ECONOMIA

Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà

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Cheney rilancia la politica guerrafondaia contro l'Iran

Benedetto XVI a Ratisbona e Bernard Lewis

Guerra asimmetrica globale: il presidente George W. Nerone

Il generale Ivashov: come dice LaRouche, dietro questa guerra c’è l’oligarchia finanziaria internazionale

L’eredità di Wohlstetter nella strategia nucleare dei neo-cons

La guerra di Halliburton

Gli USA nella trappola della privatizzazione delle forze armate

Il pericolo di guerra e i “piegatori di cucchiai” tra i militari USA

Per Cheney la guerra è l'alternativa alla minaccia della pace

Mini-nukes: il fantasma di Bertrand Russell abita nel Pentagono di Cheney e Rumsfeld

Per un nuovo Trattato di Westfalia

Come gli USA vedono la NATO e l'Unione Europa

La dottrina LaRouche

Impeach Cheney

Dopo il pastrocchio: Cheney e i neo conservatori se la prendono con LaRouche

Halliburton: il teorema neo-con è fallito

Il vice presidente Cheney deve andarsene

Un mondo di stati nazionali sovrani

Preparare un controgolpe a Washington

Il partito della guerra non è invincibile

La vera alternativa alla guerra

LaRouche: l'11 settembre un anno dopo

Guerre e terrorismo, conseguenze del crac finanziario

Gli USA verso lo stato di polizia

Brzezinski e l’11 settembre

LaRouche, Rafsanjani e l’11 settembre

Gli USA minacciati dal colpo di stato

Dialogo delle civiltà per la ricostruzione mondiale

Nuove considerazioni sullo scudo spaziale

Medio Oriente: il fondamentalismo che viene dall'occidente

Organizzazione regionale sotto una nuova Bretton Woods

La destabilizzazione geopolitica globale


[Solidarietà, anno XII n. 2, giugno 2004]



Asia Sudoccidentale:

La dottrina LaRouche



di Lyndon H. LaRouche, Jr.

