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Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà
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Sul 45° anniversario del disastro del Vajont

9 ottobre 2008 (MoviSol) - Prima che il Ministro Tremonti presentasse al Senato il decreto sulla crisi finanziaria, il sen. Gianvittore Vaccari ha ricordato ai colleghi il disastro del Vajont, nel suo 45° anniversario.

A nostra volta, ricordiamo come quel disastro sia emblematico di quanto sta accadendo anche ora, a livello globale. Ora che i grandi profitti non sono più alla portata nemmeno dei giganti della finanza, si vorrebbe scoprire tutta la bellezza dell'economia pubblica solo per accollare le perdite ai cittadini.

Abbiamo già avuto occasione di farvi riferimento, su queste pagine.

1. In primo luogo, riferendo della nostra partecipazione, il 13 marzo 2004, ad una conferenza sul futuro del distretto dell'occhialeria di Longarone:

Rappresentanti del Movimento Solidarietà e dell’EIR sono stati invitati a parlare ad un’importante conferenza sul futuro della produzione industriale nel distretto dell’occhialeria a Longarone (BL) il 13 marzo. Questo distretto, uno dei più importanti per la produzione di occhiali a livello internazionale, sta rapidamente perdendo imprese e posti di lavoro come conseguenza della globalizzazione e l’outsourcing.
Lo stesso tipo di speculazione – guidata dalla SADE dell’ex ministro delle Finanze fascista Giuseppe Volpi di Misurata – portò all’evento che rese Longarone famoso nel mondo: il disastro del Vajont, in cui 2000 persone persero la vita nel 1963. Allora, per non compromettere il loro margine di profitto, i dirigenti della SADE ignorarono le chiare indicazioni dei pericoli di smottamento, fino al punto di non ritorno: e alla fine, lo stato rimase col cerino in mano. In questo modo, un grande progetto infrastrutturale portò ad una tragedia, grazie alla filosofia liberista ammessa in un’opera di tale importanza.

(vedi: Gli industriali bellunesi invitano
i rappresentanti di LaRouche
).

2. Più recentemente, il 27 maggio 2008, discutendo dell'incompatibilità tra la rinascita dell'industria nucleare italiana e il dominio liberista dell'economia:

Un secondo motivo di critica della proposta di Scajola è individuabile, nelle seguenti parole riportate sul Sole 24 Ore del 23 maggio: “Promuoveremo le tanto attese privatizzazioni dei servizi pubblici locali, affossate in passato da pregiudizi ideologici e protezionismi”, anche se “con equilibrio e fermezza, dialogando però con le categorie interessate, definendo obiettivi e percorsi condivisi. No a interventi di sapore dirigistico”. [...]
Ancora una volta si manca di evidenziare che le disfunzioni dei servizi pubblici non dipendono dalla proprietà degli stessi, ma dal generale rallentamento dell’economia, che colpisce in modo letale il morale degli uomini e usura la tecnologia esistente.
Eppure dovrebbe bastare il ricordo di come la diga del Vajont fu gestita; passata allo Stato, quando il proprietario privato si fu accorto dell’imminenza del crollo.

(vedi: Ritorno al nucleare:
Le indicazioni di Movisol
).


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