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Le incertezze del sistema finanziario

18 dicembre 2006 – Paul Tucker, direttore mercati della Banca d'Inghilterra, intervenendo l'11 dicembre alla “Roy Bridge Memorial Lecture”, ha ammesso tra le righe la possibilità che le autorità finanziarie non riescano ad evitare il collasso del sistema mondiale.
Tucker ha esordito sollevando l'interrogativo se i mercati finanziari stiano sottovalutando i rischi di mercato, rispondendo subito che “nulla di veramente grave accadrà, data la saggezza collettiva delle autorità monetarie mondiali”. Nel caso che si diffonda tra gli investitori la sensazione che sia accaduto qualcosa di grave, “i mercati di capitale oggi particolarmente liquidi riusciranno in ogni modo ad arginare la volatilità”.
Dopodiché sono arrivati i "ma": “Nondimeno, esiste la preoccupazione che in futuro i mercati finanziari non tengano conto dell'ambito delle incertezze che preoccupano il settore ufficiale (il che significa che gli investitori non si assicurano adeguatamente al riguardo). Forse il settore ufficiale sbaglia. Oppure nei mercati il rischio è sottovalutato, forse in collegamento con il tanto discusso Search for Yeld [la priorità assoluta conferita al rendimento] e forse anche un eccesso di fiducia nella capacità delle autorità monetarie o dei mercati liquidi di assorbire tutti gli shock"
"Questo pone tre quesiti", ha proseguito Tucker. “Se i rischi si cristallizzeranno, una tale cristallizzazione avrà effetti ordinati o disordinati nei mercati finanziari? E nel caso in cui il disordine colpisca i mercati degli asset, esso si ripercuoterebbe sui mercati finanziari in maniera da amplificare notevolmente l'assestamento e creare minacce gravi alla stabilità sistemica?” Tucker ha concluso: “Temo che le risposte non si possano conoscere”.

Il nuovo rapporto sulla stabilità finanziaria della BCE

Presentando a Francoforte l'ultimo rapporto semi annuale sulla stabilità finanziaria globale, l'11 dicembre il vice presidente della Banca Centrale Europea Lucas Papademos ha trattato lo stesso tema sollevato da Paul Tucker della Banca d'Inghilterra.
Secondo Papademos i premi di rischio, nei mercati finanziari in generale, sono scesi troppo, un fenomeno che potrebbe essere descritto come “pricing for perfection”. Questo significa che “le valutazioni in questi mercati potrebbero rivelarsi vulnerabili di fronte ad eventuali avversità non anticipate, come una nuova impennata dei prezzi petroliferi, un indebolimento della ripresa della domanda di fondi esterni da parte di imprese non finanziarie o un cambiamento nel collocamento globale degli assets. Questi eventi scatenanti potrebbero finire per produrre un aumento improvviso del rendimento dei bond, spreads e premi di rischio nei mercati dei capitali, quello maturo e quello emergente ... Questo implicherebbe perdite significative del portafoglio delle banche e di altri istituti finanziari. Ancora più importante è il fatto che, qualora innescasse un'ondata di fallimenti di hedge funds, ciò potrebbe anche aumentare il rischio di controparte nei confronti degli stessi hedge funds.
Nel rapporto la BCE comprende articoli specifici su cinque argomenti: rischi sistemici posti da gruppi bancari grandi e complessi; credit defauld swaps [CDS - titoli che garantiscono un'assicurazione se un paese non è in grado di ripagare il debito]; crescita dinamica del credito in Europa centrale e orientale; rischio sistemico nel settore assicurativo; un'analisi sulle procedure dell'Unione Europea per la gestione della crisi finanziaria.

Hedge Funds: nessuna regolamentazione ma più “trasparenza”

Il governo tedesco ha rinnovato la propria iniziativa del luglio 2005 al vertice G8 per ottenere una maggiore trasparenza sugli hedge funds. A conclusione di un incontro col suo collega olandese Gerrit Zalm all'Aja l'11 dicembre, il ministro delle Finanze tedesco Peer Steinbrueck ha spiegato che non si tratta di stabilire nuove regolamentazioni, quanto un registro centrale per le attività dei fondi speculativi. Il registro raccoglierebbe dati sulle partecipazioni azionarie, sui volumi negoziati e sui rischi. Steinbrueck considera un “progresso” il fatto che il governo americano e quello inglese siano ora favorevoli a mettere la questione della trasparenza degli hedge funds all'ordine del giorno del vertice del G8 nel 2007.
L'iperagitazione nel settore degli hedge funds è giunta al punto in cui gli hedge funds emettono azioni e lanciano OPA di acquisto, mentre sempre più banche d'affari acquistano hedge funds. Citadel Investment Group, un hedge fund da 12,8 miliardi di dollari, fondato e controllato da Kenneth Griffin, è stato il primo a emettere azioni proprie, stando a Bloomberg. Il londinese Marshall Wave, che gestisce circa 10 miliardi di dollari, la settimana scorsa ha raccolto 2 miliardi di dollari con un'OPA del proprio hedge fund MW Tops. Stando a Bloomberg, i “fondi di investimento alternativi” hanno raccolto oltre 16 miliardi di dollari vendendo azioni in Europa quest'anno, sette volte l'ammontare del 2005.
La Morgan Stanley ha speso quasi un miliardo di dollari dall'ottobre scorso per acquistare hedge funds, quali il FrontPoint Partners (5,5 miliardi di dollari), il Brookville Capital (221 milioni di dollari) una partecipazione del 19% dei 12 miliardi di dollari di capitale del londinese Landsdowne Partners, e una partecipazione nel capitale di 12 miliardi di dollari dell'Avenue Capital di New York. Ora pianifica di aumentare anche la propria partecipazione in fondi immobiliari.

Si aggrava la crisi immobiliare USA

L'impennata degli espropri registrata a novembre negli USA è indice di un rapido aggravamento del mercato della casa, con i mutuatari che non sono più in grado di far fronte alle scadenze dei pagamenti. Contemporaneamente stanno crollando i prezzi degli immobili, tanto che molti proprietari finiscono per ritirare le proprietà dal mercato perché il ricavato della vendita non sarebbe neanche sufficiente a coprire il restante del mutuo contratto per acquistarle!
A fine novembre gli espropri del 2006 hanno raggiunto gli 1,2 milioni. Di questi 120,334 solo a novembre, con un aumento del 4% rispetto ad ottobre e del 68% rispetto al novembre 2005, secondo i dati di RealtyTrac Inc.
Nella Loudoun County in Virginia, vicino a Washington, per vendere abitazioni nuove rimaste invendute, che mesi addietro erano state messe sul mercato a prezzi tra i 650 e 750 mila dollari, gli immobiliaristi sono costretti a fare sconti che vanno dal 20 al 30 per cento.
Mentre vanno in mora molte ipoteche ad alto rischio, aumenta anche il pericolo di una crisi finanziaria. Così hanno dichiarato funzionari bancari e di governo al “National Housing Forum”, l'incontro nazionale sul mercato immobiliare che si è tenuto l'11 dicembre negli Stati Uniti. Il guru di Wall Street Lewis Ranieri, che ha “inventato” il “mercato dei titoli sostenuti da ipoteche” (MBS) negli anni Novanta, afferma ora che le banche potrebbero incorrere in una grave crisi finanziaria in caso di mora delle ipoteche, una crisi finanziaria troppo grande perché riesca a controllarla la Federal Reserve. Il rischio aumenta quando i broker riconfenzionano le ipoteche sotto mentite spoglie, per rivenderle ai piccoli investitori o a investitori stranieri ignari dei rischi in cui incorrono.


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