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Crollo dei titoli immobiliari e conseguenze

17 settembre 2006 – Puntualmente, le analisi di Lyndon LaRouche sul crollo della bolla immobiliare USA e le sue implicazioni sul sistema finanziario mondiale sono confermate dai dati empirici e, con notevole ritardo, le solite “fonti autorevoli” ne devono prendere atto.
Lo scoppio della bolla immobiliare negli Stati Uniti e le conseguenze per l'economia mondiale hanno costituito il tema principale dell'incontro annuale del FMI e della Banca Mondiale tenutosi a Singapore. Alla conferenza stampa tenutasi il 12 settembre, Jaime Caruana, direttore del gruppo sui mercati monetari e dei capitali del FMI ed ex direttore della banca centrale spagnola, ha presentato l'ultimo rapporto del FMI sulla “Stabilità finanziaria globale”.
Nel rapporto si afferma che il “rallentamento dell'economia USA”, dovuto alla flessione dell'edilizia abitativa, e le spinte inflazionistiche potrebbero condurre “ad un rischio di bassa probabilità ma di alto costo per il sistema finanziario globale”. Il rischio è che “un declino del dollaro possa alimentare se stesso” e di conseguenza aumentare la “volatilità”, in maniera “disordinata” sui mercati mondiali, “mettendo così a dura prova la resilienza del sistema finanziario globale”.
“Se uno di questi rischi, o una loro combinazione, si materializzeranno, i mercati finanziari potrebbero scossi da forti turbolenze. Questo sottopone a stress i mercati finanziari internazionali, con la possibilità di un più ampio impatto sull'economia mondiale”, ha spiegato Caruana. Due giorni più tardi, sempre a Singapore, il direttore del FMI ha annunciato che “il rallentamento USA” e le sue ripercussioni globali, saranno un argomento centrale nell'incontro semestrale del Fondo.
Il quotidiano elvetico Neue Zuericher Zeitung del 12 settembre ha pubblicato un articolo intitolato “Declino allarmante del mercato della casa”, in cui notava come il mercato immobiliare USA “causa preoccupazioni crescenti tra gli investitori”. Tutti gli indicatori puntano al ribasso, con conseguenze per l'economia e per le borse. Tra le ultime novità riguardanti il settore, gli investimenti nelle costruzioni hanno registrato ad agosto la flessione più accentuata degli ultimi cinque anni. Mentre si continua a parlare di una accentuata flessione, “alcuni scettici preferiscono parlare di crac”, ha spiegato il principale quotidiano svizzero.
La Merrill Lynch ha pubblicato un grafico che mostra come l'indice borsistico S&P segua, a circa 12 mesi di distanza, lo stesso andamento dell'indice dei costruttori USA (NAHB). Visto che l'indice dei costruttori è già crollato del 50%, la prospettiva per il mercato borsistico USA “non è molto promettente”.
Parlando espressamente di una “bolla” immobiliare, il Neue Zuericher Zeitung spiegava che essa è stata creata sull'emissione di denaro a basso costo da parte della banca centrale, che ha creato un enorme debito nel sistema ipotecario, anche grazie a sistemi “innovativi” ad elevato rischio finanziario.
In circostanze del genere, rifinanziando i mutui casa, gli americani hanno “creato” 850 miliardi di dollari, stima il giornale elvetico. Ma con un aumento dei tassi, chi ha un mutuo, specialmente a tassi variabili (ARM), rischia di finire nei guai grossi. Il Dominion Bond Rating Service prevede già uno “shock dei pagamenti” dei mutuatari, riferisce il quotidiano di Zurigo.

Alla Fed parlano di “eventi sistemici”

Il presidente della Federal Reserve di New York Timothy Geithner ha lanciato un nuovo monito sui rischi alimentati dai mercati dei prodotti finanziari derivati e dalle operazioni degli hedge funds. Nel discorso pronunciato il 15 settembre all'incontro della Hong Kong Monetary Authority e della Hong Kong Association of Banks, Geithner ha invitato le autorità monetarie a prestare maggiore attenzione ai depositi di garanzia e alla gestione rischio di controparte, in maniera da ridurre le possibilità di “futuri eventi sistemici”.
Certe misure adottate dalle autorità finanziarie, ha spiegato Geithner, “hanno ridotto la vulnerabilità del sistema agli shock di entità minore”, ma “hanno forse aumentato la gravità di quelli di vasta entità”. I depositi di garanzia richiesti dalle banche o dalle borse agli hedge funds “possono costituire un importante ammortizzatore” quando i sistemi finanziari finiscono sotto stress. “Ma chi prende le decisioni deve chiedersi se l'insieme di capitale e depositi prodotto dal mercato è appropriato per la prospettiva dell'intero sistema finanziario”.
A proposito degli hedge funds Geithner ha aggiunto che si tratta di un settore non regolamentato in espansione. “Il disagio tra queste istituzioni può influire decisamente sulle dinamiche generali dei mercati, con un possibile aumento del rischio per le attività che sono regolamentate, che sono al nocciolo”, producendo dunque un “rischio sistemico”.
Gli hedge funds sono arrivati a dominare i mercati obbligazionari e i derivati connessi, riferiva il Financial Times del 15 settembre:
“Uno studio della Greenwich Associates ha stabilito che gli hedge funds attualmente svolgono più della metà di tutte le transazioni in alcune aree importanti dei mercati a reddito fisso USA [obbligazioni]. I fondi hanno più che raddoppiato il volume delle proprie transazioni nei mercati del reddito fisso e credito nei 12 mesi precedenti al marzo 2006 ed esercitano forte influenza nei derivati sul credito ... In questi ultimi derivati gli hedge funds generano attualmente il 45% del volume delle trattazioni annuali nelle obbligazioni del settore emergente, il 47% del volume annuale dei titoli di debito di emittenti in difficoltà, circa un terzo del volume dei prestiti a rischio condiviso ed un quarto del mercato delle obbligazioni ad alto rendimento”.


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