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Monti a Piazzapulita: la separazione delle banche "non è rilevante"

26 maggio 2012 (MoviSol) - Intervistato giovedì sera a Piazzapulita su La7 Mario Monti ha perso la sua consueta flemma inglese quando gli è stato chiesto: "Presidente, separare le banche d’affari dalle banche di deposito dei nostri risparmi è una cosa sensata da fare secondo lei?".

Balbettando più volte, Monti ha risposto: "Quella è una cosa sensata realizzata negli USA e proposta in Gran Bretagna, nel caso dell’Italia il fenomeno è meno rilevante perché non abbiamo una tradizione di banche d’affari, con qualche eccezione, non è un sistema bancario molto basato sulle banche d’affari. E non dimentichiamo che in questo momento le banche sono a loro volta (ehm ehm) in una situazione di difficoltà e quindi si può benissimo in un senso di vendetta popolare calcare di più il tallone sulle banche, siccome poi le banche sono quella strana cosa che (ehm ehm) gestisce i depositi dei clienti e quindi poi se una banca chiude ci sono grossi problemi (sto parlando in termini molto non tecnici) e poi gli stati sono indotti a intervenire per coprire almeno una parte dei buchi, per me la parola chiave è integrazione a livello europeo dei sistemi di vigilanza e coordinamento ancora più stretto degli ultimi anni nel G20".

In sintesi, tra un balbettio e l’altro, Monti ha detto: Glass-Steagall aveva un senso negli Stati Uniti ma non ha un senso in Europa, perché sarebbe una "vendetta popolare" verso le banche che invece hanno bisogno di aiuto. E quando parla di Stati Uniti e Gran Bretagna, si riferisce a due riforme capestro del sistema bancario, quella di Frank-Dodd negli Stati Uniti, ed il cosiddetto Volcker Rule di cui parla oggi il Corriere, e quella della Commissione Vickers in Gran Bretagna (il cosiddetto "ring fencing") ben diverse dalla legge Glass-Steagall adottata da Roosevelt nel 1933, che separava nettamente le banche d’affari da quelle ordinarie, riproposta al Congresso USA da Marcy Kaptur e dalla candidata al Senato Warren. Monti finge di non sapere che il rapporto stilato due anni fa dalla Commissione Angelides sulla crisi del 2007 attribuisce proprio all’abrogazione di Glass-Steagall ed alla deregulation la principale causa della crisi, e della mancanza di credito per le imprese e l’economia reale, ed alla stessa conclusione sono giunti, in Europa, sia gli esperti economici del neo-presidente Hollande che l’ex ministro dell’Economia Tremonti, nel suo libro "Uscita di sicurezza", nonché il Sen. Oskar Peterlini nel DDL presentato al Senato per la separazione bancaria, e l’iniziativa di legge popolare della Lega che va nella stessa direzione. Nel 2009 a proporre Glass-Steagall eravamo solo noi di MoviSol e il movimento di LaRouche a livello internazionale, ora ne parlano Gabetti, il presidente della Consob Vegas, il Corriere della Sera, Report e numerosi economisti, quali Krugman e Reich, e solo ieri Time Magazine. È vero che le banche italiane hanno meno tradizione di investment banking delle altre banche europee, e che per questo motivo il loro bilancio è meno appesantito da titoli tossici, tuttavia lo è in misura sufficiente a far si che, in caso di fallimento di una grande banca speculativa, tipo JP Morgan, le grandi banche italiane ne siano coinvolte in modo tale da costringere il governo a intervenire per salvarle con i soldi dei risparmiatori. Ripristinando la separazione (o la "specializzazione" che vigeva fino alla Legge Draghi), si mette in sicurezza la parte commerciale e si lascia quella investment in balia del rischio intrapreso.

In realtà, rifiutando la separazione, Monti rifiuta di chiudere la bisca speculativa, cosa che accadrebbe nel momento in cui le garanzie statali venissero tolte al settore speculativo.

Monti è l’unico a definire "poco rilevante" questa proposta. Che il suo scetticismo abbia a che fare col fatto che la separazione bancaria metterebbe fine allo strapotere dei suoi amici della Goldman Sachs?

Liliana Gorini
Presidente di MoviSol

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