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Bush porta la guerra nello spazio

24 ottobre 2006 – In quella che è la prima revisione della politica spaziale definita da Clinton nel 1996, l'amministrazione Bush ha diffuso una dichiarazione politica di dieci pagine in cui si arroga il controllo militare e d'intelligence dello spazio senza neanche una foglia di fico con cui camuffare giuridicamente la cosa, come fece con la “coalizione dei volenterosi” in Iraq. La politica spaziale è stata sottoscritta da Bush il 31 agosto ed è stata postata in un oscuro sito web del governo il 6 ottobre, all'ora di chiusura degli uffici prima del weekend del Columbus Day, in modo da evitare che i mezzi d'informazione se ne occupassero.

Il documento dichiara che gli USA sono impegnati ad esplorare lo spazio “a scopi pacifici”, cosa che consentirà “le attività di difesa e di intelligence degli USA in favore dell'interesse nazionale”. Difende “la sovranità” respingendo “ogni limitazione al diritto fondamentale degli USA di operare nello spazio e di acquisirvi dati”. Gli USA “coopereranno con altre nazioni nell'uso pacifico dello spazio ... per proteggere e promuovere la libertà in tutto il mondo”. Gli USA “risponderanno alle interferenze e, se necessario, negheranno agli avversari l'uso di capacità spaziali ostili agli interessi nazionali degli USA.”

Il documento affida al Segretario della Difesa e al Direttore dell'Intelligence Nazionale l'incarico di “sostenere la trasformazione della difesa e dell'intelligence” e sviluppare “una struttura di forza operativa e capacità spaziali ottimizzate che sostengano la sicurezza nazionale e del territorio”. Le dieci pagine contengono un paragrafo soltanto che ammette l'esistenza della NASA, a cui si riconosce il ruolo di “realizzare un conveniente programma a lungo termine di esplorazione spaziale con esseri umani e robot”. La nuova politica, che è stata applaudita dalla Heritage Foundation e criticata tra gli altri da Theresa Hitchens del Centro per l'Informazione sulla Difesa, liquida senza cerimonie cinquant'anni di politica in cui si riconosceva che la sicurezza nazionale è garantita nel modo migliore da una politica spaziale impegnata a conquistare le frontiere della scienza e della tecnologia, alimentando in tal modo la crescita economica e promuovendo la cooperazione internazionale nella politica estera.


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