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Si rafforza la Costituzione al Senato USA

I democratici impegnati a difendere la procedura della filibuster nel Senato USA sono riusciti a tirare dalla loro parte almeno sei colleghi repubblicani, alcuni di essi come indecisi e altri espressamente contrari alla cosiddetta "opzione nucleare" minacciata da Bill Frist, il capogruppo dei 55 senatori repubblicani al Senato, e cioè l'eliminazione della tattica che consente ad una vasta opposizione di sbarrare la strada ai diktat della maggioranza.
[vedi articoli precedenti su questo tema
"Il senatore Byrd denuncia il pericolo del totalitarismo negli USA"
e "Senatori democratici contro la svolta dittatoriale"]

La filibuster, garantita dalla Costituzione, può essere annullata ricorrendo ad uno stratagemma procedurale che richiede il sostegno della metà dei 100 senatori alla decisione presa dal presidente del senato, nella persona del vice presidente Cheney.
Il quotidiano Washington Times del 23 marzo riferisce che i senatori che hanno espresso le loro riserve sono Susan Collins, John W. Warner, John McCain e Chuck Hagel. Espressamente contrari alla decisione sono Lincoln Chafee e Olympia J. Snowe.
Se nessun democratico passa dalla parte di Frist, sono così solo 49 i senatori che voterebbero a favore della decisione di Cheney di abolire la filibuster, uno in meno del minimo necessario.
Ci sono inoltre alcuni senatori che non hanno ancora preso posizione di sorta: né a favore, né contro, né indecisi. Si tratta di Thad Cochran, John E. Sununu e George Voinovich.


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