17 aprile 2004

Il futuro degli Stati Uniti e di molta parte del mondo è messo in pericolo dalla politica economica e militare seguita dall'amministrazione Bush, a cui si aggiunge l'insensatezza della campagna elettorale del sen. Kerry, vittima di cattivi consiglieri. A parte le differenze di ordine secondario, allo scopo pratico della definizione delle scelte politiche, i due schieramenti elettorali condividono presupposti assiomatici identici per quanto riguarda a) l'economia e b) la questione della guerra asimmetrica che si sta rapidamente inasprendo in Iraq e in Palestina. I due schieramenti, le cui differenze si limitano alla ridistribuzione dei posti a sedere sul ponte del Titanic-USA, si rifiutano, ambedue, di dire o fare qualcosa che sia almeno utile e urgente, in merito al fatto che, ferme restando le politiche proposte da tutt'e due, la barca di questo stato finirà sicuramente per colare a picco.
Se Kerry continua con la sua recente campagna dei patetici "vengo anch'io" nelle prese di posizione elettorali su questi argomenti, avrà imboccato l'unica via che porta alla probabile rielezione di Bush. I tentativi di Kerry di cercare di placare la minacciosa amministrazione Bush e di compiacere interessi finanziari che si prospettano come finanziatori della sua campagna elettorale, la sua propensione ai soli gesti simbolici senza mai venire al dunque, finiscono per alienare, e forse anche per infuriare ampi strati di quei cittadini, "i proverbiali dimenticati", da cui dipende una vittoria elettorale democratica a novembre. Per il momento Kerry è destinato a perdere, visto quello che sta facendo per guadagnarsi tale sconfitta. Che il presidente Bush sia stato effettivamente eletto, oppure semplicemente sbattuto in quell'ufficio, non fu affatto chiaro in quella vicenda del gennaio 2001, che si può caratterizzare come una eiaculazione precoce anti-costituzionale del giudice Antonin Scalia della Corte Suprema, personaggio le cui propensioni in materia di diritto costituzionale ricordano più spesso la Confederazione sudista che la Costituzione USA. Ciò nonostante abbiamo adottato Mr. Bush come presidente, forse come atto di compassione da parte di chi si rendeva conto che all'ufficio di collocamento non avrebbero proprio saputo a chi piazzare un pupazzo alla Provolino, gestito da un ventriloquo che si chiama Dick Cheney.
Intanto, nessuno dei due candidati rivali adesso ha più niente di sostanziale da dire sulle questioni più importanti. Il mio dovere è quello di sostituire il sen. Kerry come probabile candidato scelto dai democratici o creare una situazione in cui lui sia costretto a diventare uno sfidante vincente e un candidato qualificato a sostituire Bush.
Sull'economia:
L'attuale sistema monetario e finanziario mondiale si trova nella fase terminale di un tracollo generale. Contrariamente ai dinieghi del sen. Kerry, ad esempio, quasi ogni banchiere centrale importante nel mondo di oggi, che convenga o meno con i rimedi da me proposti, nelle sua discussioni private concorda con l'accuratezza fattuale dei miei moniti sul tracollo in corso. I banchieri sanno che si tratta di un tracollo di cui è responsabile Alan Greenspan, lo sponsor della politica dei derivati finanziari, sanno che il crollo si prospetta peggiore di quello del periodo 1928-1933 e sanno che è imminente. Il sistema monetario e finanziario è preda di una spirale iperinflazionistica alimentata dai mercati dei derivati la cui logica a senso unico non ammette via di scampo.
E' possibile uscirne e imboccare la strada della ripresa, ma solo instaurando un sistema monetario nuovo come quello che fu architettato dal presidente Franklin D. Roosevelt. O si riorganizza questo sistema mondiale subito, come fece Roosevelt allora, oppure saremo travolti da una epidemia globale di economia fascista dei "fondi avvoltoio", simile a quella che infestò gran parte dell'Europa centrale e occidentale nel periodo 1922-1945. Questa prospettiva non ci minaccerà tra alcuni anni, ma nell’immediato futuro.
A riguardo di questi problemi dell'economia, il sen. Kerry sembra non voler altro che andare incontro ad un disastro elettorale. Ricorda, e non a caso, quel pasticcione di Al Gore, che se non avesse commesso tutte quelle follie, non ci avrebbe dato questa presidenza Bush.
Abbiamo molto poco tempo. Il crollo generale del sistema finanziario potrebbe essere questione di giorni, o potrebbe essere rimandato solo per poco tempo con i soliti trucchi che alimentano l'iperinflazione.
Lo spiego.
Nella primavera del 1987 previdi un grande tracollo delle borse che si stava prospettando per l'ottobre successivo e che poi si verificò con tutta puntualità. Quando ciò avvenne, l'ex presidente della Federal Reserve Paul Volcker, che a partire dal 1979 era indaffarato a trasformare l'economia USA in un rottamaio, fu sostituito dall'attuale promotore di bolle speculative Alan Greenspan. Questi reagì alla situazione disperata lasciatagli da Volcker nell'ottobre 1987 inventando un nuovo tipo di denaro che chiamano "derivati finanziari". Le persone intelligenti, però, preferiscono non parlare di "derivati", bensì di "scommesse" che si vanno ad aggiungere a quell'impresa dell'azzardo istituzionalizzato nota come il mercato della speculazione sui titoli. Greenspan ha fatto di questo volume di scommesse, che nel 2003 sono state stimate a 8,7 milioni di miliardi di dollari, una gigantesca truffa contabile, una fonte di assets nominali, considerati come se avessero un qualsiasi valore economico reale sui regolari mercati finanziari, compresi quelli delle azioni e delle obbligazioni.

