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Israele accetterà una “Madrid II” ?

21 agosto 2006 – Il 13 agosto Lyndon LaRouche ha diffuso un comunicato di sostegno alla proposta di una “Madrid II”, una conferenza di pace per il Medio Oriente, lanciata dall'ex ministro della giustizia Yossi Beilin (vedi qui).
Nel corso di una cerimonia, il 15 agosto il ministro della Difesa israeliano Amir Peretz si è dichiarato a favore di colloqui di pace con la Siria, i Palestinesi ed il Libano. Solo qualche ora dopo l'inizio del cessate il fuoco in Libano, Peretz ha dichiarato che “ogni guerra crea le circostanze per un approfondito processo diplomatico”, ed ora “abbiamo bisogno di negoziare con il Libano e gettare le fondamenta per i negoziati con la Siria ... Abbiamo bisogno di riprendere i negoziati con i Palestinesi”.
Peretz, che è anche presidente del partito laburista, è finora l'unico membro del governo israeliano ad aver chiesto la riapertura dei negoziati di pace, specialmente con la Siria. Da allora ha subito le critiche del premier Ehud Olmert e dei nemici nel suo stesso partito. Secondo il corrispondente di Ha'aretz Akiva Elder, l'appello per il negoziato è stato concordato da Peretz con il ministro degli Esteri spagnolo Miguel Moratinos, il quale avrebbe personalmente consegnato la proposta di Peretz al presidente siriano Bashar al_Assad già prima del cessate il fuoco.
Moratinos è stato in passato inviato dell'Unione Europea nel Medio Oriente ed è decisamente impegnato nel processo di pace.
Il 19 agosto anche David Kimche, ex direttore generale del ministero degli Esteri israeliano, ha lanciato un appello affinché si convochi una “Madrid II”. Sul Jerusalem Post Kimche ha scritto: “Come ha osservato un importante politico sannita, 'l'unico modo di impedire un incubo è procedere verso un processo di pace generale'. Un accorto politico libanese con il quale mi sono più volte consultato negli ultimi giorni è convinto che sia i libanesi che i siriani reagirebbero positivamente all'idea di una conferenza di pace 'Madrid II' sponsorizzata dagli USA, dall'Europa e dalla Russia. I siriani desiderano disperatamente uscire dall'isolamento internazionale e rimediare ai guasti della propria economia. Una conferenza di pace di questo tipo è fattibile. Avrebbe bisogno dell'iniziativa americana e del sostegno internazionale. Per la 'Madrid Uno', James Baker sbatté insieme le teste dei leader della regione fino a quando sia Hafez Assad che Yitkhak Shamir, ambedue riluttanti, finirono per accorrere nella capitale spagnola. Potrebbero fare di nuovo una cosa del genere gli americani? Io suppongo che questa volta sarebbe molto più facile. Potrebbe essere un colpo ben assestato per la politica americana nel Medio Oriente. Potrebbe essere una scialuppa di salvataggio per il Libano. E per noi, che è ciò che ci preme di più, potrebbe inaugurare una nuova era nella storia variegata dei rapporti con i nostri vicini. Dobbiamo essere favorevoli e fare il possibile per persuadere gli americani e gli altri che una 'Madrid Due' potrebbe essere il seguito migliore per quella brutta guerra nel nord”.
Il ministro degli Esteri israeliano Tzipi Livni ha affidato la responsabilità di “project manager” dei possibili negoziati con la Siria a Yaakov Dayan, alto funzionario del ministero del Esteri. Dayan ha incontrato Iramar Rabinovich, direttore da parte israeliana dei negoziati con la Siria all'epoca del primo ministro Yitzhak Rabin, e il gen. Uri Sagi, subentrato allo stesso incarico sotto il primo ministro Ehud Barak. Sagi ha energicamente criticato la guerra in Libano raccomandando di riaprire i negoziati con la Siria.
Uri Savir, uno degli architetti degli accordi di Oslo ed attualmente capo del Centro Peres per la Pace, ha lanciato un appello affinché Israele riapra i negoziati con i Palestinesi e con la Siria. “Dobbiamo concludere che un deterrente vero non sarà ottenuto con gli attenti preparativi per una prossima guerra, ma allargando il cerchio della pace”, ha scritto Savir su Ha'aretz del 18 agosto.
Consultato dall'EIR, un politico israeliano vicino a questi ambienti ha spiegato che il punto interrogativo maggiore, come al solito, è rappresentato dall'amministrazione Bush, perché continua a considerare la Siria parte dell'“asse del male”. Per questo vanno considerati positivamente i tentativi di James Baker III e Brent Scowcroft di convincere l'amministrazione a cambiare la sua ottica nei confronti della Siria.

