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Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà
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Sul terrorismo nella Russia meridionale e il pericolo di esplosione di un conflitto termonucleare

30 dicembre 2013 (MoviSol) - L'attentato suicida di Volgograd (la Stalingrado al tempo dei soviet) è il secondo in due mesi nella stessa città, ed anche il secondo in tre giorni, dopo l'esplosione di un'auto-bomba a Pjatigorsk lo scorso 27 dicembre, nel sud della Russia. Pjatigorsk si trova a 530 km a sud di Volgograd e a 270 km ad est di Soči, sede dei giochi olimpici che inizieranno il prossimo 7 febbraio.

Commentando i tragici eventi l'economista americano Lyndon LaRouche ha detto: "Mi sembra che sia ovvio, no? Si tratta di un contrattacco ai danni del blocco eurasiatico impegnato ad autodifendersi ed all'integrazione. L'alleanza transatlantica si sta preparando per la guerra termonucleare. E penso che spetti a noi denunciarlo: questi fatti hanno tutte le caratteristiche del tentativo di lanciare una guerra termonucleare contro il gruppo eurasiatico".

Il presidente russo Vladimir Putin "ha dato istruzioni ai ministri ed agli alti funzionari dei ministeri di prendere tutte le misure necessarie per scoprire il movente dell'attentato, per individuarne gli organizzatori e per processare tutti coloro che si tengono nell'ombra", ha affermato il portavoce Dimitri Peskov.

"È proprio quel che ci vuole", ha commentato LaRouche, "poiché si devono intraprendere alcune azioni preventive per minimizzare le possibilità che gli attacchi proseguano, e sono necessarie informazioni accurate".




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