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Il Senato USA va incontro ad una decisione storica

Il 22 maggio il fondatore dell'EIR Lyndon LaRouche ha fatto diffondere una dichiarazione intitolata "Salvare ora la Costituzione" contro il tentativo di eliminare il diritto di 'filibuster' dell'opposizione al Senato (vedi oltre).
"Questo tentativo di golpe mira a colpire l'istituzione del Senato e a rovesciare la Costituzione per istituire una dittatura della Casa Bianca" ha detto il noto statista. La dittatura passa per la vanificazione "dei poteri, che la costituzione conferisce al Senato, di esercitare controlli e contrappesi nei confronti di una presidenza ormai fuori di senno e una Camera dei rappresentanti allo sbando. Questa disposizione a difesa della nostra Costituzione poggia sulla facoltà che la Costituzione conferisce espressamente al Senato degli USA, quella di 'consigliare e approvare'".
Il "golpe" a cui si riferisce LaRouche è l'annuncio fatto il 19 maggio da Bill Frist, capogruppo della maggioranza repubblicana del Senato USA, di voler mettere ai voti una mozione voti il 24 maggio affinché sia posto un limite ai tempi dei dibattimenti in aula: si vuole così eliminare la capacità di condurre una "filibuster", una forma di ostruzionismo in cui i senatori dell'opposizione hanno diritto di parlare a tempo indefinito, che la Costituzione garantisce per le questioni più importanti (Vedi i numeri 10 e 12 dello Strategic Alert dell'EIR, e i seguenti link movisol.org/ulse182.htm - ulse191.htm – ulse198.htm, pensioni19.htm).
Le regole prevedono che per limitare i tempi del dibattito su ciò che il Senato deve votare occorrono almeno 60 voti. I repubblicani ne hanno sulla carta solo 55; perciò il vice presidente Cheney, che presiede il Senato, vuole aggirare l'ostacolo sostenendo che per le nomine nel giudiziario la regola dei 60 voti sarebbe "incostituzionale", quindi vuole cambiarla. Ma per cambiare le regole del Senato c'è un ostacolo ancora più alto, dato che sono previsti addirittura 67 voti, cioè la maggioranza di due terzi. Secondo LaRouche, se tenteranno di cambiare le regole con meno di 67 voti, i repubblicani agiranno in violazione della Costituzione degli Stati Uniti. Se Cheney e i suoi ci proveranno, il Senato dovrà chiudere i battenti fino alle prossime elezioni. Se questo ultimatum viene dato in maniera categorica, i repubblicani moderati, e mentalmente sani, sicuramente diserteranno Cheney.
Quella che Frist ha ora attivato è la cosiddetta "opzione nucleare" con cui si vuole eliminare la "filibuster", strumento a cui in passato hanno fatto ricorso in situazioni difficili ambedue i partiti.
"Il Senato è stato istituito per impedire all'Esecutivo di esercitare poteri monarchici", ha spiegato il 18 maggio il sen. Patrick Leahy, secondo il quale la Casa Bianca e la dirigenza repubblicana stanno commettendo "un abuso di potere per aumentare il loro controllo". Non si tratta di un episodio isolato, ha aggiunto Leahy, ma "è parte di uno sforzo sostenuto di questa amministrazione e dei suoi partigiani nel Congresso per consolidare il potere in un ramo, quello dell'Esecutivo, ignorando come la storia costituzionale abbia definito tre rami separati che agiscono per controllarsi e bilanciarsi vicendevolmente".
Lo stesso giorno il sen. Ken Salazar, parlando ad una conferenza stampa del partito democratico, ha denunciato il tentativo di stabilire il controllo assoluto sui tre rami come una mossa del governo "per trasformare la nostra democrazia ... essenzialmente in una dittatura".
Mentre il fermento serpeggiava da settimane, il 18 maggio Frist ha presentato all'approvazione del Senato la più controversa delle nomine nel giudiziario, quella di Priscilla Owen, uno dei giudici estremisti più invisi ai democratici. Il capogruppo democratico Harry Reid ha spiegato che delle dieci nomine presentate sono solo cinque quelle che il suo partito ritiene inaccettabili ma, ha fatto notare, i repubblicani non hanno compiuto alcun passo per cercare di raggiungere un accordo. Reid ha quindi rilevato come il vero scopo dei repubblicani non sia quello di ottenere la conferma di queste poche nomine, che erano già state respinte con la "filibuster" l'anno scorso, ma quello di "preparare la strada per una nomina alla Corte Suprema per cui vorrebbero che bastassero solo 50 voti invece di 60". "Non vogliono raggiungere un consenso, vogliono lo scontro", ha aggiunto Reid.
Molti senatori hanno fatto notare come, a differenza della Camera dei Rappresentanti, dove decide la maggioranza, il Senato protegga il diritto della minoranza. Gli estensori della Costituzione hanno conferito al Senato, e non a tutte e due le Camere, la responsabilità di "consigliare e avallare" le nomine presidenziali, perché volevano così che la voce della minoranza fosse ascoltata. Nel corso della storia del Senato uno dei modi in cui il diritto della minoranza è stato garantito è stato quello della "filibuster", cioè il diritto al dibattito esteso ad oltranza.
Nel discorso del 19 maggio il sen. Reid ha affermato che "il diritto di prolungare il dibattito non è mai così importante come quando uno dei partiti controlla sia il Congresso che la Casa Bianca", ed ha aggiunto: "In questi casi la filibuster serve come strumento per controllare il potere e mantere il governo nei limiti costituzionali. Al momento attuale l'unico controllo sul presidente Bush consiste nella capacità dei democratici di esprimere la propria preoccupazione in questo organismo, il Senato. Se i repubblicani ci sottraggono questi diritti, in quest'Aula, non vi sarà più alcun controllo sul loro potere. La destra radicale sarà libera di perseguire qualsiasi programma desidera, e non solo riguardo alla nomina dei giudici. Il suo potere sarà libero da ogni controllo per le nomine alla Corte Suprema, per ogni nomina in generale e per leggi come quelle per la privatizzazione della Social Security."
Il sen. Charles Schumer ha dichiarato: "Siamo sull'orlo di una crisi costituzionale. I «checks and balances» che sono nel centro di questa repubblica stanno per essere vaporizzati dalla opzione nucleare ... E' sconcertante. Sembra un accesso d'ira da parte della destra più dura. Sono risoluti a spuntarla in ogni occasione, e per questo sono pronti a cambiare le regole, ad infrangere le regole ed equivocare la Costituzione".
Nella dichiarazione citata in apertura, LaRouche fa appello agli americani per sostenere la battaglia condotta dai senatori democratici. "Sostenendo loro difenderemo il nostro sistema costituzionale. Sostenete questo sistema come se la vostra vita e il futuro della nazione dipendesse dal vincere questa lotta. Io sostengo coloro che sono impegnati in tale lotta, siano essi democratici o repubblicani. Vi invito a fare altrettanto".
LaRouche si rivolge anche ai non americani, spiegando che la lotta per salvaguardare i poteri del Senato riveste un'importanza strategica globale e non è solo un "affare interno" degli Stati Uniti. La politica mondiale sarà determinata da ciò che accade questa settimana a Washington.


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