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A proposito del piano di Bush per il Sudan LaRouche dichiara “Bisogna attendersi il peggio”.

8 novembre 2006 – Il 1 novembre George W. Bush ha deciso di prolungare di un altro anno le sanzioni contro il Sudan e di dichiarare che il paese costituisce “una minaccia straordinaria alla sicurezza nazionale ed alla politica estera” degli USA, secondo quanto si legge in un comunicato della Casa Bianca. Una “emergenza nazionale” nei confronti del Sudan è in vigore dal 3 novembre 1997 e le relative sanzioni sono state rinnovate l’ultima volta il 3 aprile 2006. Nella dichiarazione non si parla di dispiegamento di truppe delle Nazioni Unite ma in un discorso elettorale Bush ha parlato di una “efficace” forza militare internazionale che intervenga nella regione del Darfur in Sudan. Nel luglio 2006 il Consiglio di sicurezza dell’ONU ha deciso l’invio di 20 mila truppe nel Darfur a sostituire o rafforzare la forza di pace di 7000 soldati dell’Unione Africana.
LaRouche, che ha fatto riferimento alla crisi del Sudan nella trasmissione webcast del 6 novembre (VEDI), ha detto che occorre temere il peggio a proposito delle intenzioni di Bush.
Oltre al pericolo di una invasione anglo-americana nell’immediato futuro, c’è da considerare come il 30 ottobre il presidente della Repubblica Centrafricana Francois Bozize ha sostenuto, secondo la Reuter, che uomini armati hanno attraversato il confine del Sudan entrando nella RCA prendendo il controllo della cittadina di Birao. Bozize ha fatto appello all’ONU affinché intervenga con truppe di pace per salvaguardare il suo paese da nuove incursioni.
L’autenticità di quanto riferito da Bozize è oggetto di discussione. Il Sudan nega di aver un ruolo qualsiasi nelle presunte incursioni nella RCA. Precedenti rapporti della Associated Press riferiscono che gli armati che hanno occupato Birao, ad oltre 800 chilometri dalla capitale, non erano stranieri ma ribelli al regime di Bozize nel proprio paese. In data 1 novembre l’ONU ha annunciato l’invio di osservatori per controllare le asserzioni di Bozize sul conto di sconfinamenti nel proprio paese degli scontri in corso nel Darfur.
Quando il gioco porta il nome di guerre imperiali, le invasioni avvengono dietro pretesti molto meno drammatici di questi.


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