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Perché si salvi l'Europa deve saltare l'Euro

31 maggio 2013 (MoviSol) - Il sentimento anti-euro sta crescendo rapidamente, e non solo nei paesi dell'Europa meridionale colpiti dalla medicina mortale della Troika.

Terminare l'agonia della Spagna: a metà maggio è stato pubblicato un Manifesto per il Ripristino della Sovranità Economica, Monetaria e Civile sotto la direzione di Julio Anguita, ex leader storico della sinistra ora impegnato alla costruzione di un Fronte Civico. Il manifesto afferma che la Spagna affronta "un disastro inimmaginabile", una disoccupazione catastrofica, un debito estero impossibile da pagare e un debito pubblico che porta alla bancarotta. Mentre le cause sono complesse e multiple, "il motivo principale di questa situazione distruttiva deve essere attribuito all'ingresso del nostro paese nella moneta unica".

Il Manifesto attacca non solo il partito di governo (Partido Popular), ma anche il Partito Socialista, che continua a sostenere che "l'euro è irreversibile". "Affermiamo anche che il nostro paese non può uscire dalla crisi nel contesto dell'euro. Senza una moneta propria e senza autonomia monetaria è impossibile affrontare il dramma sociale ed economico", conclude il manifesto.

Il Partito del Piano B in Grecia: dopo la fondazione del partito Dracma 5 all'inizio di maggio, ha visto la luce un'altra formazione anti-euro, il "Partito del Piano B", che ha tenuto il suo congresso di fondazione il 18 maggio. Fondatore è Aleksos Alavanos, ex leader di Syriza che ha lasciato il partito in dissenso sulla linea europea.

"La Grecia è oggi un paese che non produce. È una società che ha perso fiducia in se stessa e nelle prospettive per il futuro", ha detto Alavanos a EnetEnglish. "Tutti, tutti, persino i tedeschi, sanno che la Grecia non può pagare i suoi debiti. Perciò questa è una realtà e tutti la dovranno accettare anche se non piace".

Un sondaggio effettuato una settimana dopo la fondazione di Piano B ha dato al nuovo partito l'8,4% dei voti, tutti presi a Syriza che scende dal 22 al 14%.

"Salvare l'Europa: spaccare l'Euro". È il titolo di un appello lanciato a metà maggio su Bloomberg da tre economisti: Brigitte Granville (Francia), Hans-Olaf Henkel (Germania) e Stefan Kawalac (Polonia). Tutti e tre hanno firmato un Manifesto Europeo di Solidarietà nel gennaio scorso, che chiedeva di spaccare l'Euro.

"Oggi l'Unione Europea ...deve affrontare una verità agonizzante… per far sì che sopravviva l'Unione Europea bisogna dividere l'Euro". Il sistema Euro è diventato una "minaccia mortale" all'unità ed alla prosperità, ammoniscono. "Un circolo vizioso di risentimento e populismo nel sud e di nazionalismo crescente nel nord sta facendo a pezzi l'Unione…. Bisognerà rinunciare a qualcosa, e dovrà essere il sistema Euro".

Nella seconda parte del loro appello, dal titolo "la Francia deve guidare la spaccatura dell'Euro" i tre economisti notano che la Francia, la cui economia non sopravvivrà nell'ambito del sistema Euro, dovrebbe prendere la guida nello spaccare l'Euro, cosa che la Germania non può fare per motivi politici. La spaccatura dovrebbe essere accompagnata dalla cancellazione del debito dei paesi deboli, in modo che non sembri che la Germania e i paesi forti stiano abbandonando gli altri, coordinati dalla BCE.

Disgraziatamente l'appello non parla delle cause reali dell'altissimo debito pubblico, ovvero i salvataggi bancari, né propone come rilanciare l'economia reale. Al contrario, sostiene che la causa dell'aumento del debito pubblico francese sia dovuto ai costi insostenibile del welfare.

Il finto "Partito Anti-Euro " in Germania. Quando il partito Alternativa per la Germania (AfD) ha iniziato la propria attività, dichiarava di essere a favore della revisione dell'adesione della Germania al sistema Euro e di voler tornare al marco. Questo due mesi fa. Oggi, il presidente Bernd Lucke proclama al quotidiano FAZ del 19 maggio che i paesi del Sud Europa dovrebbero uscire dall'Euro, mentre la Germania (e non necessariamente la Francia) dovrebbe rimanere. Questa Eurozona ristretta potrebbe sopravvivere osservando i rigidi criteri di bilancio previsti dal Trattato di Maastricht, liberandosi del problema degli stati del sud.

Per il momento quella che si è ristretta è la popolarità del partito tra l'elettorato tedesco: i media che all'inizio gli davano il 25% del voto ora sono scesi al 3%. Non è sufficiente ad entrare a far parte del Bundestag alle politiche del 22 settembre, ma è sufficiente a rovinare le chance di rielezione della Merkel, contribuendo al ritorno del candidato dell'SPD Peer Steinbrueck come nuovo Cancelliere.




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