Mappa del sito

Newsletter

Il CD di Solidarietà

© Copyright

Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà
MoviSol.org
Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà

   

La deregulation è la causa della crisi, non un motore di crescita!

di Liliana Gorini, presidente di MoviSol

Liliana Gorini e Lyndon LaRouche

Liliana Gorini e Lyndon LaRouche

4 febbraio 2011 (MoviSol) - Dopo settimane di discussioni indegne sullo scandalo Ruby, finalmente si torna a parlare di economia. Lo ha fatto lo stesso Berlusconi, presentando il suo programma "liberale" che dovrebbe fungere da stimolo alla crescita economica (dal 3 al 4%, stando a quanto ha dichiarato). Messo alle strette dagli scandali, dai giudici e dalle numerose richieste di dimissioni, Berlusconi si è rivolto a Bersani ed al PD proponendo un accordo bipartisan sulle misure da lui proposte, per salvare il suo governo. Le proposte di "deregulation" di Berlusconi giungono, ironicamente, pochi giorni dopo la pubblicazione del tanto atteso rapporto della Commissione di inchiesta sulla crisi finanziaria del Congresso USA, detto anche Rapporto Angelides dal nome del Presidente della Commissione, Phil Angelides.

Il rapporto Angelides conferma in pieno quanto LaRouche e il nostro movimento denunciano fin dal 1997: la crisi del 2007 è stata provocata proprio da quella "deregulation" che Berlusconi (e il suo "grillo parlante" liberista, Giuliano Ferrara) tanto invocano, e dalla sistematica abrogazione a partire dal 1987, di tutte le regolamentazioni introdotte dalla legge Glass-Steagall, ovvero la legge voluta da Roosevelt nel 1933 per mettere fine alla Grande Depressione separando le banche d'affari dalle banche commerciali. Non è dunque lo "statalismo" il problema dell'economia italiana, e di quella mondiale, quanto semmai l'assenza totale dello stato in economia, che lascia il campo libero alla speculazione finanziaria, vera causa dell'aumento dei prezzi del petrolio, della benzina, dei generi alimentari, e dell'iperinflazione stile Weimar.

Come LaRouche ripete da anni, soltanto il ripristino della legge Glass-Steagall, negli Stati Uniti come in Europa, e grandi progetti infrastrutturali (come il NAWAPA, il Transaqua, il ponte terrestre eurasiatico) potranno stimolare una vera crescita economica. Non la deregulation, non l'abolizione dell'articolo 41 della nostra Costituzione. È su questo punto che si misura la capacità di leadership della sinistra, a partire dal PD di Bersani, che invece di occuparsi delle feste ad Arcore potrebbe finalmente mettere alla prova la sua capacità di governo. Dovrebbe accettare la proposta di un patto per il paese, ma cambiandone il contenuto. Se si addivenisse ad un buon programma per merito della sinistra e questo fosse applicato concretamente, gli elettori saprebbero premiarne gli autori. L'alternativa è l'inasprirsi di uno scontro tra guelfi e ghibellini che sta lacerando il paese e che, dopo aver lasciato l'Italia in una rovina istituzionale, si procrastinerebbe a lungo anche dopo la scomparsa di Berlusconi.

L'Italia, come il mondo intero, ha bisogno di un Roosevelt capace di prendere in mano le redini dell'economia, e del credito, invece di lasciare ogni decisione a Wall Street, alla City di Londra, al gruppo bancario Inter-Alpha ed alla Banca Centrale Europea. Certo, le decisioni non vengono prese a Roma, ma a Washington, e con un Obama che prende ordini dalla City di Londra e da Wall Street, il New Deal rooseveltiano appare lontano. Ma l'Italia può e deve contribuire alla discussione in corso, in quelli che una volta si chiamavano i "corridoi del potere", a partire dal Congresso USA. Il rapporto Angelides potrà dare il via alle misure rooseveltiane proposte da LaRouche dai suoi 6 candidati al Congresso USA. LaRouche è stato sentito su questo tema anche dal Parlamento italiano nel giugno 2009 prospettando una via di uscita dalla crisi (vedi http://www.movisol.org/09news113.htm). Sempre al Parlamento italiano sono state presentate due mozioni per una legge Glass-Steagall, la prima al Senato (dal Sen. Oskar Peterlini) e la seconda alla Camera (dall'on. Catia Polidori). Questo è il piano economico "bipartisan" di cui si dovrebbe discutere, per rilanciare l'occupazione ed evitare una crisi greca anche da noi, non la deregulation!


[inizio pagina]