Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà

Precisazioni, su Francesco Pazienza e su Franklin D. Roosevelt 

Lettera:

Da: segreteria@centrostudimonetari.org
Oggetto: Francesco Pazienza
Data: 11 agosto 2005 14:05:02 CET
A: movisol@movisol.org

Egregi,
nel vostro articolo "La Nuova Strategia della Tensione di Dick Cheney & George Shultz", [ma vedi anche QUI] scrivete che Pazienza era un membro della P2 e gli attribuite il potere di dare ordini ad ufficiali del SISMI, andando dietro ad una campagna ultraventennale contro il Dr. Francesco Pazienza che è ormai giunto al 50° giorno di sciopero della fame nel carcere di Livorno. allo scopo di ottenere quella giustizia che finora gli è stata negata (vedi: http://www.pazienzahungerstrike.info)

Francesco Pazienza non è mai stato membro della P2 (vedi la lista:
http://www.uonna.it/p2elenchi.htm) e recentemente, nel 2002, la magistratura ha parlato di grave diffamazione da parte di quanti lo vogliono collegato a Licio Gelli.

Francesco Pazienza è stato consulente esterno del SISMI e non un suo ufficiale,quindi non aveva il potere di dare ordini a nessuno.

Le falsità che evidentemente copiate senza verificare, rischiano di minare la credibilità del vostro interessante progetto su una Nuova Bretton Woods.

Allo stesso modo quando sbandierate un piano ricalcato sulla politica di Roosevelt che è sempre stato una creatura di Wall Street (leggere: - Anthony C. Sutton, Wall Street and FDR, Arlington House Publishers, New Rochelle, New York, 1975 - online gratuitamente: http://www.reformation.org/wall-st-fdr.html

Quindi vi chiedo cortesemente di rettificare il riferimento a Pazienza nel vostro articolo di cui sopra. per amor di verità.

Cordialmente,
Marco Saba

Risposta:

Egr. Dott. Saba,
effettivamente nell'articolo da noi pubblicato è contenuta un'inesattezza che riguarda la figura di Francesco Pazienza. Il suo nome non risulta nell'elenco dei 953 iscritti alla P2 ufficialmente noti. Tuttavia, ciò non cambia la sostanza del nostro articolo, che si concentra sulle vicende per cui il Pazienza è stato condannato con sentenza definitiva, e cioè il depistaggio. Certo, in un'Italia in cui terroristi pluriomicidi girano a piede libero, fa un po' riflettere il fatto che Pazienza sia l'unico che rimane dietro le sbarre, ma ciò non autorizza a ritenerlo innocente, né tantomeno a formulare un giudizio politico assolutorio sul ruolo svolto da Pazienza in ambienti piduistici, ruolo che, come risulta dalle stesse memorie del Pazienza, non era affatto secondario né tantomeno di subordinazione; basti pensare alla vicenda del Billygate, dove un Ledeen emissario di ambienti del Pentagono commissiona a Pazienza uno scandalo per determinare l'esito delle elezioni presidenziali americane (con successo), e Pazienza esegue la “missione” mobilitando strutture del SISMI. Oppure al suo inserimento, ai massimi livelli, nello scontro in corso nel Vaticano tra il gruppo di Casaroli e quello di Marcinkus, ecc. ecc.
Se permette, il suo giudizio su Pazienza denota a nostro avviso un difetto di analisi che probabilmente è dovuto agli stessi assiomi del suo pensiero che la portano ad esprimere un giudizio negativo su Franklin D. Roosevelt. Affermare che Roosevelt fosse un agente di Wall Street significa non solo non conoscere la storia, ma anche fallire clamorosamente nell'afferrare il centro dello scontro strategico attuale, che è la continuazione di quello del XX secolo di cui Roosevelt fu l'assoluto protagonista. Su questo sito e sulle nostre pubblicazioni abbiamo abbondantemente trattato questo tema, inscindibile dalla battaglia per una Nuova Bretton Woods che lei afferma di apprezzare. Dal nostro punto di vista riteniamo che questa carenza analitica sia probabilmente dovuta ad un erronea inquadratura della storia e dei contenuti della Rivoluzione Americana, ridotta da una storiografia ahimé imperante ad un affare tra massoni. In realtà, se non si afferra la sostanza storica ed epistemologica dello scontro tra i fondatori del Sistema Americano e il Sistema Anglo-Olandese, sfugge poi completamente la realtà della storia e della situazione che stiamo vivendo. Consigliamo pertanto lo studio di Alexander Hamilton, Friedrich List e dei fratelli Carey, a cui Roosevelt si rifaceva direttamente e, più di lui, il suo vicepresidente Henry Wallace, che ha scritto un paio di squisiti libretti di economia.
Ci permetta di aggiungere in conclusione che senza il contesto di una politica economica per il Bene Comune, il cui più importante esempio storico recente è l'opera di Roosevelt e il cui più autorevole rappresentante oggi è Lyndon LaRouche, qualsiasi iniziativa di per sé lodevole, come quella che lei porta avanti a favore della sovranità monetaria, è destinata a rimanere sterile o addirittura ad essere controproducente. La preghiamo quindi vivamente di rivedere il suo giudizio su Franklin Delano Roosevelt.

Cordialmente,
Movisol


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