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Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà
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Gli europei chiedono al Congresso americano di approvare la legge Glass-Steagall

9 maggio 2013 (MoviSol) - È naturale che gli europei si sentano pessimistici sul futuro perché "l'Europa, nel suo stato attuale, è finita", ha commentato Lyndon LaRouche in una recente discussione con i suoi collaboratori in Europa. L'Unione Europea non risparmierà a nessuno stato membro misure draconiane di austerità, e finirà col provocarne la disintegrazione. Con il trattato di Maastricht, e con l'introduzione dell'Euro, è stata abolita la sovranità nazionale e l'Europa è diventata un impero.

Ma c'è un'opportunità reale di cambiamento negli Stati Uniti, soprattutto se, grazie alla mobilitazione del movimento di LaRouche, verrà approvata al Congresso la legge Glass-Steagall. Un sistema creditizio basato sulla netta separazione tra attività speculative e commerciali, in modo che il credito venga destinato all'economia reale, è il "sistema americano" originale. Ecco perché negli Stati Uniti c'è un potenziale che l'Europa non ha, e Washington potrebbe rompere nuovamente con l'impero britannico che domina la politica americana da almeno quattro amministrazioni (Bush 1+2 e Obama 1+2).


La firma del Glass-Steagall Act da parte del presidente americano Franklin D. Roosevelt (1933)

Il disegno di legge al Congresso per il ripristino della legge Glass-Steagall, HR 129, ha sessantuno cofirmatari, e il LaRouche PAC ha organizzato una "week of action" dal 6 maggio per far sì che venga sostenuto anche da altri e presentato al Senato. Mozioni a sostegno del disegno di legge sono state presentate in diciannove stati e numerosi parlamentari locali vengono mobilitati dai loro elettori affinché esercitino pressioni a Washington.

È una battaglia cruciale anche per l'Europa. Per questo motivo il movimento di LaRouche in Europa sta sollecitando email al Congresso e a gruppi di elettori per chiedere loro di sostenere l'HR 129. In un appello agli americani Helga Zepp-LaRouche, presidente del Movimento Solidarietà tedesco (BueSo), traccia un parallelo tra la crisi esistenziale negli anni Trenta, in cui molti paesi europei optarono per il fascismo e l'austerità, mentre gli Stati Uniti con Roosevelt scelsero un corso diametralmente opposto, che si dimostrò quello giusto. Lettere simili al Congresso sono state inviate dall'Italia dal CLN (Comitato di Liberazione Nazionale), di cui fa parte anche MoviSol, che venerdì 10 maggio presenterà alla Cassazione una legge d'iniziativa popolare sulla separazione bancaria in Italia, e dal presidente della Commissione Speciale Giancarlo Giorgetti, da una folta lista di amministratori ed economisti francesi nonché da un gruppo di docenti spagnoli e da oltre trenta messicani, principalmente sindacalisti. L'elenco dei messaggi al Congresso si allunga ogni giorno.

Non si tratta di una "interferenza" negli affari interni americani, ha sottolineato LaRouche, in quanto se gli Stati Uniti ripristineranno la legge glass-steagall, i paesi europei saranno costretti a seguirli per salvare la propria economia, nonostante le forti pressioni esercitate su ambo le sponde dell'Atlantico da Wall Street e dalla City di Londra. È una proposta che va oltre le differenze di partito, e che riguarda la vita stessa della nazione. Negli Stati Uniti l'ex capo della Federal Reserve di Dallas, il repubblicano Thomas Hoenig, attualmente vicepresidente del Fondo di Garanzia dei Depositi, ha pronunciato numerosi discorsi negli ultimi mesi per spiegare perché la separazione bancaria sia indispensabile ed avvertire che esploderà una nuova crisi finanziaria se non verrà adottata. Anche Ted Kaufman, ex senatore democratico del Delaware ed il repubbicano David Stockman, ex capo dell'Ufficio del Bilancio, si sono pronunciati a favore della separazione bancaria.

Cornell West, un autorevole esponente della comunità afroamericana, e l'ex ministro della Giustizia di Lyndon Johnson, Ramsey Clark, hanno espresso pubblicamente il proprio sostegno alla HR 129.

Come ha sottolineato LaRouche, "non abbiamo ancora vinto, ma stiamo vincendo".

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