Sfondare la barriera dei bonds

Per comprendere il tracollo del sistema finanziario e monetario in corso, si paragoni l'inflazione dei mercati finanziari, che è dovuta soprattutto alla truffa dei derivati, ad un jet che sta per sfondare il muro del suono, provocando la famosa onda d'urto sonora che fu per primo spiegata dal fisico tedesco Bernhard Riemann, a metà dell'Ottocento. Per applicare il concetto di Riemann alla crisi economica di oggi, la condizione limite che definisce il fronte dello shock è il rapporto tra il tasso di aumento degli aggregati finanziari e quello della diminuzione della produzione di beni fisici, ma escludendo valori fittizi come i "servizi", questa follia economica così ben rappresentata dal fenomeno Wal-Mart nella cosiddetta "micro-economia".
Con l'aumentare geometrico degli aggregati finanziari, il necessario abbassamento del tasso di sconto che occorre per sostenere la bolla finanziaria converge verso un tasso overnight praticamente zero, come quello che caratterizza il praticamente fallito sistema bancario giapponese. L'emissione inflazionistica di credito monetizzato è principalmente usata per puntellare i mercati finanziari USA che rischiano altrimenti di crollare. La truffa dei titoli emessi su mutui ed ipoteche, sotto la regia di Greenspan, che passa attraverso istituti come Fannie Mae negli USA, e il caso ancora peggiore della speculazione immobiliare in Inghilterra, sono le conseguenze collaterali tipiche di una situazione finanziaria e monetaria internazionale che diventa sempre più esplosiva.
Mentre la curva dell'inflazione punta ormai quasi direttamente verso l'alto, i fenomeni simili alle vibrazioni che scuotono l'aereo si fanno sempre più minacciosi. L'aereo potrebbe andare in frantumi in volo, oppure potrebbe sfuggire al controllo per dirigersi verso un schianto sicuro, anche se è difficile stabilire come e dove. Questo è ciò che accadde a diversi prototipi per il volo supersonico, fino a quando un ingegnere tedesco non mostrò ai progettisti americani, con uno schizzo semplice semplice, come riprogettare l'aereo per i voli supersonici, secondo il principio dell'onda d'urto di Riemann.
Per avere un punto di riferimento, questa bolla poteva scoppiare alla fine della presidenza di Bush senior, la cui sconfitta elettorale fu in gran parte provocata dalle le turbolenze che essa generò. La bolla dell'IT (Information Technology), alimentata da Greenspan, tenne in vita la truffa sotto l'amministrazione Clinton fino alla primavera del 2000, quando la bolla entrava già nell'attuale fase di collasso generale. La crisi che Soros provocò in Asia nel 1997 fu un prodotto di questo. Il crollo dei titoli di stato russi GKO, nell'agosto 1998, ne fu un’altra conseguenza. La politica iperinflazionistica del "muro di denaro" introdotta alla fine del 1998 rimandò il tracollo per la durata dell'attuale amministrazione Bush.
Adesso la curva, che è paragonabile a quella del fronte dello shock, si sta impennando, praticamente puntando dritto verso l'alto. L'emissione inflazionistica di denaro e titoli finanziari ha raggiunto un'accelerazione tale da riflettersi visibilmente nella distruzione accelerata dell'economia fisica reale sottostante; ciò tende a produrre un effetto iperbolico combinato. A tal punto, niente può posticipare il crollo del sistema monetario e finanziario mondiale nella sua forma attuale.
Questo è un fatto che in ambienti politici ed economici può essere negato soltanto da ignoranti e bugiardi. Piuttosto, come potrebbe suggerire il grande Francois Rabelais, il prossimo incontro del FMI potrebbe finire per tenersi attorno ad un tavolo, dove i partecipanti in preda al panico siederanno su dei water a scaricamento d'acqua automatico.
Quello che è certo è che se l'attuale amministrazione Bush sarà rieletta a novembre, ciò garantirà un crollo finanziario generale e quindi un governo mondiale di stampo fascista, sotto l'influsso dei neo-schachtiani Felix Rohatyn e Robert Mundell e sotto il controllo dei grandi fondi-avvoltoio. In tale contesto, secondo la tradizione della Società Fabiana, Cheney e Blair darebbero il via libera ad una politica di guerra infinita sempre più diffusa in tutto il mondo, ricorrendo alla dottrina della guerra nucleare preventiva a cui si deve la disperata situazione in cui gli USA sono andati a cacciarsi in Iraq.
Intanto, dopo il novembre 2004, sotto una nuova squadra di Bush, Cheney, Ashcroft e Scalia, gli USA sarebbero trasformati, con misure di emergenza, in uno stato fascista sul modello che Ashcroft e Scalia stanno già resuscitando sempre più aggressivamente dai manuali di Carl Schmitt, il "giurista della corona" del Terzo Reich che fu anche il primo sponsor di Leo Strauss, le cui dottrine fascistoidi hanno prodotto i neocon di Cheney. L'ora del crepuscolo di quegli eterni dannati dell'Olimpo finanziario solitamente comporta l'ora di guerre e dittature come quelle che solitamente caratterizzano le epoche buie.
A proposito della guerra:
Il tema immediato di questa dichiarazione politica è il compito di portare al sicuro nella maniera più rapida e sicura le forze militari USA, sottraendole a quell'inferno di disintegrazione in cui si sta trasformando l'occupazione militare dell'Iraq.
Né il presidente Bush, né il senatore Kerry almeno per il momento, hanno la competenza per definire l'approccio pratico necessario a portare a termine la ritirata. Né la politica qui esposta potrebbe funzionare senza essere presentata come la mia dottrina, come espongo di seguito, anche se il governo USA dovesse farla propria.
La dottrina è la seguente:



