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A Parigi si è parlato di Rinascimento del nucleare

I rappresentanti di 74 governi e di 10 istituzioni internazionali hanno preso parte a Parigi, tra il 21 e il 22 marzo, alla conferenza intitolata "Energia nucleare per il XXI secolo" organizzata congiuntamente dall'Agenzia internazionale per l'energia atomica (IAEA) e dall'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo economico (OCSE). L'incontro è stato ospitato dal ministro dell'Industria Patrick Devedjian presso il Centro Conferenze Pierre Mendès France. Si tratta del primo incontro che, in questa forma, si tiene dalla fine degli anni Cinquanta. Nel discorso introduttivo il direttore dell'IAEA Mohamad el-Baradei ha sottolineato come negli ultimi anni si stia verificando un rinascimento del nucleare. Il fenomeno si sta verificando soprattutto in Asia, dove sono entrati in funzione 22 delle ultime 32 centrali costruite, e dove ci sono 18 delle 27 centrali in costruzione al mondo. Inoltre è già pianificata la realizzazione di altri 127 reattori a fissione, di mille megawatt l'uno, per la massima parte in Cina e in Russia. La Cina conta di portare la produzione di potenza nucleare da 6,5 a36,5 gigawatt entro il 2020 e la Russia da 40 a 45 gigawatt. Anche in India si sta studiando la strategia migliore da seguire per decuplicare nel corso dei prossimi 15-20 anni la potenza nucleare installata. Un aspetto speciale del rinascimento dell'energia nucleare è rappresentato dal programma del Sud Africa che prevede la realizzazione di 30 e forse anche 40 nuovi reattori ad alta temperatura (HTR, un progetto originariamente sviluppato in Germania). L'obiettivo sudafricano è quello di arrivare a coprire con il nucleare il 10% del proprio fabbisogno energetico entro il 2020. Paesi come Turchia, Finlandia, Cechia, Slovacchia, Bulgaria, Romania e Iran varano nuovi progetti per il nucleare, mentre paesi europei come Italia e Germania, che in passato furono all'avanguardia in questa tecnologia, sono ancora vittime del tabù nucleare imposto dalla mafia ecologista. A Parigi la maggior parte dei paesi sono stati rappresentati dai rispettivi ministri dell'Energia, ma il ministro per le questioni ambientali e la sicurezza nucleare tedesco, il verde Juergen Trittin, ha preferito essere assente all'incontro. Recentemente però, a motivo della paurosa impennata dei costi petroliferi, anche in Germania si fanno sentire nuove voci che chiedono pubblicamente di riconsiderare l'uscita dal nucleare.
Il ministro delle Attività Produttive Antonio Marzano, ha riferito alla conferenza di Parigi che in Italia stanno maturando ripensamenti sull'uscita dal nucleare, avvenuta nel 1987, con un referendum allora orchestrato sull'onda emotiva del disastro di Chernobyl, che si era verificato l'anno precedente. "A proposito dell'energia nucleare, notiamo un chiaro cambiamento nell'opinione pubblica, in particolare nelle giovani generazioni", ha detto Marzano.
Intanto però, in Europa quest'anno solo la Finlandia metterà in cantiere nuove centrali nucleari. La Francia inizierà i lavori di un nuovo progetto nucleare nel 2007. L'ultima centrale nucleare costruita in Europa risale al 1991, e in Germania al 1978. Nella dichiarazione conclusiva della conferenza di Parigi si nota: "un'ampia maggioranza dei partecipanti ha affermato che l'energia nucleare può contribuire decisamente a far fronte al fabbisogno energetico e a sostenere lo sviluppo mondiale nel XXI secolo". Nello stesso documento si afferma: "la disponibilità e l'accessibilità dell’energia sono aspetti essenziali per lo sviluppo"; si conclude che l'energia nucleare può "dare utili contributi con la produzione di acqua potabile e idrogeno". La dichiarazione contiene un appello alla comunità internazionale affinché sviluppi" sistemi nucleari innovativi."
Nel discorso pronunciato il 21 marzo alla conferenza, il segretario generale dell'OCSE Donald J. Johnson ha deprecato il fatto che 1,5 miliardi di esseri umani ancora non hanno alcun accesso all'energia elettrica, ed ha fatto notare che per cambiare questo stato di cose e riuscire a provvedere al fabbisogno mondiale complessivo di energia occorrono investimenti per 14 mila miliardi di dollari nel corso dei prossimi 45 anni. Senza il nucleare questo non può essere realizzato, ha affermato Johnson, il quale ha quindi menzionato la fusione termonucleare come un necessario passo in avanti da compiere per la tecnologia nucleare, al quale occorre lavorare nell'immediato futuro.

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