Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà

 

 

Il ponte euroasiatico diventa realtà!
Conferenza internazionale dello Schiller Institute
Kiedrich 15-16 settembre 2007

SULLA PRESENTE CRISI FINANZIARIA MONDIALE

Prolusione di Lyndon LaRouche – 15 settembre 2007

     
Lyndon LaRouche

È insolito il compito che oggi mi spetta. Non va visto, infatti, come frutto di una mia scelta, di una nostra scelta. La responsabilità sta negli eventi: in questo momento l'intera civiltà è minacciata. Non abbiamo davanti a noi una semplice depressione economica. In realtà siamo ben oltre questa situazione. Siamo nel punto in cui, per mezzo di una reazione a catena, un crollo ulteriore del valore del dollaro, repentino e ulteriore rispetto alla svalutazione che ha già subìto in modo significativo negli ultimi mesi, potrebbe mandare in rovina la Cina, arrecare danni inconcepibili all'India, far saltar per aria tutta l'Europa. [Altre volte ho detto] che i Paesi europei, la Cina, l'India e altre nazioni non potrebbero sopravvivere ad un improvviso collasso del dollaro. Questo collasso non soltanto è previsto, ma sta già avendo luogo.
Quindi, questo è un periodo storico insolito. Piuttosto che le minacce tipiche di una depressione economica, stiamo osservando quelle peculiari di una nuova epoca buia, globale e prolungata, dell'umanità intera.
L'interrogativo che dobbiamo porci è se siamo in grado di superare, giunti a questo punto, queste minacce. Avremmo già dovuto prendere i dovuti provvedimenti; tuttavia nella storia accade talvolta che le decisioni necessarie siano prese molto tardi. Soltanto quando le condizioni diventano davvero insopportabili, la gente abbandona le follie con cui ha contribuito a causare la crisi in corso.
In un tale stato di cose, non si dovrebbe guardare al passato e dire "noi riaffermeremo le nostre tradizioni". Perché, come sottolineerò oggi, la tradizione è comprensibile al meglio da persone della mia età, o anche più anziane, come Amelia [Boynton Robinson]. Noi c'eravamo, quando ci fu il cambiamento. Esso avvenne quando ero sotto le armi, all'estero, cioé mentre mi trovavo in India, verso la fine del mio servizio: esso coincise con la morte del presidente Roosevelt. In quella occasione, alcuni soldati mi vennero a trovare, e chiesero di poter parlare con loro la sera stessa. Non mi dissero, in quel momento, il motivo di quell'invito, ma io ebbi comunque il sentore di quanto avremmo discusso. E la questione mi fu presentata in questo modo: "Qual è, secondo te, il nostro destino, ora che è morto Franklin Roosevelt?" Che cosa accadrà di noi, ora che Roosevelt è morto?" Io, di primo acchito, risposi loro: "Beh, posso dire che abbiamo vissuto e combattuto sotto la guida di un grande presidente degli Stati Uniti. Ora siamo nelle mani di un uomo molto piccolo - e ho paura per noi".
Quando tornai dalla Birmania - laddove ero stato assegnato verso la fine della guerra - ciò che avevo prima temuto con la morte di Roosevelt, stava già prendendo forma. Gli Stati Uniti di Roosevelt avevano realizzato un'alleanza instabile con l'Impero della Gran Bretagna. L'Impero britannico era stato, infatti, l'agente responsabile dell'ascesa al potere di Hitler. Non parlo del semplice reame britannico, bensì dell'Impero Britannico, operante ad esempio attraverso la Banca d'Inghilterra e la correlazione di elementi di tipo finanziario, i quali sono essenzialmente l'Impero Britannico. Questo impero è modellato secondo l'antico esempio di Venezia, quella medievale, in cui un gruppo di banchieri, similmente a un'accozzaglia di parassiti, formarono una potenza imperiale, dopo aver trovato gli strumenti di governo appropriati. Così, ciò che la morte di Roosevelt segnò, fu l'abbandono dell'impegno ad eliminare dalla terra quel sistema.
Attenzione, però! Per sconfiggere Hitler, era stato necessario allearsi con la Gran Bretagna, addirittura forzandola, perché non ne aveva davvero intenzione! Agli esponenti dell'Impero piaceva Hitler! Lo avevano inventato, infatti! Era una loro creatura! Lo avevano posto al potere, con l'aiuto di alcuni americani: la banca Harriman, per esempio, perché nota per le sue politiche razziste di periodi precedenti. Il nonno dell'attuale presidente degli Stati Uniti, Prescott Bush, lavorando come segretario generale della Brown Brothers Harriman, firmò l'assegno che permise al partito nazista in bancarotta di risollevarsi! Furono la monarchia britannica e il suo rappresentante in Germania, Hjalmar Shacht, a porre Hitler al potere.
