ECONOMIA

Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà

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Elementi fondamentali per risolvere la crisi irachena

Gli aspetti centrali da affrontare in Iraq sono quelli dello status delle forze degli USA e di altri paesi, e la transizione verso un governo eletto. Rispondendo ad una domanda su questi temi, nel dialogo tenuto su internet il 30 aprile, LaRouche ha detto che la sua dottrina deve essere innanzitutto accettata dall'amministrazione USA e deve poi diventare l'oggetto di un Ordine Esecutivo. Allora, se forze arabe amiche accetteranno la Dottrina come qualcosa per cui occorre mobilitare il proprio paese, dovrebbe accadere quanto segue:
"Un accordo con le principali forze in Iraq per un disimpegno delle forze USA dal conflitto con ogni parte della popolazione irachena. Questo significa il ritiro immediato delle forze militari USA in apposite basi. Questo è il ritiro dall'Iraq: il ritiro delle forze USA da un attivo e continuo impegno militare. E, a meno che non venga qualcuno a sparare loro addosso, esse non debbono fare uso delle armi. Questo è il primo passo".
"Il secondo passo ... consiste nel dire 'abbiamo deciso che le Nazioni Unite diventino l'ente responsabile della supervisione di quest'area, mentre noi cerchiamo di mettere in moto la ricostruzione dell'Iraq'. Questo significa che i funzionari del partito Baath, con l'eccezione di coloro che non sono ritenuti più idonei dalle diverse parti in causa, torneranno ad assolvere alle proprie funzioni, perché in realtà non avrebbero mai dovuto essere sospesi dai propri compiti ...
"Questo significa che oggi abbiamo centinaia di migliaia di iracheni ... che debbono occuparsi della ricostruzione del proprio paese. Il nostro lavoro, negli Stati Uniti, è cooperare per garantire che la ricostruzione riesca. Naturalmente riconosciamo il diritto dell'Iraq a costituire forze armate proprie, a ricostituirle, come capacità di effettiva difesa, per la nazione irachena...
"Questo significa che dobbiamo arrivare ad una sorta di accordo tra le nazioni della regione che assicuri che la pace, una volta stabilita, sia duratura. E questo è possibile subito se c'è un accordo delle forze irachene, che passa per il riconoscimento dovuto all'ayatollah Al Sistani. Occorre riconciliare la popolazione irachena attorno all'idea di ricostruire il paese. E spetta agli iracheni ricercare questa unità, non possiamo farlo noi dall'esterno. Ne abbiamo avuto abbastanza di Bremer e delle sue idee".
LaRouche ha sottolineato che, sebbene l'Iraq sia occupato, "in un certo senso resta comunque un paese sovrano, nel senso cioè che dobbiamo fare ciò che occorre per lasciarlo come un paese sovrano. Non dobbiamo fare niente che possa interferire con tale sovranità. Una volta ribaltato il processo di de-baathificazione di Bremer, occorre ripristinare la tradizione costituzionale dell'Iraq che si fonda sulla Costituzione del 1958, una carta che deve essere usata "a meno che non vengano effettuati dei cambiamenti da parte del potere sovrano del popolo iracheno stesso, volontariamente, e non da qualcuno che si presenta per dirgli che costituzione deve adottare." Così, ha aggiunto LaRouche, "qualsiasi cambiamento della Costituzione dev'essere deliberato dal popolo in tale processo, e cioè l'elezione di un nuovo governo a cui compete indire una Costituente, per fare i cambiamenti ritenuti necessari".
A proposito di tale governo provvisorio, "spetta agli iracheni negoziare la composizione di un governo ad interim". Ovviamente dovrebbero rientrarvi personalità come Al-Sistani, altri del Baath ecc. "per raggiungere un accordo sul governo provvisorio" che abbia lo scopo di "preparare la strada per un'elezione costituzionale del governo".
LaRouche ha aggiunto che l'altro aspetto importante è la ricostruzione del paese, che è stato soggetto ad oltre un decennio di saccheggi, attraverso il regime delle sanzioni, e prostrato da due guerre. Ha quindi aggiunto: "L'autorità sotto cui ricadrà la ricostruzione dev'essere costituita immediatamente. E ciò allo scopo di sottrarre tale autorità agli Stati Uniti. Noi diventeremo, sotto l'egida delle Nazioni Unite, un elemento coadiuvante, un gruppo di nazioni amiche che cercano di assistere la nazione in tale ricostituzione, e stabilire la pace nella regione nel suo insieme".

