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Sfidato il piano di guerra di Cheney contro l'Iran

Si intensifica il braccio di ferro sull'aggressione nucleare e convenzionale che il vice presidente Dick Cheney vorrebbe sferrare contro l'Iran, probabilmente nel mese di agosto. Un duro colpo contro tale piano è arrivato il 2 agosto quando il Washington Post ha reso pubblici, nell'articolo di apertura, stralci del National Intelligence Estimate (NIE), una importante valutazione riservata dell'intelligence redatta sotto la coordinazione della CIA. Le fonti del Washington Post sostengono che in quel rapporto dello scorso giugno, a cui esse hanno accesso, c'è scritto chiaramente che l'Iran non è in grado di disporre di armi nucleari prima del 2015, al più presto, e al tempo stesso si specifica che con questo non si vuole riconoscere che l'Iran disponga effettivamente di un tale programma di riarmo nucleare, perché non ci sono elementi sufficienti per una tale conferma.
Fonti di Washington riferiscono che le indiscrezioni sulla NIE probabilmente non sarebbero state pubblicate se non fosse stato per la precedente mobilitazione del movimento di Lyndon LaRouche che ha ripreso le rivelazioni apparse sull'American Conservative a proposito dell'ordine impartito dal vice presidente Cheney al Comando Strategico (StratCom) affinché approntasse un piano di contingenza per attacchi convenzionali e nucleari contro l'Iran. Nell'American Conservative si diceva che questo sarebbe servito nell'evenienza di un attacco terroristico contro gli USA sullo stile di quello dell'11 settembre 2001.
Secondo le stesse fonti della capitale americana questi sono solo indizi di superficie di uno scontro ben più profondo che da tempo sta infuriando nelle istituzioni USA e che la denuncia del rischio dei "cannoni d'agosto" lanciata da LaRouche h a colpito nel segno senza rappresentare esagerazione alcuna (vedi: «Monito di LaRouche: il dito di Cheney sul bottone nucleare»).
Il 3 agosto sono stati moltissimi i mezzi d'informazione che si sono sentiti in dovere di scagliarsi contro il NIE e l'indiscrezione pubblicata dal Post.
Ma lo stesso giorno Ray McGovern, ex analista che ha prestato servizio presso la CIA dai tempi di Kennedy fino a quelli di Bush padre, e oggi presiede l'associazione dei "Veteran Intelligence Professionals for Sanity", ha commentato sul sito TomPaine.com che l'indiscrezione sulla valutazione NIE ha impedito a Dick Cheney ed al suo protetto John Bolton di scagliarsi contro l'Iran. Bolton in effetti ha inaugurato la sua carriera all'ONU, il 4 agosto, esibendosi in una tirata contro l'Iran e la Siria che, secondo lui, finanzierebbero i terroristi.
McGovern ha rilevato il tempismo dell'indiscrezione: "È giunta nel momento in cui girava la voce che l'ufficio del vice presidente Cheney aveva ordinato piani di contingenza per compiere incursioni aeree in grande stile contro l'Iran ricorrendo non soltanto ad armi convenzionali ma anche ad armi nucleari tattiche contro i siti nucleari sotterranei schermati". Ha aggiunto che, come avvenne nel 2002, Cheney ha di nuovo guidato la carica per scatenare un'altra guerra.
McGovern ha anche spiegato che "Cheney non si sente affatto legato all'intelligence USA, a meno che non riesca a fare le pressioni necessarie sul quartier generale della CIA per indirizzare le indagini come e dove vuole lui". Ha aggiunto di temere che il vice presidente non desisterà dai suoi intenti.