Militari e diplomatici esortano Bush a cambiare politica verso l'Iran

I generali Joseph Hoar (ex capo del Comando Centrale)e Robert Gard e l'ex capo del National Security Council Morton Halperin sono i promotori di una lettera aperta, sottoscritta da altri 21 ex militari e diplomatici, in cui si accusa il presidente americano di ledere la sicurezza nazionale USA con la sua politica dell'intransigenza nei confronti dell'Iraq e dell'Iran. I firmatari della lettera, diffusa il 17 agosto, raccomandano al governo un immediato cambiamento di rotta.
Nella tele-conferenza stampa tenuta per l'occasione, il gen. Gard ha affermato: “Noi che abbiamo servito il paese non possiamo starcene zitti mentre il presidente ed i suoi emissari accusano di essere 'tenero sul terrorismo' chi critica le gravi magagne della politica da essi seguita. L'amministrazione ha ripetutamente fallito nella ricerca delle soluzioni diplomatiche a problemi che sono resi esplosivi dal ricorso alla forza militare. Dovrebbe intavolare discussioni con gli iraniani al più presto”.
“Siamo convinti che l'occupazione dell'Iraq da parte degli USA continui a sottrarre alla nazione risorse che sono necessarie per affrontare adeguatamente la minaccia più seria alla nostra sicurezza nazionale, costituita da Al Qaeda”, ha aggiunto Gard, e ha quindi concluso: “Riteniamo inoltre che l'insuccesso del presidente nell'impegnarsi direttamente e senza porre condizioni di sorta nel dialogo con il governo iraniano, e il continuo considerare azioni militari contro quel paese da parte dell'amministrazione, potrebbero condurre a conseguenze disastrose per la sicurezza della regione e per le forze USA in Iraq”.
Il comunicato stampa che ha annunciato la lettera aperta afferma: “La dichiarazione, sottoscritta da ex dirigenti delle forze armate e della di sicurezza nazionale, e da funzionari di politica estera, esige che si tengano subito colloqui diretti con il governo dell'Iran, senza pregiudiziali, e raccomanda cautela nel ricorso all'azione militare per risolvere l'attuale crisi in Medio Oriente e per appianare le differenze riguardanti il programma nucleare iraniano.
“Raccomandiamo la massima cautela nel considerare il ricorso alla forza contro l'Iran. La crisi dev'essere risolta per via diplomatica e non militare. Un attacco all'Iran avrebbe conseguenze disastrose per la sicurezza della regione e per le forze in Iraq, e alimenterebbe le fiamme dell'odio e della violenza nel Medio Oriente e ovunque tra i musulmani.
“Una strategia dell'impegno diplomatico con l'Iran servirà gli interessi degli USA e dei suoi alleati, e asseconderà il progresso della sicurezza regionale e internazionale”.
La notizia è stata anche ampiamente diffusa dall'agenzia stampa russa RIA Novosti.

Militari e diplomatici sostengono la proposta di Beilin

Nel corso dell'audio-conferenza del 17 agosto, di cui riferisce l'articolo precedente, il giornalista dell'EIR Jeff Steinberg ha invitato i relatori a commentare la proposta di negoziato di pace, una “Madrid II”, di cui si è fatto promotore l'ex ministro israeliano Yossi Beilin.
Il primo a rispondere è stato Halperin: “Ritengo che sia la cosa più giusta. Ritengo che ciò che sta accadendo in Medio Oriente riflette il disimpegno [diplomatico] dell'amministrazione. Questo è il primo presidente americano che non si è direttamente impegnato nel tentativo di promuovere la pace nel Medio Oriente. E ritengo che la guerra del Libano sia soprattutto il risultato di ciò. Ritengo che questo sia il momento in cui il presidente debba impegnarsi personalmente, essere disposto al colloquio con ogni leader della regione, e a ricercare una soluzione di ampia portata, che finirà per realizzare ciò che ognuno sa essere la soluzione che occorre tra Palestina e Israele, e che inizierà a dare forma ad una situazione nuova in Iraq. Disimpegnarsi e limitarsi a dire 'noi sosteniamo Israele e siamo contro il terrorismo', pur essendo questi due pilastri importanti della nostra politica, non è il modo di ottenere alcun risultato”.
Il gen. Gard ha detto: “Certo che sono d'accordo con la necessità di aprire il dialogo. Abbiamo appena mandato il Segretario di Stato in Medio Oriente, e tutto quello che è riuscita a fare è parlare con gli israeliani! Persino i libanesi, dopo il disastro dei bombardamenti, si sono rifiutati di riceverla. Ovviamente non ha potuto parlare con Hames, Hezbollah, Siria e Iran - è un disastro!”
Il gen. Hoar ha aggiunto: “In parte la difficoltà è dovuta al fatto - come mi ha indotto a riflettere quanto appena detto da Haperin - che stiamo usando lo slogan della 'guerra al terrorismo' per descrivere la dinamica di ciò che sta accadendo in Medio Oriente, e che se non stiamo attenti potrebbe diffondersi nel resto del mondo. Tutta l'idea di prendere il terrorismo, che è una tecnica, e farne uno slogan, ci ha condotto a non pensare più al problema che abbiamo all'origine. Effettivamente questa è una guerra delle idee. E purtroppo Mr. Bush e la sua amministrazione si sono messi alla testa della guerra in pratica disarmati, parlano solo di 'democrazia', di 'libertà', che sono termini che per la gente che vive nei regimi oppressori, o che si trovano in paesi in cui ci sono 'forze occupatrici', o sono minacciati dai vicini, non si associano con niente di sostanziale. E finché non si cambia il paradigma e non si cerca una soluzione regionale a tutti questi problemi, come ha indicato Halperin, suppongo che ci rimarremo senza una soluzione positiva.
“Ma questa soluzione, che ha una validità per l'intera regione, richiede tempo ed energia. Perché le soluzioni diplomatiche richiedono molto più tempo e molto più spirito innovativo delle soluzioni militari, e c'è sempre il problema di perdere la pazienza e scegliere l'opzione militare, specialmente quando è già sul tavolo”.


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