Appello di artisti e scienziati
per scongiurare il pericolo di guerra


Schiller Institute
in collaborazione con il Movimento Solidarietà

Sin dall'alba della civiltà umana non v'è mai stato un rischio così elevato di autoestinzione per la nostra specie. Dal 21 novembre 2013 si è andato consolidando in Ucraina un golpe, lungamente preparato da mani occidentali, fino a culminare nel putsch palese del 22 febbraio 2014 che ha costretto il presidente legittimo Janukovič a fuggire e ha permesso a“Jats”, il Presidente della Rada (il parlamento ucraino) tanto caro al Victoria Nuland, Vice Segretario di Stato degli Stati Uniti, di assumere i poteri di Primo Ministro. Da allora nel Paese scorrazzano bande armate di truppe d'assalto, formate da radicali di destra, antisemiti, ed elementi anti-russi, che terrorizzano i rappresentanti eletti e la gente in generale.

Fanno il giro del mondo decine di fotografie e videoregistrazioni che documentano la brutalità di questi gruppi che vantano, tramite l'uso di bandiere, simboli e canti marziali, la loro adesione alla tradizione nazista del collaborazionista Stepan Bandera e della sua Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini (OUN/ONU). Ciononostante, la linea ufficiale degli Stati Uniti e dell'Unione Europea continua ad essere quella di leggere nell'insurrezione l'espressione del desiderio di singoli individui di fuggire all'oppressione russa e di unirsi all'Europa libera e democratica.

Alcuni “pensatoi” occidentali, tuttavia, hanno cominciato ad ammettere che senza un'Ucraina amichevole sull'uscio di casa, la Russia non potrà difendersi. La combinazione di dottrine militari in atto, come lo stanziamento dei sistemi antimissile americani in Europa Orientale, la dottrina “Prompt Global Strike”, la dottrina della battaglia per aria e per mare applicata nel Pacifico, è un insieme di dottrine che non derivano più da quella vecchia del Patto Atlantico soprannominata MAD [la cosiddetta dottrina della distruzione reciproca assicurata] ma dall'idea utopistica che considera vincente, per la nostra era nucleare, una strategia del primo colpo nucleare.

La prima fase di una simile guerra consiste nella creazione di un'immagine nemica. L'avversario che si intende costruire deve in primo luogo essere demonizzato per mezzo di una campagna mediatica ben orchestrata – una tattica, questa, che rese famoso il dott. Goebbels, e fu raffinata successivamente dei servizi segreti britannici. “Essere più goebbelsiani di Goebbels” è il credo, di allora e di oggi: la gente deve essere indotta a credere che la neve sia nera [rif. Bertrand Russell, L'impatto della scienza sulla società]. Dal crollo dell'Unione Sovietica è chiara ad ogni governo la minaccia di un “cambiamento di regime” per chiunque si rifiuti di sottomettersi all'ordine imperiale della globalizzazione. Parallelamente, la Grande Menzogna è stata applicata “liberalmente”.

Vi ricordate quei bambini del Kuwait, estratti brutalmente dalle incubatrici dai soldati di Saddam Hussein? O le sue armi di distruzione di massa che in 45 minuti avrebbero potuto cancellare una qualunque località della Terra? O i generosi sentimenti democratici dei ribelli libici stanchi di Gheddafi? O i gas velenosi usati da Assad?

E ora? È il turno del Presidente Putin, il dittatore mangia-bambini, che getta in prigione oligarchi indifesi o rocchettari blasfemi, atto che, naturalmente, giustifica un conflitto nucleare. Con una campagna senza precedenti di menzogne si denunciano individui e popoli, si semina il dissenso e la popolazione viene indottrinata e confusa dalla persistenza di tale operazione, finendo per adottare “spontaneamente” l'immagine del nemico, ridare vita alla retorica della guerra fredda e auspicare una guerra calda, veramente combattuta.

E poi? Se si arrivasse alla guerra termonucleare con la Russia e la Cina, in un'ora e mezza circa verrebbe sterminata la maggioranza dell'umanità e i morti sarebbero i più fortunati, considerando quelli che morirebbero qualche giorno dopo.

La natura dell'umanità non è ciò che saremmo indotti a concepire e credere seguendo l'attitudine moralmente degenerata della maggioranza degli odierni governi nazionali, o dallo stato mentale stupefatto delle masse. L'umanità è l'unica specie che, esercitando la propria capacità creativa, è in grado di comprendere profondamente le leggi dell'universo fisico e usare tale comprensione per il miglioramento delle condizioni di vita di ciascun membro della specie umana. Gli esseri umani sono anche le sole creature viventi capaci di una visione del futuro e di plasmare tale visione traducendola in una potenza materiale di idee atta a creare tale futuro.

Poiché noi, scienziati e artisti, comprendiamo i princìpi universali della scienza e dell'arte, e tendiamo a svilupparli ulteriormente – cioè, in altre parole, cerchiamo la Verità – in quest'ora buia della storia umana lanciamo un appello a battersi per il mantenimento della pace, ad abolire una volta per tutte l'idea stessa che i conflitti possano essere risolti con la guerra, che rischia di essere combattuta con armi nucleari, e a destituire tutti i rappresentanti politici che, con la loro ideologia di scontro geopolitico, contribuiscono a porre a repentaglio l'esistenza stessa dell'umanità.

Come dimostrarono le grandi scoperte di Niccolò Cusano, G. W. Leibniz, A. Einstein, M. Planck e V. Vernadskij, le grandi composizioni di J.S. Bach, W.A.Mozart e L. van Beethoven, per citarne solo alcuni, le grandi opere poetiche di Dante Alighieri, W. Shakespeare e F. Schiller, o le opere d’arte di Brunelleschi e Rembrandt, la creatività è un'espressione dell'immortalità dell'anima umana e del potenziale di immortalità della specie. Noi, viventi, abbiamo il terribile compito di rendere la nostra vita un contributo simile, assicurando che la creatività delle grandi menti del passato torni ad essere la premessa di un potenziale illimitato per la specie umana. Come diceva Niccolò Cusano già nel XV secolo, i popoli possono giungere alla reciproca comprensione quando pongono a confronto i propri scienziati, artisti e filosofi.

Per il bene dell’umanità, per gratitudine nei confronti di tutte le passate generazioni le cui conquiste hanno contribuito all’attuale livello di sviluppo e per il nostro sacro impegno nei confronti dell'identità immortale della specie umana, facciamo appello alla popolazione mondiale affinché sia posta fine alla minaccia di una distruzione collettiva.


Aderisco a questo appello, che sarà trasmesso allo
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Washington, DC., 20041-0244

 

  

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