LaRouche intervistato dalla radio inglese
Il 1 agosto James Whale, giornalista del popolare programma radiofonico inglese TalkSport, ha intervistato Lyndon LaRouche. La trasmissione può essere ascoltata sul sito www.larouchepac.com. Di seguito alcuni stralci.
Whale: Passiamo al suo ultimo 'messaggio al mondo'. Lei ha detto che Dick Cheney «vive una sua versione americana di Hitler nel bunker, che se la prende con i senatori repubblicani che osano resistere alla sue folli tirate». Non lo conosco molto ma quando lo vedo, nelle interviste, sembra un gentiluomo attempato ed affabile, con i suoi ben documentati problemi di salute, e che ormai è agli sgoccioli della sua carriera politica.
LaRouche: si, come altri personaggi sulla scena pubblica lui è uno strumento di qualcosa che sta dietro le quinte, com'è tipico del nostro sistema politico, con poche eccezioni.
Purtuttavia, Cheney è un tipo pericoloso. Come segretario alla Difesa promosse i piani per il ricorso alle mini-bombe nucleari in una guerra preventiva. A quell'epoca, sotto la presidenza Bush 41, c'erano James Baker III, segretario di Stato, e Brent Scowcroft che fecero del loro meglio per fermarlo e ci riuscirono. Ma poi quando è andato alla presidenza Bush Secondo, Cheney è diventato vice presidente ed ha cominciato a tramare per arrivare alla guerra in Iraq e adesso spinge, come progettò fin da allora, per portarci in una guerra contro l'Iran.
Siamo in una situazione in cui le decisioni sono state prese: le armi nucleari ora sono state assegnate ai comandanti di teatro. Adesso, nello StratCom c'è un ordine di Cheney - cosa che in realtà la Costituzione non gli consente davvero di fare, ma tant'è - di preparasi ad una guerra preventiva in Iran con il pretesto di qualsiasi cosa che possa essere spacciato come un equivalente dell'11 settembre contro gli Stati uniti. Ecco dove siamo arrivati.
Si, ma chiariamo subito una cosa: lei ci sta dicendo che qualcosa come l'11 settembre deve prima colpire gli Stati Uniti, prima che ciò accada, oppure basta che essi temano che possa colpire?
Tutt'e due. Siamo al punto in cui è solo una questione politica: con quale delle due opzioni riescono a spuntarla?
Ma che cosa spera di guadagnarci Cheney con lo sterminio di gente innocente, nell'ordine dei milioni?
Non credo che Cheney si ponga una domanda del genere. Il suo è il caso di un politico di secondo piano che agisce più come un boss mafioso che come uno capace di porsi problemi ragionati e di elaborare dei piani. Lui va col pilota automatico, va incontro ad una catastrofe e non si preoccupa davvero delle conseguenze di ciò che sta facendo...
Dunque lei calcola che c'è un grosso pericolo che Cheney possa permettere, o che Bush, credo, debba permettere un attacco nucleare tattico limitato contro l'Iran?
...Che non credo si possa fermare: una volta dato fuoco alla miccia l'esplosione è inevitabile.
Lei dunque ritiene che a monte vi sia un modo di pensare, che a me sembra proprio folle, secondo cui tutto questo poi dovrebbe rendere il mondo un posto più sicuro? Se riescono a trovare un motivo che non suscita la ribellione e la resistenza del resto del pianeta essi arriverebbero dritti filati a scaricare bombe nucleari sull'Iran!
Per capire occorre considerare il problema rappresentato da Hitler nel 1933. I militari, in particolare, evitarono di affrontare la situazione quand'era possibile, e non impedirono ad Hindenburg di nominare Hitler cancelliere. Quando divenne Cancelliere, la gente rideva di Hitler dicendo: "Se ne andrà molto presto". Ma poi Hermann Goering orchestrò l'incendio del Reichstag, e ad Hitler furono conferiti i poteri dittatoriali, e non fu possibile fermarlo fino alla fine della guerra!
Oggi non ci sono le grandi capacità militari necessarie per una guerra generale, eccezione fatta per le armi nucleari. Ma c'è gente come Cheney, che pensa come quelli che erano allora dietro ad Hitler, ed è convinta di poter portare a termini i propri disegni, mentre invece non capisce quello che sta combinando. Abbiamo uno che s'imboscò per non fare il militare e adesso pianifica le guerre! E il pericolo è rappresentato da questo tipo di situazione.
Chi capisce qualcosa sa che la guerra, con l'eccezione della difesa, è un'impresa inutile in questa nostra epoca. Le conseguenze sono immense. Ci sono altri modi, decisamente migliori, per trattare i problemi della sicurezza, che non innescare una guerra generale semplicemente perché ci siamo arrabbiati.

Bolton, rifilato all'ONU mentre il Congresso andava in vacanza
George W. Bush ha deciso il 1 agosto di nominare John Bolton ambasciatore USA al Palazzo di Vetro dribblando la regolare conferma del Congresso: una nomina "per decreto" dopo l'inizio della vacanza estiva del parlamento. Si tratta di un'iniziativa apertamente incostituzionale da parte del Presidente, che ha deciso di fare a meno del "consiglio e consenso" del Senato disposti dalla Constituzione. La nomina, conoscendo i trascorsi guerrafondai dell'interessato, è inoltre l'ennesima conferma del rischio di guerra denunciato da LaRouche con il suo monito sui "cannoni d'agosto".
Il capogruppo democratico al Senato Harry Reid ha denunciato la nomina come "l'ultimo abuso di potere" da parte della Casa Bianca. Per Ted Kennedy si tratta di un abuso del regolamento per evitare di chiedere il consenso del Senato. Per il sen. Chris Dodd, esponente di rango della Commissione Esteri, si tratta di "un vero disservizio alla nazione".
Alla CNN il sen. Dodd aveva fatto notare, sul conto di Bolton, che "le prove più dannose a suo carico provengono da 15 dipendenti dell'amministrazione Bush. Inoltre 102 ambasciatori, repubblicani e democratici, hanno raccomandato di non nominarlo. Il capo dello staff di Colin Powell l'ha giudicata una scelta pessima per la sede dell'ONU". Dodd ha anche ricordato che Bolton è famoso per licenziare gli analisti dei servizi che arrivano a conclusioni che contraddicono le sue, e solo questo sarebbe bastato per bocciare la proposta di mandarlo all'ONU.

La cospirazione di Franklin
Il colonnello dell'Air Force Lawrence Franklin, che visitò l'Italia in compagnia di Michael Ledeen quando a Roma vennero contraffatti i documenti su presunte ordinazioni di Saddam Hussein di yellow cake dal Niger, fu poi incriminato per aver trafugato segreti militari USA in Israele (Strategic Alert dell'EIR n. 19, 12 maggio 2005).
Il 4 agosto sono stati incriminati anche i suoi due complici nell'AIPAC (American Israel Public Affairs Committee), il direttore di politica estera Steven Rosen e l'analista di questioni mediorientali Keith Weissman.
L'iniziativa legale si colloca nel contesto dell'identificazione di una vasta rete spionistica israeliana che comprende elementi nel Pentagono, funzionari d'ambasciata e Uzi Arad, ex funzionario del Mossad passato al Centro interdisciplinare di Herzliya. Gli investigatori stanno portando alla luce una nuova struttura che fu creata dopo lo scandalo Pollard, l'analista dei servizi della Marina USA che nella metà degli anni Ottanta passò ai servizi israeliani informazioni trafugate dalla CIA e dal Pentagono. Dai sei anni di indagini della FBI emerge che i servizi israeliani negli USA si sono "riconvertiti" per fare soprattutto affidamento su formazioni di lobby, come l'AIPAC, che legalmente possono essere in contatto con enti di governo USA. Gli elementi ora finiti nell'occhio del ciclone corrispondono agli ambienti che hanno fatto saltare la copertura di Valerie Plame.

 


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