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Come ribaltare la crisi dei mutui USA

27 agosto 2007 – Il 22 agosto Lyndon LaRouche ha lanciato una mobilitazione per la proposta di legge con la quale evitare l'ondata di pignoramenti che si prospetta nel corso dei prossimi mesi e muovere i primi passi verso una ristrutturazione del sistema bancario USA e di quello mondiale.
Lanciando l'iniziativa, il leader democratico americano ha sottolineato l'urgenza di incanalare il fermento popolare in un'iniziativa del governo mirante a proteggere i proprietari di abitazioni, su basi d'emergenza. Politici e funzionari statali e locali sono subissati da lamentele e rimostranze dei cittadini che rischiano di perdere la casa.
I principi di base della proposta sono i seguenti: 1) costituire un ente federale per congelare tutti i mutui casa esistenti, trasferirli nelle banche locali mentre al contempo se ne valuta il valore reale. I fondi-avvoltoio che hanno usato questi mutui per speculare debbono essere semplicemente estromessi dal processo; 2) I pignoramenti debbono essere sospesi e le famiglie debbono mantenere l'abitazione pagando il canone d'affitto alla banca locale, così da costituire la garanzia per emettere altri crediti in modo regolare e ricapitalizzare il sistema bancario; 3) Queste procedure dovranno avvenire sotto la supervisione dei governatori degli stati e sotto l'autorità del governo federale, che fornirà il credito e le garanzie necessarie alla transizione.
L'applicazione di questa legge sarebbe il primo passo verso una riorganizzazione del sistema finanziario del dollaro, che è alla bancarotta e si sta disintegrando sia negli USA che sul piano internazionale. Il precedente per quest'iniziativa si trova in una legge analoga che fu approvata dal presidente Franklin Delano Roosevelt nel 1933 affermando che tenere la gente nella loro abitazione e impedire disordini sociali era una priorità del governo federale. Giacché il Presidente Bush non vuole prendere esempio da Roosevelt, spetta al Congresso prendere iniziative volte a proteggere e promuovere il bene comune.
Un'azione del genere da parte del Congresso costituirebbe un passo verso quella cooperazione internazionale che è necessaria per ricostruire un sistema finanziario globale libero dalla speculazione e promotore di investimenti per lo sviluppo.

La crisi bancaria mondiale

Mentre la stampa internazionale intona all'unisono “per fortuna non ci siamo fatti niente”, la crisi bancaria globale che ha dominato il mese di agosto continua imperterrita. Quanto sia disperata la situazione è riflesso nelle due iniziative prese dalla Federal Reserve nella penultima settimana d'agosto.
Primo, la Fed ha reso nota la propria disponibilità ad accettare dalle banche titoli ABCP (Asset Backed Commercial Papers, ovvero strumenti finanziari emessi a fronte di operazioni di cartolarizzazione dei crediti) come collaterale per prestiti da essa concessi, decisione presa per rispondere al fatto che quei titoli non trovavano più acquirenti tra le banche commerciali. L'annuncio, dato per la Fed da Andrew Williams il 24 agosto, è citato da Bloomberg.
Secondo, la Federal Reserve ha accettato di forzare la regolamentazione bancaria per effettuare il salvataggio di Citigroup e Bank of America. Alla richiesta in tal senso delle due banche, la Fed rispondeva il 20 agosto esentandole ambedue dalla regola che limita il volume di prestito che possono emettere attraverso imprese di brokeraggio associate. Altre banche, compresa la J.P. Morgan, hanno probabilmente ottenuto la stessa esenzione.
La normativa federale limita l'esposizione dei finanziamenti verso una affiliata al 10% del capitale della banca. Adesso la Fed consente a Citibank e Bank of America di emettere prestiti per un massimo di 25 miliardi, cosa che, nel caso di Citibank rappresenta il 30% del suo capitale. Sebbene si parli di una esenzione temporanea, una data di scadenza non è stata però menzionata.

Le banche pubbliche tedesche continuano a preoccupare

La crisi dei subprime ha colpito la Industriebank (IKB), che il 30 luglio ha rischiato l'insolvenza, e la Sachsen LandesBank entrata in crisi la settimana seguente. Le banche pubbliche tedesche sono anche diventate l'obiettivo di “rumors” e di operazioni di guerra psicologica. Con le sue 2100 banche, cinque volte più numerose di quelle inglesi e quattro volte più di quelle francesi, la Germania ne ha troppe, di banche, sostiene questo dibattito orchestato che conclude: quindi si capisce che è ora di fare pulizia.
Storicamente il sistema bancario pubblico tedesco si è sviluppato in rapporto al Mittelstand, la piccola e media industria, e ha tradizionalmente provveduto al bene comune, in particolare grazie alla strutture delle casse di risparmio locali e delle banche regionali. Queste costituiscono in pratica una rete che sin ora ha cercato di frenare gli eccessi speculativi ed ha esteso il credito a lungo termine al Mittelstand. Di contro, le banche private globalizzate vedono in tale struttura il proprio nemico numero uno.
L'attacco alle banche pubbliche, che complessivamente gestiscono un volume di capitali di circa 2 miliardi di euro che fanno tanto gola agli speculatori, è in atto già da anni, con la Commissione UE che nel 2005 si è prestata per abolire le garanzie statali a queste banche. Da allora le banche pubbliche sono state costrette a esporsi sempre di più in operazioni speculative ad alto rischio e sembra ora che la Sachsen LB avesse in mano una delle bolle più voluminose, attraverso la divisione Sachsen LB Europe di Dublino, per un totale di 65 miliardi di dollari. Già solo il fondo Ormond Quay registrato a Dublino ha emesso 17,5 miliardi di prestiti garantiti da asset 3,5 miliardi dei quali in mutui subprime negli USA. Un fondo secondario gestito dalla filiale di Dublino con un capitale inferiore ai 200 milioni di euro è arrivato ad emettere crediti fino a 20 miliardi di euro. Altre tre banche pubbliche tedesche - West LB, HSH Nordbank e Bayern LB - hanno ammesso di operare nel mercato dei subprime negli USA e di essere esposte a rischi, pur senza fornire alcuna cifra.
Il 26 agosto si è tenuta l'assemblea d'emergenza dei soci di Sachsen LB - lo stato della Sassonia (37%) e il gruppo delle casse di risparmio delle Sassonia (63%) . E' stata decisa la vendita alla più grande banca pubblica tedesca, la LBBW del Baden-Wuerttemberg. Questo nominalmente consente di mantenere il controllo “pubblico” sulla banca, ma non affronta in alcun modo il problema delle banche costrette a rischiare sui mercati speculativi, in barba al mandato originale di provvedere agli investimenti per il bene comune.
In tale contesto, sulla stampa tedesca qualcuno ha fatto notare come banche quali Sachsen LB, West LB, LB Schleswig-Holstein e LB Hamburg subirono perdite solenni in occasione del tracollo dei derivati del 2000-2001 quando la londinese Barclays Capital piazzò titoli CDO per centinaia di milioni di euro a ciascuna di queste banche.


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