L'INTERESSE DEGLI USA
NELL'ASIA SUDOCCIDENTALE


di Lyndon H. LaRouche Jr.
17 aprile 2004

1. Le cause della guerra asimmetrica che ribolle in Iraq, così come i rimedi, non possono essere individuate entro i limiti dell'attuale configurazione delle forze che si stanno scontrando in Iraq. Non ci sono motivi morali o militari che giustificano la politica USA di tenere le nostre forze nel territorio iracheno. Dobbiamo pertanto mettere al sicuro le truppe tirandole rapidamente fuori dall'Iraq. Questo non è però possibile senza creare un più ampio contesto strategico in cui la soluzione diventi effettivamente fattibile.
Le forze USA in Iraq sono intrappolate in questa contraddizione: o caricano a testa bassa, come propone il segretario alla Difesa Rumsfeld in preda alla disperazione, oppure si ritirano, indifferenti alle conseguenze. In ambedue i casi gli USA finirebbero in un ginepraio ancora più spinoso di quello attuale, in Iraq e nel resto del mondo. Pertanto, l'attuale situazione sul campo deve essere risolta concependo sul piano strategico un aggiramento sul fianco.

2. Nel definire una soluzione fattibile, occorre passare dall'Iraq in quanto tale al contesto più ampio dell'intera regione dell'Asia sudoccidentale. Soltanto nell'ambito di una ridefinizione adeguata degli interessi politici degli USA in tale regione, come una unità coerentemente definita di obiettivo politico, è possibile sollecitare le diverse forze che occorrono per creare una via d'uscita per l'Iraq di oggi.

3. La politica estera degli USA deve riconoscere l'Asia sudoccidentale come delimitata da quattro stati principali, la cui cooperazione è indispensabile alla creazione di una zona di stabilità tra le nazioni ed i popoli della regione. Questi sono: Turchia, Siria, Iran ed Egitto. La sicurezza del corno nordorientale della regione così definita esige che il suo fianco sia protetto, garantendo la non interferenza di interessi esterni, in particolare respingendo ingerenze esterne nelle discussioni in corso sulla cooperazione tra Armenia, Azerbaijan e Iran.
Solo promuovendo la promulgazione immediata di una dichiarazione dell'impegno degli USA a riconoscere che questa è la realtà dell'Asia Sudoccidentale, sarà possibile riscuotere il necessario sostegno per un ritiro in buon ordine delle truppe USA dall'Iraq. L'aggiramento sul fianco consiste nell'accettazione di una tale dichiarazione USA da parte di queste e di altre nazioni della regione rappresenterebbe la necessaria manovra di “aggiramento sui fianchi” che offre una via d’uscita strategica. Pertanto iniziative nella direzione qui indicata sono urgenti e debbono essere immediate.

