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Padoa-Schioppa fugge ancora

Il 20 novembre, rivolgendosi ad un pubblico di circa duemila persone riunite presso la Fiera di Forlì, il ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa e il suo vice Roberto Pinza sono stati intervistati dal direttore de “Il Resto del Carlino” Giancarlo Mazzuca. L'incontro organizzato dai DS del capoluogo è stato articolato in due sedute: la prima per il grande pubblico, la seconda più ristretta, intesa a dar spazio alle tante domande dei sindacati, delle associazioni di categoria, ecc.
Nell'incontro ristretto, l'ultima domanda al ministro è giunta dal Movimento Solidarietà: “L'economista Lyndon LaRouche, ex candidato alla nomina democratica nelle presidenziali americane giudica l'esito elettorale del 7 novembre scorso, come una grande possibilità di cambiamento per l'America e per il mondo di conseguenza. Questa preferenza per il partito democratico dà credito ad iniziative di quel partito, che si rifanno a figure - con le quali, sul piano dell'economia politica, lei non si trova d'accordo - quali Alexander Hamilton, primo ministro del Tesoro americano, F.D. Roosevelt che ci salvò dal nazismo, e - all'italiana - Enrico Mattei. Tenuto conto che siamo davanti allo sfascio dell'economia e della finanza mondiali, ovvero alla bancarotta dell'intero sistema finanziario globale, che cosa ne pensa di cessare il linguaggio da contabile e farsi ispirare da quegli esempi della storia?”
Il ministro si è difeso sostenendo di ammirare Hamilton e Roosevelt, e che l'autore della domanda forse non lo conosce ancora bene. Si è così di nuovo esibito nella tattica dell'anguilla che aveva adottato poche settimane prima a Milano, alla conferenza stampa in cui Prodi e Padoa-Schioppa hanno presentato per la prima volta la finanziaria alla stampa. Anche in questa occasione un rappresentante del movimento di LaRouche era intervenuto sulla questione della Nuova Bretton Woods. Padoa-Schioppa, proprio per evitare di entrare nel merito di una questione che minerebbe tutti i suoi richiami al "rigore finanziario" e le "riforme", aveva detto che non si poteva discutere della NBW in quel momento; "non era nella finanziaria".
Nell'incontro principale Padoa-Schioppa non ha mancato di impostare la discussione proprio sulla base dei principi "inviolabili" del liberismo. L'evento si è aperto con gli interventi del sindaco di Forlì, Nadia Masini, e del presidente della Camera di Commercio di Forlì, Sergio Mazzi, entrambi imperniati sulla rituale dichiarazione di incondizionata volontà e speranza, affinché tutto il tessuto economico del territorio possa presto felicemente sottomettersi alle regole della concorrenza economica internazionale.
Le domande “pubbliche”, tutto sommato assai comode, hanno permesso ai due ospiti di illustrare meglio i punti in cui si articola la legge finanziaria appena approvata. Pinza ha impiegato un linguaggio politico, talvolta vantando il coraggio della coalizione di centro-sinistra per aver legiferato su temi che altri politici difenderebbero soltanto a parole (politica della famiglia; come continuare l'ispessimento della classe media, così come iniziato dall'azione politica dei padri della Repubblica; come promuovere effettivamente le sinergie tra imprese e università; ecc.). Padoa-Schioppa, invece, non ha mai smesso la maschera del “tecnico”, nemmeno rinunciando a funambolici sofismi (l'evasione fiscale sarebbe il “7° peccato capitale”, ma è anche funzionale alla sopravvivenza di molte imprese, e non possiamo riformare troppo drasticamente il sistema fiscale, lasciandogli invece il tempo di transitare dal vecchio al nuovo equilibrio). Anche in altre occasioni ha dato prova di esperienza retorica: l'ultima domanda ha riguardato la “fase due”, cosiddetta da Fassino; si tratterebbe dunque di passare alla riforma delle pensioni (vedi nostri articoli sulla battaglia negli USA e sulla Bruno Leoni)? Qui TPS, per evitare che l'attenzione del pubblico si concentrasse troppo sulla scottante questione, si è lanciato in una pacata e lunga lista di nuove azioni da intraprendere, che la comprendesse sì, ma in modo da perdersi nella moltitudine: “[…] più concorrenza, maggiore tutela dell'utente, concorrenza nel campo energetico, snellimento di strutture amministrative pubbliche che rendono il lavoro delle imprese particolarmente lento. E' in questo elenco, che vanno anche le cose di cui si parla spesso, cioè pensioni e ripresa eventuale del processo di privatizzazioni".
All'incontro ristretto quasi tutte le domande hanno avuto soprattutto il carattere di lagnanze e suppliche. Le categorie, insomma, invocano feudalmente più attenzione e comprensione per il proprio orticello. Qualche eccezione si è avuta, tuttavia. La Confesercenti di Forlì ha chiesto agli ospiti come pensassero di affrontare, oltre che l'evasione fiscale delle imprese, anche il problema di “Mafia SPA”, che pare avere un giro di affari superiori a quello di FIAT o di TELECOM, e che investe nell'economia ufficiale. Confcommercio di Forlì-Cesena ha chiesto chiarimenti sugli strumenti di accesso al credito e sul quadro definito da Basilea 2. Alla prima domanda sulla mafia, la risposta è stata: “ne prendo nota” e “è un tema dei più drammatici”. La risposta alla seconda domanda non ha trovato luogo, nella successione delle risposte finali.


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