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L'UE comincia a espropriare i conti dei cittadini per salvare l'Euro e le banche

20 marzo 2013 (MoviSol) - Il 15 marzo l'Eurogruppo ha deciso di costringere il governo cipriota a imporre un prelievo del 6,7% sui depositi bancari fino a 100 mila euro, e del 9,9% su quelli più elevati. L'esproprio è finalizzato a raccogliere circa 6 miliardi di euro, che si aggiungono ai 10 promessi dall'UE e ai 7-7,5 miliardi previsti dalle privatizzazioni. Questo sarebbe il pacchetto salvabanche (cipriote e europee).

Così si stabilisce un precedente dalle gravissime implicazioni. Chi sarà il prossimo? La Grecia, la Spagna o l'Italia? Nemmeno i depositi dei tedeschi sono al sicuro. Mentre impone un'austerità feroce che servirebbe, tra l'altro, a creare condizioni che attirino capitali stranieri nei cosiddetti paesi indebitati, l'UE dichiara che quei capitali possono tranquillamente essere espropriati.

Nel 1933, il Presidente americano Franklin Delano Roosevelt reagì alla crisi introducendo la protezione statale per i risparmi dei cittadini, con la Federal Deposit Insurance Corporation. La FDIC fu una pietra miliare nella politica di FDR per difendere i cittadini dallo strapotere di Wall Street. L'EU ha intrapreso la direzione esattamente opposta, salvando le banche e derubando i risparmiatori. All'inizio della crisi si proclamò che "tutti i depositi dell'Eurozona" erano protetti. Questa promessa si è rivelata una truffa. In realtà, solo le banche sono protette.

Il 19 marzo il parlamento cipriota ha bocciato il piano. Il presidente della Camera, Yiannakis Omirou, ha dichiarato ai giornalisti che così facendo, il Parlamento di Cipro "sta proteggendo tutti i popoli dei paesi membri dell'UE". Ciononostante, c'è da aspettarsi una fuga dai depositi non solo a Cipro ma nella maggior parte dei paesi membri dell'UE. Le autorità cipriote hanno congelato tutti i conti fino al 19 marzo, e la banca centrale greca ha trasferito già 5 miliardi per aiutarle a gestire la pioggia di ritiri che si scatenerà alla riapertura. La popolazione dell'isola è infuriata non solo perché ha subìto un furto, ma anche perché si diffondono voci che i grandi capitali hanno lasciato il paese in anticipo, perché al corrente del prelievo in arrivo. Si calcola che dall'inizio dell'anno siano fuggiti 20 miliardi di euro.

Il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble aveva persino chiesto una sforbiciata del 40% sui conti bancari, mentre Joerg Asmussen, membro tedesco del Consiglio della BCE, ha usato un linguaggio brutale. "Prima che riaprano le banche verrà effettuato il prelievo dai conti. Il resto rimarrà a disposizione".

Come effetto dell'accordo, il debito cipriota raggiungerà il 100% del PIL nel 2020. Cipro è la terza economia più piccola dell'Eurozona, ma il sistema non può permettersi di farla fallire a causa dei legami con la crisi greca e con gli investitori della City di Londra e tra gli oligarchi russi.

Stabilito questo orrendo precedente, l'UE si appresta a realizzare la cosiddetta Unione Bancaria, e cioè porre tutte le banche sotto la vigilanza del suo creditore, la BCE, così che quest'ultima potrà evitare che i debitori falliscano. Nel frattempo, la decisione della Bundesbank, presa il 12 marzo, di raddoppiare gli accantonamenti portandoli a oltre 14 miliardi è un chiaro segnale che la bancarotta della BCE è ormai evidente persino ai suoi membri. La Bundesbank sa benissimo che i titoli acquistati dalla BCE, ai quali lei stessa è esposta, non hanno mercato e quindi prima o poi dovranno essere ascritti come perdite.

Lo stesso rapporto del FMI sul sistema finanziario europeo, pubblicato il 15 marzo, ammonisce che la maggior parte degli istituti bancari non hanno denunciato l'entità vera delle perdite e non hanno accantonato riserve sufficienti. Tuttavia, il FMI respinge, nel rapporto, l'idea della separazione bancaria seppur nelle versioni "ciofeca" delle Commissioni Vickers o Liikannen, e spinge per la realizzazione rapida della supervigilanza della BCE.

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