Mappa del sito

Newsletter

Il CD di Solidarietà

© Copyright

Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà
MoviSol.org
Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà

   

Iraq: dieci anni di conflitto anglo-americano hanno provocato caos e distruzione

22 marzo 2013 (MoviSol) - A dieci anni dall'invasione dell'Iraq, che ha mietuto centinaia di migliaia di vittime militari e civili, distrutto una delle economie e società più avanzate nell'Asia Sud Occidentale e avviato un'era di guerre civili e conflitti regionali, i criminali di guerra Tony Blair (architetto della Guerra per conto dell'impero britannico) e George W. Bush (Presidente americano all'epoca) sono ancora a piede libero. Mentre Bush è caduto nell'oblio, Blair continua a girare il mondo fomentando nuove guerre e conflitti che rischiano di condurci ad una conflagrazione mondiale.


"Stati canaglia o forze canaglia?" (Claudio Celani)

Stando ad uno studio pubblicato da The Lancet nel 2006, tra il marzo 2003 ed il giugno 2006 ci sono state 601.027 morti violente su 654.965 decessi dovuti alla guerra, e cioè in eccesso rispetto al tasso che era previsto. Le morti in eccesso sono state causate sia da atti violenti che dalla degradazione della sanità e della nutrizione, così come dalla mancanza di infrastrutture e di servizi vitali per via della distruzione provocata dai bombardamenti anglo-americani e delle brutali sanzioni economiche. Anche i conflitti settari hanno provocato decine di migliaia di morti.

L'Iraq non è mai stato diviso come oggi nella fase moderna della sua storia. I curdi hanno il loro semi-stato a nord, con una relativa calma ed una massiccia bolla immobiliare, ma ancora piagato dalla carenza di energia elettrica e di acqua. Gli arabi nell'Iraq centrale e del sud, principalmente sciiti, hanno creato strutture regionali e governano con l'autorità religiosa e tribale ed un codice sociale primitivo. Le province occidentali dell'Iraq - Anbar, Salahuddin e Mosul – sono in stato di agitazione in quanto, essendo dominate dalla setta sunnita ed infiltrate dai militanti salafiti e dagli estremisti sostenuti dai sauditi, minacciano di separarsi dal resto del paese e creare una propria regione autonoma bloccando tutte le politiche decise dal governo centrale dominato dal blocco sciita-curdo. Accusano il governo del Primo ministro Al-Maliki di essere al servizio della Repubblica Islamica dell'Iran.

Anche se l'influsso dell'Iran è aumentato in molte parti dell'Iraq, esso non va esagerato. Il vuoto di potere creato una volta eliminate le istituzioni statali moderne per ordine degli Stati Uniti, incluso l'esercito e la polizia, ha consentito ad ogni gruppo di potere e formazione terroristica di intervenire in Iraq e diventare parte organica della società. Nella capitale Baghdad, che era stata un crogiolo di civiltà, religioni e culture fin dalla sua fondazione nel 767, la pulizia etnica ha fatto vittime, dividendo la città in settori sciiti e sunniti ed una piccolo enclave per i cristiani. Decine di migliaia di cristiani iracheni hanno lasciato il paese o sono stati presi di mira da gruppi terroristici.

Dal 2004 gruppi affiliati ad Al Qaeda e sostenuti dai sauditi hanno invaso l'Iraq conducendo una guerra di orrore contro la popolazione, prendendo di mira sia i gruppi sciiti che sunniti che collaboravano col governo o, ironicamente, con le forze di occupazione americane. Questa politica di cambiamento di regime è proseguita in tutta la regione, colpendo la Libia e la Siria con le stesse forze terroristiche che godono del sostegno diretto di Londra e Washington.

L'unica cosa che tiene insieme il governo iracheno e il caotico sistema politico è il denaro proveniente dalle esportazioni di petrolio, l'unica vera attività economica ancora in corso. La produzione irachena di petrolio è aumentata da 2,7 a 3,4 milioni di barili al giorno, e dovrebbe raggiungere i 3,7 milioni di barili nel 2013, con l'aiuto delle compagnie petrolifere internazionali. Ma l'infrastruttura del paese è quasi completamente non funzionante. Anche se sono trascorsi dieci anni dalla caduta del regime di Saddam Hussein, le forniture di elettricità non sono riprese, l'agricoltura è praticamente inesistente ed il sistema idrico e fognario è stato danneggiato in modo irreparabile e deve essere ricostruito. In gennaio e febbraio larga parte delle aree vicine al Tigri e all'Eufrate, e la stessa capitale Bagdad hanno subito alluvioni per le forti piogge. Quella che una volta era una benedizione per un paese arido è diventata una minaccia.

Il pericolo maggiore viene dalle guerre religiose e settarie promosse dai britannici e dagli americani per imporre un cambiamento di regime anche in Siria ed Iran. Se non verranno fermate, non solo l'Iraq, ma la maggior parte del Medio Oriente verrà consumata dal fuoco della guerra.

Sostieni il Movimento di Lyndon LaRouche in Italia


[inizio pagina]