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Un gruppo del Movimento Giovanile di LaRouche manifesta a Washington contro la privatizzazione delle pensioni. Il dossier di denuncia che hanno in mano è già stato distribuito in 250 mila copie ed è in programma la distribuzione di almeno un milione di copie.

Pensioni USA: una battaglia decisiva per il welfare mondiale
 

Il fanatismo paga: questo sembra lo slogan della Casa Bianca che, dopo aver ottenuto a novembre la rielezione con la carica dei fondamentalisti religiosi e le truffe elettorali, ha deciso di rincarare la dose delle stesse tattiche per realizzare la privatizzazione delle pensioni, il punto programmatico più importante impostole dai suoi controllori di Wall Street. Le grandi finanziarie vedono nei contributi pensionistici l'ancora di salvezza per tenere in vita le proprie bolle speculative.
Così gli americani sono adesso bombardati da una campagna massmediale di menzogne sulla necessità di riformare il sistema pensionistico che viene giudicato "in bancarotta". Il sistema pensionistico USA è una delle colonne del "welfare" e fu fondato da F.D. Roosevelt nel contesto del suo programma di ricostruzione dalla Grande Depressione degli anni Venti. Mentre Bush si ripromette di distruggere questa storica conquista, i suoi agenti pubblicitari incalzano con spot televisivi che descrivono Bush come il "continuatore" dell'opera di Roosevelt in materia di pensioni.

L'affronto e la menzogna sono tali per cui James Roosevelt, il nipote del presidente Franklin Delano, ha duramente protestato ed ha chiesto che non si trasmetta più tale inserzione che fa rivoltare suo nonno nella tomba.
Altre menzogne simili vengono fatte camminare attraverso i mezzi ufficiali: chi telefona ad un ufficio pubblico, al posto della solita musichetta deve ascoltare una registrazione che racconta che è assolutamente arrivato il momento di riformare le pensioni. La parlamentare Nancy Pelosi ha denunciato il fatto che gli impiegati della Social Security sono costretti dal governo a spacciare menzogne allarmistiche agli assistiti. E via di questo passo.

Ambienti democratici si rendono conto che Lyndon LaRouche aveva perfettamente ragione ad additare questo grande pericolo, e fu il primo a farlo, nel corso della campagna elettorale, quando Bush negava di aver già messo gli occhi sulla cassa previdenziale.

Così adesso i democratici, invece di "patteggiare come al solito", vengono allo scoperto, come ha fatto persino il sen. Ted Kennedy. Dicono aggressivamente che le nuove menzogne di Bush sono uguali se non peggio di quelle sulle "armi di distruzione di massa" in Iraq -- servono a creare crisi che non ci sono. Dicono che mentre i ragionieri di Bush prevedono conti in rosso, tra 40-50 anni, il problema reale da affrontare è quello dei 45 milioni di americani che non hanno alcuna assistenza sanitaria, adesso, e che se i conti finiranno in rosso è perché i Bush, padre e figlio, si sono già spesi i surplus pensionistici che il governo non intende affatto restituire.

Questa campagna è decisamente guidata dal movimento di LaRouche che tra l'altro diffonde una pubblicazione, già distribuita in 250 mila copie, soprattutto a Wahington, e si ripromette di distribuirne alcuni milioni, denunciando trame e menzogne di questa operazione la cui sconfitta è decisiva per salvaguardare la Costituzione e la sua clausola centrale del "bene comune".

Ovviamente non si tratta di una "faccenda americana": quella delle pensioni è la battaglia campale decisiva per sconfiggere i piani per realizzare un governo mondiale autoritario.


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