4. Il tentativo di stabilire una tale zona di mutua sicurezza nell'Asia Sudoccidentale è destinato a fallire se gli USA non intraprendono, con la massima energia possibile, anche un'iniziativa in cui si impegnano incondizionatamente ad avviare negoziati immediati per un accordo bilaterale di pace, secondo i confini da tempo determinati, tra lo stato palestinese e quello israeliano. Nessuno, nell'Asia sudoccidentale o in gran parte del resto del mondo, potrebbe prendere sul serio gli USA se questi non compiono azioni risolutrici, senza i soliti equivoci, per comporre una pace da tempo dovuta tra palestinesi ed israeliani, che sia coerente con i principi di fondo del Trattato di Westfalia del 1648.
Se le nazioni dell'Asia sudoccidentale accetteranno questa composizione, garantita dal sostegno degli USA, sarà possibile mobilitare le forze globali che sono necessarie.

5. Nessuna politica del genere enunciata dagli Stati Uniti, nemmeno riprendendo letteralmente tutto quanto qui esposto, potrebbe essere accettata dalle popolazioni della regione a meno che il governo degli USA non identifichi espressamente e per nome tale dichiarazione come l'adozione della "Dottrina LaRouche". Nessun'altra figura politica degli USA sarebbe oggi in grado di riscuotere la fiducia del mondo arabo e di altre parti del mondo a tale scopo.
Inoltre il significato essenziale del mio nome sta nel fatto che il governo degli Stati Uniti, nelle mani di personaggi come il vice presidente Cheney e i suoi neo-conservatori, ha seguito la politica utopistica che passa sotto nomi come "guerra infinita" o "guerra nucleare preventiva". Queste politiche derivano dalle dottrine della Società Fabiana formulate da due personaggi che odiavano l'America, H.G. Wells e Bertrand Russell; queste dottrine prevedono un "governo mondiale attraverso il terrore delle armi nucleari", il terrore che ha governato il mondo nel periodo che va dai bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki fino agli sviluppi che si sono verificati in Europa del 1989. Cheney, in particolare, ha preso di mira Siria, Iran, Corea del Nord ed altre nazioni per cercare di vittimizzarle con una tale politica. Se rieletto, c'è da attendersi che Cheney passi subito ai fatti, come attacchi nucleari "preventivi" su quelli ed altri obiettivi, che farebbe eseguire subito dopo il voto di novembre. Nessuna presa di posizione politica degli USA sarà considerata credibile nel mondo, a meno che tale dichiarazione, così come da me formulata, non sia considerata come una eliminazione sistemica della tradizione anglofona del "governo mondiale" di Bertrand Russell e della sua odierna associazione con le dottrine del vice presidente Cheney.

