Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà

 

 

Alfonso Gianni, Andrew Spannaus, Lyndon LaRouche, Claudio Celani e Catia Polidori


Lyndon LaRouche a Roma a colloquio con imprenditori e politici

29 febbraio 2008 – Catia Polidori, presidente dei giovani imprenditori Confapi, e Alfonso Gianni, sottosegretario allo Sviluppo Economico, hanno dialogato con un ospite d'eccezione ieri a Roma: Lyndon LaRouche, prestigioso economista americano e già candidato alla presidenza degli Stati Uniti. LaRouche è per alcuni giorni a Roma prima di ripartire per gli Stati Uniti, dove la sua corrente nel Partito Democratico è impegnata a “impedire l'opzione Bloomberg” - il campione dell'antipolitica in versione Usa - come egli ha spiegato ad un pubblico riunito nei locali del Senato in via di Santa Chiara. LaRouche ha rilanciato la sua idea di un ritorno alla politica di Roosevelt, il presidente del “New Deal”, per uscire da quella che egli ha definito “una crisi da collasso potenzialmente più pericolosa di quella che portò ai Secoli Bui nel XIV secolo”.

Quattro proposte, di impostazione “rooseveltiana”, sono state introdotte da LaRouche nel dibattito politico negli USA: un accordo tra USA, Cina, Russia e India per un nuovo sistema monetario stabile; un congelamento dei mutui e un salvataggio delle banche a danno degli speculatori; una linea di credito pubblico destinato agli investimenti infrastrutturali; e il cosiddetto “ponte intercontinentale”, e cioè grandi progetti infrastrutturali per l'integrazione e lo sviluppo dei continenti europeo, asiatico e americano, da collegare con l'attraversamento stabile dello stretto di Bering.

Sia Gianni che Polidori si sono detti fortemente d'accordo con LaRouche sull'idea di un nuovo sistema monetario e finanziario che riporti stabilità tra le valute mondiali, quella stabilità indispensabile alle piccole imprese che devono per forza muoversi con strategie di investimenti e di mercato a lungo termine, ha commentato la presidente dei giovani Confapi. LaRouche, ha detto Gianni, ha il merito di aver contribuito ad una svolta nel pensiero economico che è trasversale, e che riconosce un ruolo allo stato nella politica economica.

Pur dissentendo da LaRouche sul nucleare - indispensabile, per l'economista americano, “se il mondo deve sostenere una popolazione al di sopra dei 3 miliardi di individui” - l'esponente della Sinistra ha di nuovo criticato i vincoli di Maastricht, che inibiscono politiche di crescita e legano le mani ai governi.

Catia Polidori ha rivolto a LaRouche una serie di quesiti , da come affrontare la sindrome del “Nimby” (not in my backyard) che blocca gli investimenti in Italia, al problema della concorrenza dai paesi a basso costo del lavoro, ponendo la questione della leadership.

LaRouche ha risposto, come di consuetudine, senza mezzi termini: la delocalizzazione delle attività produttive è una perdita netta di produttività nell'economia globale; paesi come la Cina ricevono in pagamento per i prodotti esportati meno di quanto avrebbero bisogno per sostener e la loro popolazione; allo stesso tempo, sin dai tempi di Deng Xiao Ping, la Cina ha fame di investimenti occidentali per sviluppare le risorse minerarie e la popolazione dell'interno; la questione di leadership è fondamentalmente una questione culturale. L'uomo ha una capacità cognitiva che lo distingue dalle bestie, e questa capacità creativa va sviluppata nel lavoratore perché è quella la vera fonte del profitto. Perciò i leader politici ed economici devono impostare politiche che promuovano queste qualità in tutti i membri della comunità.

LaRouche ha ammonito gli italiani e gli europei a non rinunciare alla sovranità degli stati nazionali a favore di un superstato europeo, concetto ribadito da sua moglie Helga, presidente del Movimento Solidarietà in Germania, la quale è intervenuta nel dibattito rivelando che il Trattato di Lisbona, che i governi e i parlamenti europei si stanno affrettando a ratificare quasi in segreto,contiene clausole che reintroducono la pena di morte e obblighi di alleanza militare ben al di là di quelli difensivi finora condivisi dai paesi membri dell'EU e della NATO. Helga LaRouche ha fatto appello ad una mobilitazione per un dibattito pubblico del nuovo trattato, che quasi nessun parlamentare, giornalista o giurista ha letto, e per un voto popolare al termine del dibattito.


La trascrizione dell'evento è disponibile sul sito di Radio Radicale:
http://www.radioradicale.it/scheda/248367/la-crisi-sistemica-internazionale-e-una-via-duscita-rooseveltiana


Intervento di Catia Polidori alla conferenza EIR “Crisi sistemica e una via d’uscita ooseveltiana Roma (28.2.2008)

Intervento di Lyndon LaRouche alla conferenza EIR
“La crisi sistemica internazionale e una via d’uscita
rooseveltiana”, Roma (28.2.2008)

Intervento di Alfonso Gianni,
sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico

Intervento di Helga Zepp-LaRouche, presidente del Movimento Solidarietà tedesco (Buergerrechtsbewegung-Solidaritaet) alla conferenza di Roma (28.2.2008)


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