I sostegni alla "Dottrina LaRouche"
Ahmed Al-Kubaisi, una delle principali personalità religiose sunnita in Iraq e presidente del Movimento Patriottico Unito Iracheno, ha dato il suo sostegno alla proposta di LaRouche per l'Iraq intitolata "la dottrina LaRouche". Parlando con un corrispondente dell'EIR, Al-Kubaisi (da non confondere con i vari Al-Kubaisi protagonisti della vicenda degli ostaggi italiani) ha detto: "Riferisca a mio nome che io sostengo la proposta per una nuova politica USA in Iraq e nella regione che laRouche ha intitolato 'la Dottrina LaRouche'." Il leader sunnita ha anche detto che pubblicherà il testo di LaRouche sulla rivista bisettimanale Al-Sa'a, organo del suo movimento.
Al-Kubaisi, che cita spesso LaRouche nei suoi sermoni, discorsi e interviste televisive, lo ha recentemente definito "la coscienza vivente degli USA". Il suo movimento, fondato subito dopo l'invasione anglo-americana dell'Iraq nell'aprile 2003, è aperto a tutti gli iracheni, siano essi musulmani, cristiani o ebrei. Nato nel 1934 nel governatorato occidentale di Al-Anbar, dove si trava anche Falluja, Ahmed Al-Kubaisi è stato presidente dell'Associazione degli studiosi iracheni e del Dipartimento della Sharia nella scuola di diritto irachena, presidente della facoltà degli studi islamici nell'Università degli Emirati (UAE), e membro del Consiglio Supremo dell'Università Islamica di Al Medina in Arabia Saudita.
La dottrina LaRouche, che sta circolando moltissimo in lingua araba, oltre che in inglese, spagnolo, francese, tedesco ed italiano, ha riscosso anche il sostegno pubblico del prof. Mohammed Selim, studioso egiziano che dirige il Centro per gli studi asiatici dell'Università del Cairo. Il 30 aprile e il 3 maggio il quotidiano arabo Al Arab, pubblicato in Inghilterra, ha dedicato due articoli alla proposta.
In Italia la proposta è stata pubblicata in due puntate, il 1 e 3 maggio, da Il Campanile, organo quotidiano ufficiale dell'UDEUR-Alleanza Popolare, presieduto dal vice presidente della Camera Clemente Mastella.
In un'intervista all'agenzia Agenparl, pubblicata il 29 aprile, l'economista Nino Galloni ha commentato: "Dobbiamo riconoscere gli errori e mostrare rispetto per la cultura araba e islamica. Dobbiamo anche consentire la ricostituzione delle forze nazionali arabe -- come sottolinea attualmente il leader americano Lyndon LaRouche".

Il 29 aprile Lyndon LaRouche è stato intervistato da "IslamOnline.net" in una trasmissione di 90 minuti la cui trascrizione è disponibile nel sito. Qualche giorno prima il prof. Mohammed Selim, direttore del Centro per gli studi asiatici dell'Università del Cairo, aveva espresso "completo sostegno" alla dottrina esposta da LaRouche (cfr. Alert n. 19). Diversi diplomatici e personalità arabe in Europa hanno fatto sapere di essere impegnati nella promozione dell'idea presso i governi ed i mezzi d'informazione. Nella regione del Golfo ed in Egitto circola una petizione a sostegno della "Dottrina LaRouche".
Il 3 maggio Mostafa Ali Al-Bazergan, presidente dell'Iraq Information and Research Center (IIRC) di Londra, ha dichiarato di esprimere il sostegno proprio e dei colleghi dell'IIRC "per il contenuto della 'Dottrina LaRouche' e per gli aspetti in essa contenuti che garantiscono gli interessi del popolo iracheno e la fine dell'occupazione americana dell'Iraq in una maniera che protegga gli interessi di ambo le parti stabilendo rapporti mutui equilibrati, fondati sul principio del dialogo e della comprensione". Al-Bazergan è il nipote dell'eroe della rivoluzione antibritannica irachena del 1920.
Il 3 maggio la dottrina LaRouche è stata presentata alla New TV libanese. Il 5 maggio la stessa emittente ha intervistato Al-Bazergan, il quale ha lanciato un appello per "iniziare una discussione approfondita sulla 'Dottrina LaRouche' nella regione e internazionalmente".
Un articolo di Hussein Askary sulla dottrina LaRouche, pubblicato dall'EIR, è stato ripreso da diversi giornali arabi e da siti internet come Middle East Online, All4Siria, Al-Wasat, Tahrir.net, Al-Oudrun, ed altri.
Il rappresentante di LaRouche in Francia, Jacques Cheminade, è stato invitato nel Qatar per esporre la Dottrina LaRouche al Centro arabo di studi e ricerche. Il giorno successivo la sua presentazione di 90 minuti è stata ampiamente recensita da tre giornali.