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I Banksters hanno scritto la direttiva UE per il bail-in

31 maggio 2013 (MoviSol) - Voci autorevoli della comunità finanziaria si sono unite recentemente ai nostri avvertimenti sull'imminente scoppio del sistema in una forma più violenta del 2007-2008. Si stima che il volume dei contratti derivati aperti sia tra i 700 e i 1400 trilioni di dollari.

Ma coloro che hanno creato quel debito, le grandi banche, hanno scritto la direttiva UE che permetterà loro di rubare i soldi dei risparmiatori per pagarlo. Si tratta del sistema chiamato "bail-in", o "modello cipriota". Il Parlamento Europeo ne discute da tempo, e l'Ecofin ha iniziato ad esaminarla all'ultima riunione. Negli Stati Uniti lo schema fa parte della legge Dodd-Frank, e in Canada e Svizzera è già legge.

Sotto la direttiva EU nel caso di un fallimento bancario i depositi superiori a 100 mila euro saranno usati per pagare i creditori della banca. In realtà, nessun deposito è sicuro, nemmeno quelli al di sotto della soglia. Il sistema di bail-in funziona come un sifone: da una parte ci sono gli azionisti e i risparmiatori (equiparati agli azionisti) e dall'altra c'è la bolla dei derivati. Il sifone aspira in una sola situazione, dai primi ai secondi. L'entità del prelievo dipende dalla massa dei debiti.

Poiché la direttiva UE, trasmessa dalla Commissione al Parlamento e al Consiglio il 6 giugno 2012, esclude esplicitamente i derivati dal bail-in, l'importo finale è open-ended. Questo, perché la direttiva è stata scritta dall'International Swaps and Derivatives Association (ISDA), della quale fanno parte tutte le maggiori banche che speculano in derivati. Nel 2011, l'ISDA emise una raccomandazione accolta dalla Commissione, che l'ha annessa al testo della direttiva. L'argomentazione dell'ISDA è la seguente: "La difficoltà di applicare il bail-in alle transazioni derivate aperte aumenta col numero e la diversità dei titoli sottostanti e dei valori di riferimento nel portafoglio derivati (compresi i tassi, i prezzi e gli indici relativi ai tassi d'interesse, al tasso di cambio, alle azioni, alle cartolarizzazioni, al rischio di credito, ai prodotti energetici e altre commodities, all'oro, ai certificati di emissione, all'inflazione e altre statistiche economiche, dati atmosferici, tariffe di trasporto, larghezza della banda, longevità e così via)".

In altre parole, poiché questi strumenti sono complicati, i cittadini devono essere espropriati! Un tempo ci fu la Commissione Pecora che mandò i banksters dietro le sbarre, e oggi sono i banksters a dettare le riforme bancarie. Poiché i soldi dei cittadini sono inclusi nel bail-in (verranno usati per pagare i creditori) e i derivati non sono inclusi, i possessori dei contratti derivati diventano i creditori, e non ci si fermerà certo alla soglia dei 100 mila euro. Infatti, la situazione è talmente instabile che un crollo bancario di grandi dimensioni potrebbe accadere in qualsiasi momento e minacciare di buttare giù il sistema. Il crollo del 2007-2008 fu rifinanziato con decine di trilioni di dollari. Il prossimo presenterà un conto talmente salato che i risparmi mondiali non basteranno a pagarlo.

L'ironia è che affermando l'intenzione di confiscare i depositi, l'UE ha già provocato una fuga dei risparmiatori, accelerando il collasso.

Un articolo sul New York Times del 25 maggio conferma che l'industria dei derivati detta anche le regole della legge Dodd-Frank. La rubrica Dealbook del quotidiano newyorkese cita tre casi esemplari in cui le regole sono state scritte rispettivamente dall'ISDA, da Citigroup e da Wells Fargo. Tutti e tre i casi riguardano l'estensione ai derivati delle garanzie per i depositi.

L'attacco ai risparmi dei cittadini è una violazione dei diritti fondamentali protetti dalla costituzione e un atto di tradimento, ha sottolineato LaRouche. Di fatto, l'interesse pubblico o del Bene Comune, presente nella maggior parte delle costituzioni, è stato sostituito con la stabilità finanziaria. È il culmine di un processo iniziato con il famoso discorso di Tony Blair a Chicago sulla globalizzazione (1999). Da allora, su suggerimento di Londra, fu formato il G20, poi il Financial Stability Forum/Board che si è occupato di preparare le regole del bail-in.

I cittadini di tutte le nazioni devono mobilitarsi per fermare questo crimine.




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