Mappa del sito

Newsletter

Il CD di Solidarietà

© Copyright

Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà
MoviSol.org
Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà

   

Il Congresso USA è contrario all'aumento delle truppe in Afghanistan

21 settembre 2009 (MoviSol) - Mentre in Italia si piange la morte di sei parà della Folgore uccisi in un vile attentato a Kabul, negli Stati Uniti è in corso al Congresso un acceso dibattito sull'invio di altre truppe in Afghanistan. Sono sempre più le voci che si levano contro l'aumento di truppe, sia tra i democratici che tra i repubblicani. John Murtha, veterano del Vietnam e voce autorevole per i suoi legami con l'esercito USA, è stato esplicito in un'intervista a The Cable nei giorni scorsi: "Sono contrario ad un aumento di truppe in Afghanistan. In Vietnam ci vollero 500.000 truppe e non risolvettero il problema. Dobbiamo assumere un approccio diverso in Afghanistan". Questo conferma in pieno la valutazione di LaRouche secondo il quale gli esperti militari tendono a prendere le distanze da un maggiore impegno di truppe in Afghanistan e da una guerra terrestre che non potrà mai essere vinta, e sono alla ricerca di una "exit strategy" per non ripetere un secondo Vietnam. "L'obiettivo strategico dei britannici con la guerra in Afghanistan è quello di distruggere gli Stati Uniti", ha commentato LaRouche "inducendoli ad una guerra terrestre in Asia che non può essere vinta. Non dimentichiamoci che il Presidente John F. Kennedy fu ucciso dai britannici proprio quando seguì il consiglio dei Gen. MacArthur ed Eisenhower e si disimpegnò dalla guerra in Indocina. È dall'11 settembre che tentano di attirare gli Stati Uniti in una trappola in Asia, prima la guerra in Afghanistan poi quella in Iraq".

Le voci che si levano dal Congresso confermano questa valutazione. "Non credo che mandare altre truppe sia la risposta", ha dichiarato la Sen. Susan Collins, repubblicana, membro della Commissione Difesa al Senato Usa. "Abbiamo chiaramente bisogno di più civili americani che aiutino nel lavoro di ricostruzione. L'esercito afgano deve crescere. Ma siamo di fronte ad una corruzione crescente, ad un territorio molto difficile, e mi chiedo quale sia la strategia migliore per fare fronte a tutto questo". L'on. Diane Feinstein (California), che presiede la Commissione Intelligence al Senato, si è detta favorevole all'addestramento delle forze di sicurezza afghane ma ha anche invocato una ridefinizione degli obiettivi americani in Afghanistan. "Il mio punto di vista è che la missione deve essere molto chiara. Non credo che riusciremo a costruire uno stato democratico in Afghanistan. Credo che resterà un'entità tribale". La parlamentare democratica ha chiesto una data precisa per il ritiro delle truppe americane. Una ridefinizione della missione in Afghanistan viene chiesta a viva voce anche nel nostro paese.

La proposta del Movimento Solidarietà (vedi la nota sul sito "Il tritolo che ha ucciso i soldati italiani è stato comprato con i soldi di Soros") è che "il governo italiano chieda con forza, come precondizione alla permanenza delle nostre truppe, che il programma anti-narcotici in Afghanistan sia sottratto al governo di Sua Maestà britannica e affidato all'Italia, la quale agirà in stretto coordinamento con l'ufficio anti-narcotici dell'ONU diretto da Antonio Costa e con il governo degli Stati Uniti, per avviare efficaci politiche di contrasto e sconfitta del traffico degli stupefacenti" che finanzia le armi dei talebani.


[inizio pagina]