Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà

 

 

Il Movimento Solidarietà a Montecitorio contro la guerra in Iran

Martedì 3 ottobre il Movimento Solidarietà e una delegazione di giovani del LYM (LaRouche Youth Movement) da Milano, Firenze e Bologna hanno dato vita ad una manifestazione a Montecitorio per denunciare i piani di Bush e Cheney per un attacco preventivo contro l'Iran, distribuendo mille volantini dal titolo “Fermiamo la 'sorpresa d'ottobre' di Bush e Cheney - No alla guerra preventiva all'Iran” (vedi testo del volantino di seguito). Molto interesse, anche di numerosi turisti americani, ha suscitato il manifesto “LaRouche: no alla guerra in Iran - Impeachment per Bush e Cheney”. Durante la manifestazione decine di parlamentari e leader di partito hanno preso il volantino, alcuni di loro hanno ringraziato nel ricevere “Solidarietà” ed erano sollevati di apprendere che LaRouche e il suo movimento giovanile sono mobilitati negli Stati Uniti per fermare i folli piani dell'amministrazione Bush, che includono anche l'uso di mini testate nucleari. Anche una dirigente del sindacato del pubblico impiego, che teneva una manifestazione contro i tagli al bilancio per il pubblico impiego, ha ammesso che se ci sarà una guerra in Iran tutte le loro richieste saranno vane. “Noi siamo troppo piccoli per questo” ha detto, concordando che per fermare piani così folli è importante avere un movimento internazionale come quello di LaRouche. Una signora di New York ha voluto scattare una foto del manifesto per l'impeachment per pubblicarla su un giornale della Grande Mela. “Anche noi stiamo lavorando per l'impeachment” ha detto, riferendosi a un'iniziativa del Partito Democratico USA. Mentre la TV e alcuni fotografi riprendevano il volantinaggio, uno dei giovani del LYM ha scritto un altro manifesto: “Più Roosevelt, meno Padoa-Schioppa - L'economia è una scienza, non roba da contabili”. Già su questo tema il Movimento Solidarietà aveva tenuto una manifestazione di fronte a Montecitorio, il giorno in cui fu votato il governo Prodi in maggio, e gli attivisti del movimento di LaRouche distribuirono un volantino dal titolo “una politica rooseveltiana per il governo Prodi” avvisandolo che se si fosse attenuto alla politica di austerità pretesa dai “mercati”, dal Fondo Monetario e dalla burocrazia di Bruxelles, e dal ministro Padoa-Schioppa, sarebbero sorti molti problemi, come si è visto dalle contestazioni anche da sinistra nelle ultime settimane. Nel corso della manifestazione due parlamentari hanno ricevuto Paolo Raimondi, presidente del Movimento Solidarietà, e Liliana Gorini, vicepresidente del Movimento, insieme a Claudio Giudici, in rappresentanza del LYM, per discutere come uscire dalle restrizioni imposte dal Patto di Stabilità promuovendo la “nuova Bretton Woods” di LaRouche, quella “nuova architettura finanziaria” che era stata richiesta da una mozione presentata dalla sinistra durante il precedente governo.

Movimento Solidarietà
 
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Fermiamo la “sorpresa d'ottobre” di Bush e Cheney
 

No alla guerra preventiva in Iran!
 

Negli ambienti vicini all'esercito americano non ci sono più dubbi: il presidente George W. Bush, mandato avanti dal vicepresidente Dick Cheney e il gruppo dei neo-conservatori, è alla ricerca di un pretesto qualsiasi per iniziare bombardamenti aerei contro l'Iran nelle prossime settimane, prima delle elezioni mid-term per rinnovare il Congresso americano. Nonostante siano in corso dei negoziati seri tra i paesi europei e il rappresentante dell'Iran, il segretario di stato americano Condoleezza Rice ha appena lanciato un nuovo ultimatum: due settimane. Cioè, due settimane prima che i piani per una nuova guerra preventiva diventino operativi.
Il primo a denunciare le intenzioni dell'amministrazione Bush è stato il leader democratico Lyndon LaRouche, chiedendo l'impeachment di prima Cheney, e poi Bush, che contemplano persino l'uso di mini-testate nucleari. I mass media hanno essenzialmente taciuto l'argomento, ma recentemente numerosi personaggi di primo piano hanno denunciato il pericolo dell'attacco a breve, a cominciare dall'ex candidato presidenziale Gary Hart. Hart ha denunciato i piani per una “sorpresa d'ottobre” da parte della Casa Bianca, dicendo che in tempi normali un'azione simile sarebbe assurda, ma con l'Amministrazione Bush c'è da aspettarsi di tutto. Il colonnello in congedo Sam Gardiner, un noto stratega dell'aviazione americana, ha pubblicato un lungo rapporto per avvisare le istituzioni americane che il vero obiettivo della Casa Bianca ha poco a che fare con le armi nucleari; la realtà è che vogliono imporre il “cambiamento di regime” anche in Iran, e che dal punto di vista di Bush e Cheney, è meglio agire subito.
Il 29 settembre 20 parlamentari hanno scritto una lettera aperta a Bush chiedendogli di consegnare tutti i documenti sull'intelligence o le operazioni segrete inerenti all'Iran. Il punto è di evitare che lo stesso modus operandi usato per l'Iraq - le bugie sulle armi di distruzioni di massa - possa imporsi anche nel caso dell'Iran.
Occorre sottolineare che la vera motivazione dietro la politica di guerra continua ha poco a fare con il fondamentalismo islamico o la libertà. Il sistema economico e finanziario mondiale basato sulla globalizzazione - vale a dire, il dominio della speculazione finanziaria sull'economia reale - è arrivato al capolinea. Dall'Argentina del presidente Kirchner, alla cooperazione emergente tra paesi asiatici quali Russia, Cina e India, il mondo è pronto ad abbandonare il sistema del libero mercato che è stato usato per gestire la politica mondiale dai centri finanziari internazionali, a partire da Wall Street e la City di Londra.
Anche negli Stati Uniti è in atto la battaglia per cambiare politica economica. Il movimento di LaRouche sta guidando una svolta rooseveltiana nel Partito Democratico, per abbandonare la politica dei tagli al bilancio e i parametri monetari simili a quelli del Patto di Stabilità in Europa. Come alternativa propone il ritorno all'economia reale, con ingenti investimenti nelle infrastrutture e nelle nuove tecnologie; proprio l'opposto dell'abbandono dell'industria attualmente in corso, per esempio nel settore automobilistico con lo smantellamento della General Motors e della Ford.
Nell'aprile 2005 il Parlamento italiano ha approvato una mozione che chiedeva un nuovo sistema finanziario internazionale, ispirata alla Nuova Bretton Woods proposta da LaRouche. Ora si tratta di mettere in atto tale trasformazione, e cambiare i presupposti del mondo attuale. L'alternativa è il disastro economico e strategico annunciato delle follie neo-imperiali di Bush e Cheney.

Solo un nuovo ordine economico mondiale può garantire la pace e lo sviluppo.


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