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L'Unione Europea introduce i salvataggi "over the counter"

16 ottobre 2013 (MoviSol) - "Over the counter" (OTC) è il termine usato per indicare le transazioni finanziarie, soprattutto derivati, compiute dalle banche senza farle comparire in bilancio. Esse costituiscono la grande massa della speculazione, ma nessuno può quantificarle esattamente perché, appunto, non compaiono in bilancio. Si stima che siano nell'ordine dei quadrilioni (milioni di miliardi) e definitivamente fuori controllo.

Ora, l'UE ha pensato bene di permettere ai governi di fare la stessa cosa con gli aiuti alle banche. È un fatto che la maggior parte dei governi occidentali sono sovra indebitati per aver salvato le banche nel 2008, e quindi hanno esaurito la capacità per nuovi salvataggi bancari. Per questo, l'UE aveva introdotto la politica del "bail-in", e cioè del prelievo forzoso per pagare i debiti della speculazione. Ma poiché il meccanismo europeo (Single Resolution Mechanism) non è ancora pronto e la prossima crisi bancaria è dietro l'angolo, l'UE ha introdotto il sistema degli aiuti bancari "Over the counter".

La nuova politica, annunciata dal Commissario Olli Rehn in una lettera ai ministri finanziari dell'UE il 9 ottobre, è scandalosa sotto più di un aspetto. In primo luogo, essa introduce il premesso di violare le regole sul deficit, ma solo per salvare le banche, ma non per salvare la gente e le imprese. Milioni di cittadini dell'UE e centinaia di migliaia di imprese soffrono e muoiono a causa di quelle regole.

In secondo luogo, la giustificazione data è che gli aiuti alle banche rappresentano misure "una tantum" e perché possono essere escluse dalla contabilità del deficit. Come se gli investimenti non fossero una tantum!

Inoltre, gli "aiuti OTC" non escludono il "bail-in"; al contrario, le disposizioni annunciate da Rehn dicono che gli aiuti vengono condizionati a misure punitive nei confronti di azionisti e obbligazionisti (per ora non si parla di risparmiatori). In realtà questo aspetto delle nuove norme è stato già applicato nel caso del Monte dei Paschi di Siena, quando il Commissario UE Almunia ha ordinato di assicurare che i 4,1 miliardi dei "Monti-bonds" non andassero "ai possessori di titoli ibridi e obbligazioni junior" se si voleva l'approvazione dell'UE. In osservanza della prescrizione, MPS ha sospeso il pagamento degli interessi su tre titoli ibridi.

Ora, la lettera di Rehn del 9 ottobre contiene un'ulteriore, perversa condizione: solo i paesi col debito al di sotto del 60% del Pil potranno evitare la procedura di infrazione. In altre parole, per i paesi con debito oltre quella soglia che aiutino le banche scatterà la procedura, a patto che gli aiuti non facciano sforare il deficit del 3%. Questo significa che se i paesi indebitati vorranno salvare le banche, potranno farlo solo tagliando le spese (sanità, scuola, pensioni e sicurezza). Se faranno i tagli, riceveranno il bonus "OTC", e cioè gli aiuti bancari non saranno conteggiati nel deficit.

Nella lettera, Rehn afferma: "Sotto il Patto di Stabilità e Crescita, le infusioni di capitale pubblico sono, in termini generali, considerate come misure una tantum o temporanee, e come fattori rilevanti per la stabilità finanziaria, il che significa che esse non contano nel contesto della procedura per deficit eccessivo. (…)

"Per uno stato membro in cui l'infusione di capitale conduca ad un'apparente violazione dei criteri sul debito o sul deficit del Patto, le operazioni di stabilizzazione finanziaria nel contesto succitato sarebbero prese in considerazione come fattore rilevante nella valutazione sul rispetto dei criteri fatta dalla Commissione, e normalmente non si aprirebbe una procedura di deficit eccessivo (EDP). Gli stati membri con debito superiore al 60%, tuttavia, costituirebbero un'eccezione e nei loro confronti verrebbe aperta un'EDP, a meno che l'importo del capitale trasferito sia limitato, in modo da permettere loro di mantenere il deficit nominale vicino al valore di riferimento del 3%. La raccomandazione EDP in tal caso considererebbe che tali operazioni sono di solito una tantum".

(…)"Le direttive sugli aiuti di stato riviste chiarificano che azionisti e creditori subordinati delle banche sono chiamati a contribuire prima che vengano usati soldi dei contribuenti per pagare il conto, nel caso di possibili salvataggi bancari. Allo stesso tempo, è chiaro da quanto sopra che le regole fiscali UE non offrono disincentivi ad aiuti pubblici efficaci".

L'intero testo della lettera e delle direttive si trova qui.

 




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