6. E' necessario che gli avvocati di Wall Street e gente della stessa risma vengano tenuti fuori dalla politica. Tentativi di sviluppare un "piano dettagliato di ritirata", o di negoziare un "contratto", non potranno essere avviati prima del raggiungimento di un accordo di principio, almeno tra i partner principali di quello che deve diventare un nuovo accordo di sicurezza e sviluppo nell'Asia sudoccidentale. Occorre ricordare bene come l'inizio della rovina degli Accordi di Oslo, pur eccellenti, avvenne quando certi interessi finanziari, come quelli associati alla Banca Mondiale, ottennero il permesso di intervenire, come se fossero i legali degli interessi bancari, introducendo distorsioni nella realizzazione degli accordi, tanto che non fu più possibile realizzare nessuna delle misure di sviluppo economico previste. Quell'errore creò il vuoto, l'inazione, per cui la malvagità di Nethanyahu, Ariel Sharon ed altri, apparentemente da ambo le parti, ebbe mano libera.
a) Soltanto i principi che hanno una base costituzionale nella legge naturale, piuttosto che nella legge positiva, come il grande principio costituzionale del "vantaggio dell'altro", contenuto nel Trattato di Westfalia del 1648, potrebbero riuscire a formare un fondamento di partenza per stipulare accordi nelle circostanze in cui oggi versa la regione. La legge positiva ora deve attendere fino a quando si riuscirà ad adottare i basilari principi ecumenici della legge naturale.
b) Le questioni economiche più importanti della regione mediorientale sono l'acqua e l'elettricità. Nella zona più prossima ad Israele e nella Palestina occupata, ad esempio, non c'è acqua sufficiente per consentire un pacifico sviluppo demografico. Mezzi artificiali, come la dissalazione di grandi volumi di acqua per alimentare la rete idrica potabile, insieme alle strutture necessarie per produrre e distribuire elettricità, sono i prerequisiti per una pace duratura nell'intera regione. In generale, la pace diventa una prospettiva a lungo termine, solo se nella regione si diffonde lo spirito del Trattato di Westfalia, che ne faccia una zona di cooperazione e sviluppo degli stati sovrani.

7. Gli Stati Uniti debbono riconoscere il ruolo cruciale che la stabilità dell'Asia sudoccidentale finisce per assumere se si vuole mettere in moto una ripresa economica attraverso lo sviluppo dell'intero continente eurasiatico e delle vaste regioni connesse. Gli USA hanno un interesse vitale nello sviluppo di questa regione del mondo, di modo che le condizioni di vita ed i rapporti di cooperazione tra le popolazioni possano creare un sistema di cooperazione per il progresso in cui gli stessi Stati Uniti desiderano essere riconosciuti come un partner utile ed attivo. Se diamo alle fiamme la casa del vicino siamo certi che la nostra resterà davvero indenne?

