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I proventi del traffico della droga puntellano il sistema bancario, secondo Ivanov

16 novembre 2013 (MoviSol) - Parlando a Mosca il 12 novembre scorso, Viktor Ivanov, che dirige l’ente antidroga russo, ha affermato che i proventi del narcotraffico vengono assorbiti dal sistema bancario e servono ad compensare la loro penuria di liquidità, dovuta alla crisi finanziaria mondiale degli ultimi anni.

Ha usato le seguenti parole: "Il problema non dovrebbe essere risolto esclusivamente dalle forze di polizia, poiché é il problema della politica internazionale e soprattutto del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite".

Confermando ai media l'intenzione della Russia, che si accinge a presiedere il prossimo vertice G8, di portare la questione del traffico di stupefacenti all'attenzione del vertice previsto nella città di Soci, Ivanov ha affermato: "Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite dovrebbe individuare e considerare le sfide e le minacce alla pace e alla sicurezza" costituite dal narcotraffico.

La dichiarazione di Ivanov è stata pubblicato un giorno prima che venisse pubblicato il rapporto annuale dell'Ufficio sulle Droghe e il Crimine delle Nazioni Unite sull’aumento della coltivazione di oppio in Afghanistan (2013). Tale rapporto afferma che l'area coltivata a papavero occupa ora 209mila ettari, un numero superiore al massimo di 193mila, registrato nel 2007. I raccolti complessivi del 2013 hanno dato 5500 tonnellate di oppio, pari ad un incremento rispetto all'anno 2012 di 1800 tonnellate.

Jurij Fedotov, direttore esecutivo dell'ente antidroga russo, ha definito questa crescita "un avvertimento" ed "un richiamo urgente all'azione", ora che l'Afghanistan comincia ad assumere un maggior controllo della sua propria sicurezza. Ha detto che se il problema non verrà preso in considerazione con la dovuta serietà dalle agenzie internazionali, la stabilità del Paese potrà essere ulteriormente ridotta da ciò che ha definito "il virus dell'oppio".




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