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Una poesia di Helga Zepp-LaRouche su Lampedusa

20 ottobre 2013 (MoviSol) - Pubblichiamo una poesia di Helga Zepp-LaRouche insieme alla sua traduzione in versi liberi, di Liliana Gorini.

Afrikanische Klagen

Das Baby weinte leise,
dann weinte es nicht mehr,
ihm fehlte nöt'ge Speise,
wird essen nimmer mehr.

Der Bruder starb an Fieber,
das ist doch wirklich arg,
Ein Mittel wär ihm lieber,
als früh schon in den Sarg.

Im Arm da hält die Mutter,
das kleine Schwesterlein,
fährt bange mit dem Kutter,
ins weite Meer hinein.

Es fahren viele Tausend,
wer schwach ist, bleibt zurück,
Das Meer erhebt sich brausend,
es kommt zum Schiffsunglück.

Es treiben viele Leichen.
Wohl an den Küsten an,
Mein Gott, man hat dergleichen,
nicht drin im Urlaubsplan.

Die Küstenwachen streifen,
Küstab und auch küstauf,
sind ganz erpischt zu greifen,
zu säubern diesen Menschhauf.

Die Mutter schafft´s zum Strande,
das Schwesterlein ist tot,
Doch im gelobten Lande,
das wartet noch mehr Not.

Sie muss ins „Auffanglager“,
so nennt man das wohl heut,
Dort wartet sie ganz hager,
Wen schert's schon einen Deut?

Doch tausende ertrinken,
den Mächtigen ist's recht,
soll doch der Zaunpfahl winken,
Wer herkommt, dem geht’s schlecht.

Es türmen sich die Leichen,
der Rest bleibt sterbensweh,
sie werden bald erbleichen,
gereiht am Totensee.

Groß ist Europas Schande,
grausig das Todesspiel,
doch dieser Mörderbande,
nutzt es zuletzt nicht viel.

Die toten Augen dieser Leichen,
halten Euch nun fest im Blick,
werden auch im Traum nicht weichen,
Ereilen wird Euch ihr Geschick.

„Mehr Europa“ wird zum Fluch,
Machtgier kostet Menschenleben,
und in Satans Tagebuch,
sind Eure Namen eingegeben.

Lamenti africani

Il bimbo piangeva sommesso,
poi non pianse più,
non aveva nutrimento,
non mangerà mai più.

Il fratello morì di febbre,
davvero non è giusto,
sarebbe bastato un balsamo
la bara ad evitare.

La mamma tiene in braccio
di lui la sorellina;
affronta con tema il viaggio
nell’immenso mare.

Son mille alla partenza,
il debole resta indietro,
tuona e s’alza il mare
ed è già naufragio.

Sono tanti i cadaveri
portati dalle onde a riva.
Mio Dio, com’è diverso
dall’idillio delle ferie.

La guardia costiera
percorre la costa su e giù
smaniosa di recuperare
il mucchio di dispersi.

La madre giunge a riva,
la sorellina è morta,
ma nella terra promessa
la attenderà altro affanno.

Deve andare nel “campo di accoglienza”,
così lo chiamano oggi,
lì attende triste e scarna,
chi le donerà un soldo?

In migliaia sono annegati.
Ai potenti sta bene così,
per far capire il messaggio:
chi arriva starà male.

Si accumulano i cadaveri,
chi resta soffre morente,
anche loro saranno in fila
tra le bare nel mare dei morti.

Grande è la vergogna dell’Europa,
orrendo il suo gioco di morte,
ma a questa banda di assassini
presto non servirà neanche questo.

Lo sguardo fisso dei morti
non vi perderà di vista,
vi apparirà anche in sogno
e affretterà il vostro destino.

“Più Europa” sarà la maledizione,
la brama di potere miete vittime,
e nel libro di Satana
son scritti i vostri nomi.

 

Lamenti africani, di Helga Zepp-LaRouche [scarica]

 

Oltre il fallimento morale ed economico dell'Europa dimostrato a Lampedusa

 




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