Dovendo sbarazzarsi di Hitler, ma non potendolo fare da soli, si raggiunse un'alleanza anche con l'Unione Sovietica. Durante la guerra fummo rallentati, poiché al nostro fianco c'era un alleato inaffidabile, la Gran Bretagna. Una volta, conobbi un generale tedesco, che era stato colonnello in Nord Africa; quest'uomo distinto era anche una autorità nel campo del diritto internazionale. Al mio primo incontro con lui, dissi: "Generale, Lei è d'accordo con me nel pensare che Montgomery fu il peggior comandante della Seconda Guerra Mondiale?" Al che, mi rispose: "Non può dire male di Montgomery. Mi salvò la vita!" Poi aggiunse: "Stavo comandando la retroguardia per Rommel, durante la ritirata dall'Egitto; se egli mai mi avesse preso al fianco, sarei stato ucciso!" [risate]
Così, se considerate chi fu Montgomery, riconoscerete che funzione svolse nel cosiddetto "Market Garden": prolungò la guerra in Europa per più di un anno, conducendo un'operazione della Prima Armata in un campo di battaglia le cui strade non reggevano le truppe mandate a soccorrere i paracadutisti là atterrati! E continuò in questo modo per un anno! La guerra sarebbe terminata entro la fine del 1944, senza Montgomery. Ma egli tenacemente continuò ad operare in quel modo, non soltanto perché era un pessimo generale, davvero incompetente, bensì perché egli era la persona in grado di applicare quel grado di incompetenza che Churchill desiderava: Churchill, infatti, aveva sostituito valenti comandanti britannici, per paura che essi contribuissero a vincere la guerra troppo presto.
Questo, quindi, è il tipo di problema che dovemmo affrontare. Che cosa avvenne dopo la morte di Roosevelt? Il suo programma per il dopoguerra puntava ad alcune realizzazioni a livello mondiale che i Britannici erano assolutamente determinati ad impedire: avrebbe teso ad eliminare il colonialismo, e tutte le sue manifestazioni secondarie. Il suo discorso di Casablanca, con il quale si confrontò direttamente con Churchill, è esplicito. Egli disse: "Considera questa parte di Africa! Che cosa possiamo farne nel dopoguerra? Che cosa possiamo fare per ricostruire questa regione?" Il messaggio fu chiaro: la sua politica sarebbe stata quella di eliminazione dell'Impero Britannico, ovvero del colonialismo.
Allora, quando tornai a Calcutta, con Truman come nuovo presidente, vidi già in atto il cambiamento. Lo vidi attraverso l'Asia sudorientale: le truppe giapponesi coinvolte s'erano arrese davanti alle forze di Ho Chi Minh, il quale era stato un alleato di Roosevelt. I Britannici ordinarono che le truppe giapponesi fossero liberate dai campi di prigionia, fossero loro restituite le armi, e fosse loro permesso di rioccupare l'Indocina. La ricordate questa storia? A che cosa portò? Alle guerre della Francia, e altri conflitti.
Che cosa dire degli Olandesi? Che cosa fecero quei dannati Olandesi in Indonesia, con gli stessi metodi? Una lunga guerra, per sopprimere e soffocare, laddove avrebbe dovuto esprimersi uno sviluppo umano. La promozione delle divisioni, la guerra civile, in India. Analogamente, così anche in Africa! Ecco, l'Africa è il pessimo dei casi! Ciò che i Britannici hanno fatto in Africa è uno dei peggiori crimini contro l'umanità che si potessero immaginare, Tutto cominciò con Kitchener, nel 1898.
Questa è la storia.
Ora, la concezione rooseveltiana e l'alleanza da lui stabilita erano basate su alcuni punti d'interesse per il dopoguerra. Il primo punto era quello di condurre la Russia e la Cina, benché essa fosse in quel momento una nazione smembrata, in un blocco costituente le Nazioni Unite. Questo organismo avrebbe dovuto essere un foro d'incontro, per coordinare la liberazione delle aree vittime del colonialismo, o altre azioni simili. Costruire nuove nazioni, e assisterle nel loro primitivo sviluppo affinché diventassero davvero nuove nazioni. L'obiettivo sarebbe stato quello di costruire una comunità di stati nazionali sovrani planetaria, caratterizzata da una sovranità perfetta, ma legata assieme dalle indicazioni tratte dalle lezioni imparate con la guerra appena terminata: avremmo dovuto vivere in armonia, raggiungendo i comuni scopi dell'umanità, gestendo le cose dall'alto; avremmo dovuto creare una comunità di nazioni la cui forza avrebbe prevenuto ogni cosa contraria al raggiungimento di quei fini.
Purtroppo, subendo un programma britannico, dettato agli Stati Uniti da elementi influenti di New York e di altri centri di potere, adottammo la politica opposta.

Continua: Seconda parte

  


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