La politica militare USA

8. Il modo in cui la mia proposta politica per l'Asia sudoccidentale sarà accolta nel mondo, indurrà altre nazioni interessate ad esaminare la mia politica militare in maniera molto attenta. A tale proposito i punti da specificare sono i seguenti:
a) Propongo che gli USA facciano propria la politica per un pronto ritiro delle forze militari USA dal Medio Oriente da me proposta. Come Presidente io ritirerei il grosso delle forze negli USA dove procederei alla loro ricostituzione. Pertanto propongo dei punti esemplari di una politica militare affinché sia accettata da noi e da altre nazioni.
b) La politica militare degli USA da ora in poi dev'essere la riaffermazione di una tradizione militare della Difesa Strategica, così come questo termine fu inizialmente definito in maniera significativa e scientifica dal grande Lazare Carnot, colui che salvò la Francia, in pratica sconfitta, dall'occupazione e dallo smembramento da parte degli eserciti coalizzati di quasi tutta l'Europa. Questa politica, poi arricchita da Gerhard Scharnhorst in Prussia, tornò di nuovo alla ribalta sia con la distruzione della Grande Armata napoleonica, nella trappola strategica che le fu tesa sotto lo zar Alessandro I, e sia con la successiva iniziativa prussiana che distrusse le forze in ritirata dell'Imperatore, prima che egli potesse raggiungere la Francia per riorganizzare un nuovo esercito. Questo fu il principio a cui ricorse il generale Douglas MacArthur nella Guerra del Pacifico, e che fu applicato dai tradizionalisti Marshall e Eisenhower, nonostante gli ostacoli costituiti dagli accordi molto difficili raggiunti dagli USA con Winston Churchill ed altri in Europa.
c) La difesa strategica presuppone la ricerca e la promozione della pace e non della guerra infinita. Mai più si debbono tollerare le imitazioni dell'Imperatore-ladrone Napoleone Bonaparte, che fu il precedente ideologico delle successive guerre di Adolf Hitler. Così, in tempo di guerra e di pace, le forze militari USA debbono essere concepite soprattutto come forze del Genio militare, guidate da ufficiali le cui qualificazioni poggiano su una competenza scientifica ed ingegneristica, che sono capaci di comprendere la missione del braccio militare della repubblica, con i compiti connessi e con le relative funzioni di intelligence, e che dispongono inoltre di una buona comprensione storica dell'arte dello stato, in particolare della storia della civiltà europea a partire dall'antica Grecia.
d) I riferimenti che Carnot fece al Vauban, e all'intento di fortificazioni come Belfort e Neuf Breisach, quando sviluppò la nozione della difesa strategica per la Francia, piuttosto che ai dogmi del mercenario Jomini, rappresentarono la base su cui l'accademia militare di West Point fu rivitalizzata all'epoca dei presidenti James Monroe e John Quincy Adams. Ciò fu rafforzato dalla grande capacità di spionaggio e controspionaggio degli USA, soprattutto con la Società di Cincinnato diretta dal generale marchese de Lafayette e servita da eroi come Washington Irving, James Fenimore Cooper, dallo specialista in controspionaggio Edgar Allan Poe, ed altri.
e) Nei circa quarant'anni successivi all'intervento ufficiale americano nella guerra in Indocina, gli Stati Uniti e i suoi settori militari hanno subito un grave degrado, perdendo la qualità di una forza adatta alla difesa strategica, e sono diventati uno strumento imperiale. Questa trasformazione è avvenuta insieme a quella dell'economia nazionale, che da prima produttrice mondiale quale essa fu fino al periodo 1966-1968, è diventata un'economia "post-industriale" sempre più predatoria, come è nettamente emerso nel periodo 1971-1981. In tale intervallo iniziò lo smantellamento delle infrastrutture e dell'occupazione nei posti altamente produttivi, e la nazione fu trasformata in qualcosa che cominciò ad assomigliare alla Roma imperiale; la sua popolazione è stata tenuta buona con il pane e gli intrattenimenti da Colosseo, mentre all'estero si saccheggiano popoli e paesi sottomessi.
f) La decadenza che oggi contraddistingue la teoria e la pratica della strategia USA va fatta risalire agli accordi raggiunti tra l'apparato di sicurezza nazista e una fazione negli USA legata ad Allen Dulles ed al suo associato James J. Angleto. Sotto tale accordo, la sezione dell'apparato della sicurezza nazista che faceva capo a Schellenberg e a Wolf in Italia, e alla rete internazionale di Hjalmar Schacht che aveva portato il Nazismo al potere in Germania, furono assorbiti come "efficaci entità antisovietiche" nell'apparato di intelligence anglo-americano e, nella fase successiva, nella NATO. Questa cooptazione di un nucleo dell'apparato nazista in ciò che divenne nota come l'ala "utopistica" dell'establishment strategico anglo-americano, diventò una parte integrale della politica del "governo mondiale attraverso la guerra nucleare preventiva" promossa allora da Bertrand Russell e oggi dal vice presidente Cheney e dai suoi. Le nuove generazioni dell'apparato nazista infestano l'Italia, la Francia, la Spagna e le nazioni dell'America centromeridionale, ed infestano anche gli ambienti militari utopistici degli USA di oggi. Il vice presidente Cheney e i neo-con, come Michael Ledeen, funzionalmente sono dei rappresentanti ideologici dell'eredità delle Allgemeine-SS naziste (il "fascismo universale" favorevole alla "globalizzazione").
g) L'aggiunta dell'elemento nazista alla fazione utopistica dell'establishment anglo-americano è passato attraverso la Spagna franchista e un'ampia componente delle SS che fu salvata dalla repubblica di Salò nominalmente governata da Mussolini ma in realtà sotto il generale delle SS Wolf. Per quanto malvagi per propria natura, questi elementi però furono solo degli strumenti di quella stessa Internazionale Sinarchista costituita dalle organizzazioni bancarie private che avevano portato il fascismo al potere in gran parte dell'Europa centro-orientale nel periodo che va dal 1922 al 1945. La stessa rete di organizzazioni bancarie sinarchiste che figurano dietro le avventure fasciste del 1922-1945 corrisponde oggi agli interessi finanziari dietro Cheney e la politica della Società Fabiana che controlla il numero 10 di Downing Street a Londra.
Soltanto denunciando questi fatti orribili gli USA possono concepire una dottrina strategica e instaurare una pratica istituzionale che rappresenti davvero il proprio interesse. Se gli USA dichiarano che tali relitti del passato non saranno più tollerati, allora le riforme necessarie nella politica e nella pratica, per tornare alla tradizione dei padri fondatori della repubblica ed alla propria Costituzione, potranno essere di nuovo realizzate.

