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La Lega Araba favorisce l'idea della pace di Westfalia

25 settembre 2006 – Contro la volontà dell'ambasciatore USA all'ONU John Bolton, la Lega Araba ha presentato una “iniziativa collettiva araba” per un accordo di pace regionale con Israele alla sessione speciale del Consiglio di Sicurezza dell'ONU richiesta dai 22 membri della Lega Araba. E' la prima volta da 16 anni che la Lega richiede un incontro del genere.
Il ministro degli Esteri del Bahrain Ahmed Al Khalifa ha parlato a nome della Lega Araba al Consiglio di Sicurezza dell'ONU il 21 settembre. “Per il bene delle generazioni future della regione”, gli Stati Arabi si presentano alle Nazioni Unite per “far fronte alle proprie responsabilità e assolvere al proprio ruolo affinché si possa stabilire una pace giusta, duratura ed estesa a tutta la regione del Medio Oriente ed al mondo intero. Il nostro scopo è che il Medio Oriente sia sicuro, e che al posto dell'ostilità vi sia amicizia e prosperità per le sue popolazioni. Questa amicizia e prosperità non sia circoscritta alla regione ma arrechi beneficio al mondo intero”.
Al Kalifa ha aggiunto: “In passato siamo stati testimoni degli orrori e delle ripercussioni della guerra. I nostri popoli sono però determinati a non assistere alla continuazione di tali orrori. Il persistere del conflitto arabo-israeliano ha avuto conseguenze gravi ed ha esaurito le risorse della regione. Produce instabilità. Permette la crescita di forze estremistiche. Dobbiamo operare per la riconciliazione e la conciliazione. Dobbiamo agire per guarire le ferite accumulatesi in oltre cinquant'anni”.
“Nel chiedere questo incontro il nostro obiettivo non è quello di far sentire il nostro biasimo o di scambiare accuse. Piuttosto è quello di affrontare una situazione in Medio Oriente con uno spirito costruttivo e lungimirante. Gli stati arabi sono pronti a considerare come possibile il porre fine al conflitto arabo-israeliano, sono pronti ad arrivare ad un accordo di pace con Israele”. Al Kalifa ha continuato: “Sono pronti a stabilire rapporti normali e completi con Israele nel contesto di una pace generale che richiede: il completo ritiro di Israele dai territori arabi occupati, una soluzione giusta e concordata del problema dei rifugiati palestinesi, accettazione di uno stato sovrano palestinese indipendente con la santa Gerusalemme come capitale”.
Con un appello al Consiglio di Sicurezza affinché contribuisca a stabilire dei negoziati diretti, Al Khalifa ha concluso: “Abbiamo ora una buona possibilità di ottenere la pace e non dobbiamo permettere che ci sfugga. Se perdiamo questa opportunità saremmo tutti ad aver perso. La pace è precondizione di stabilità, prosperità e sviluppo in Medio Oriente e nel mondo”.
Al Khalifa ha fatto un significativo riferimento al primo ministro Yitzhak Rabin: “Ci rendiamo conto che una grande maggioranza in Israele condivide il nostro desiderio di pace, ad onta delle provocazioni e dei sacrifici. Ricordo le parole di Yitzhak Rabin al Knesset nel 1993: «E' nostro destino vivere insieme sullo stesso suolo e sulla stessa terra'. Mi rendo conto che citando le parole di Rabin susciterò delle critiche nei miei confronti nel mio paese, ma quelle sono parole di verità. Dobbiamo renderci conto che non possiamo decidere di sceglierci i nostri vicini come nostri nemici”.
L'iniziativa araba è stata sostenuta dai ministri degli Esteri cinese Li Zhaoxing e russo Sergei Lavrov. Ambedue hanno detto che da un conflitto militare nessuno emergerà come vincitore. Anche per il ministro degli Esteri francese “non ci sono soluzioni militari alle crisi mediorientali”, come dimostra il conflitto libanese. Douste-Blazy ha proposto che si prendano iniziative per convocare la conferenza proposta dal presidente Chirac mirante a definire le garanzie di sicurezza che le parti vorrebbero ottenere nel contesto degli accordi di pace.


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