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La BCE riduce i tassi ma non fermerà la deflazione

16 novembre 2013 (MoviSol) - Il Presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi ha annunciato la scorsa settimana il taglio del tasso di sconto dallo 0,50% al minimo storico dello 0,25%. Mentre la motivazione del taglio è la lotta alla "deflazione", il vero motivo è impedire il crollo del sistema finanziario con l'aumento della droga alle banche.

Draghi ha confermato la politica espansiva "fino a che sarà necessaria" e la continuazione delle operazioni di rifinanziamento a tre mesi almeno "fino al secondo trimestre del 2015".

Così, ora le banche avranno più liquidità a disposizione, ma l'economia reale non ne vedrà nemmeno un centesimo. Andrà tutto a sostenere l'enorme bolla dei derivati, che intanto ha raggiunto un nuovo livello storico. Secondo l'aggiornamento pubblicato dalla Banca per i Regolamenti Internazionali il 6 novembre, il valore nozionale dei contratti derivati è salito a 693 trilioni di dollari alla fine di giugno, dai 633 della fine del 2012. In sei mesi è cresciuto di sessantamila miliardi. Il taglio di un quarto di punto dei tassi, anche se piccolo, è una grande spinta a questo mercato, che si basa su piccoli margini ma su grandi volumi di scambi.

 




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