9. La questione della pace e della sicurezza oggi non può essere separata dalla ricostruzione dell'economia USA, che deve tornare al suo ruolo di principale società produttrice del mondo, un ruolo espresso attraverso la qualità del progresso scientifico e tecnologico. Per questo occorre che la repubblica sia ricostruita in modo che le istituzioni militari più rappresentative della tradizione della difesa strategica debbono essere messe in grado di riprendere il loro tradizionale orientamento costituzionale.
a) Come comprese il grande riformatore prussiano Scharnhorst, una politica di difesa strategica dipende dall'integrazione dei militari regolari con la "general militia", le riserve organizzate o meno che possono essere mobilitare per la guerra o altre emergenze. La milizia è in grado di adempiere ai suoi doveri nella misura in cui è qualificata come corpo di ingegneri, mentre le forze inviate ad occupare l'Iraq non vantano una tale qualifica, e non sono state in grado di coinvolgere subito la ben più ampia milizia irachena, come partner, nei lavori ingegneristici che avrebbero permesso alle nostre forze di ritirarsi una volta portata a termine con successo la missione assegnata.
b) La ricostruzione della fallita economia USA può avvenire soltanto con enormi investimenti a lungo termine, con credito emesso dal governo per i programmi delle infrastrutture economiche di base: un volume forse pari a 6000 miliardi di dollari per la formazione di capitale nell'arco di quattro anni. Il problema che si incontra qui è la mancanza di specializzazione della forza lavoro disoccupata o sottoccupata. Negli anni Trenta, sotto il Presidente Franklin D. Roosevelt, creammo il Civilian Conservation Corps, principalmente coordinato dal Genio militare, costituendo così intere divisioni pronte per la guerra, ma che contribuirono anche notevolmente alla costruzione della forza lavoro civile nel dopoguerra. Un esempio è il ruolo svolto da Sargent Shriver alla testa dei Peace Corps fondati da Kennedy. L'orientamento delle forze militari regolari verso un rapporto complementare con le riserve, e il ritorno alle qualificazioni scientifiche ed ingegneristiche nell'addestramento e nelle mansioni fornirà un'integrazione al compito di ricostruire le capacità produttive oggi devastate, ed il mantenimento di una qualità e quantità adeguata di forze di riserva.
c) La guerra deve finire con la pace. Una forza militare che affronta una guerra necessaria deve ultimare l'opera costruendo le basi per una pace duratura e deve disporre delle qualificazioni necessarie per compiere una tale missione.

10. Diciamo al mondo, coraggiosamente, chiaramente, senza equivoci che questo è lo scopo per cui siamo stati creati e questo dobbiamo tornare ad essere. Allora diventeremo invincibili in qualsiasi iniziativa giusta ed eviteremo molto attentamente ciò che non dobbiamo fare.