valuta più forte del mondo, per cui vale la pena tenersela. E poi c'è qualche cosa in più: intendiamo stipulare accordi a lungo termine tra le nazioni, dando anche agli altri il beneficio di questa ripresa, cosa che agli altri non è possibile nel contesto della loro costituzione, ma che è possibile con la nostra.
Questo è il modo in cui occorre operare. Occorre una visione di questo tipo. E non si tratta di una fantasia perché l'economia effettivamente funziona così. Se il sistema americano viene fatto funzionare secondo il suo intento iniziale, anche nelle circostanze attuali, tutto questo è realizzabile.


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