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I bombardieri strategici russi riprendono i pattugliamenti

Come risposta all'atteggiamento sempre più aggressivo della Gran Bretagna e di altri paesi della NATO, la Russia ha ripreso a pattugliare i cieli con i suoi bombardieri strategici. L'annuncio ufficiale è stato dato il 17 agosto dal presidente Putin che si trovava a Chebarkul, negli Urali, per concludere la settimana di manovre militari dello SCO. I voli furono sospesi nel 1992, con la dissoluzione dell'Unione Sovietica. Annunciando i nuovi pattugliamenti continui Putin ha spiegato che gli aerei saranno riforniti in volo per effettuare turni di 20 ore e coordineranno le operazioni con le forze navali.
“Gli spazi aerei pattugliati comprendono le zone di attività economica e di commercio marittimo. Da oggi i pattugliamenti saranno permanenti ed hanno un carattere strategico” ha detto Putin. “Purtroppo non tutti hanno seguito il nostro esempio”, ha spiegato il presidente riferendosi alla sospensione dei voli nel 1992, e questo ha finito per rappresentare un problema di sicurezza nazionale: “Agiamo presumendo che i nostri partner vogliano comprendere i motivi del ripristino dei voli strategici. I nostri piloti sono rimasti a terra troppo a lungo. C'è un'aviazione strategica ma non ci sono i voli”.
L'agenzia Novosti riferisce che tre giorni prima era stato annunciato che la 37ma armata dell'aviazione del Comando Strategico aveva iniziato un'esercitazione tattica sia sull'Atlantico sia sul Pacifico. Conclusasi il 18 agosto, l'esercitazione comprendeva il lancio di missili cruise e voli al Polo Nord.

Il ministro degli Esteri russo Lavrov spiega che migliorare i rapporti USA-Russia è un bene per il mondo

Un interessante articolo del ministro degli Esteri russo Sergei Lavov è apparso il 15 agosto sul sito del ministero russo per gli Affari Internazionali. Riflette e commenta gli aspetti positivi dell'incontro dei presidenti Putin e Bush avvenuto a Kennebunkport lo scorso luglio, occasione in cui Putin tornò a proporre un nuovo sistema di difesa antimissile.
Secondo il ministro russo, eliminando “il contenimento della Russia” si aprirebbero possibilità illimitate di collaborazione tra i due paesi. Per questo egli fa espressamente riferimento al sistema di Westfalia, ovvero l'ordine giuridico internazionale che fu fondato nel 1648, a conclusione della guerra dei Trent'anni e dei conflitti di religione, con la firma di un trattato di pace che espressamente sostiene la necessità di tenere in conto “il vantaggio dell'altro” e si ispira al Sermone della Montagna nel definire i principi dei rapporti internazionali [1]. Originariamente l'articolo doveva essere pubblicato su Foreign Affairs, la rivista del Council on Foreign Relations di New York, ma Lavrov è stato costretto a ritirarlo perché la redazione ha richiesto di tagliarne il 40%.
Nell'articolo Lavrov sostiene l'idea di Jacques Delors, ex presidente della Commissione Europa, secondo cui Russia e USA sono “due rami della civiltà europea”, che, scrive Lavrov, “possono incontrarsi ad un 'tavolo comune' sulla base di un'idea europea del mondo”. “Non posso che concordare con Jaques Delors quando si dice convinto che lo sviluppo futuro deve condurre al raggiungimento di un accordo comprensivo in seno a questa troika”, cioè Stati Uniti, Russia ed Europa. Com'è noto, il nome di Delors è anche associato al piano di grandi infrastrutture europee, inizialmente proposto da LaRouche come “triangolo europeo” e successivamente come il Ponte di sviluppo eurasiatico, concepito in maniera da estendere i vantaggi della tecnologia e della cultura europee alla massa continentale eurasiatica fino a raggiungere i paesi più popolosi del mondo.
Ma al centro dell'articolo Lavrov solleva il problema di forze politiche che su ambedue le sponde dell'Atlantico appaiono impegnate ad “avviare un dibattito se occorra o meno un contenimento della Russia”. La Russia è un paese aperto che ha abbandonato la precedente ideologia che, in ogni caso, era frutto del pensiero europeo, ed è oggi impegnata a sviluppare l'economia ed il commercio. “Nessuno stato o gruppi di stati possiede risorse sufficienti per imporre l'unipolarità del mondo ... L'unipolarità, alla fin fine, è una sfida alla potenza divina”, scrive Lavrov. Nell'arena globale vi sono diversi attori primari per cui occorre una leadership collettiva nei rapporti internazionali, specialmente considerata “la inseparabilità della sicurezza dalla prosperità nel mondo del XXI secolo, ogni ritardo nel risolvere i problemi che si accumulano è gravido di conseguenze devastanti per tutte le nazioni”.
Riferendosi alla Corea del Nord, alla Siria, all'Iran e al Darfur Lavrov scrive: “Bisogna ammettere che per i problemi esistenti non vi sono soluzioni che si basano sulla forza”. Solo la ricerca del dialogo, persino con gli stati canaglia, può produrre una sicurezza genuina.
La coercizione minaccia la sicurezza energetica dell'Europa e del mondo intero. “I problemi di oggi, compresi quelli delle implicazioni controverse della globalizzazione, non possono essere risolti al di fuori degli standard morali. Il Sermone della Montagna, la Regola d'Oro e l'umiltà implicano una legge morale che sia valida anche per i rapporti internazionali”.
“Il contenimento della filosofia russa trova una corrispondenza nei piani unilaterali di stazionare una difesa antimissilistica USA in Europa” scrive Lavrov che a tali piani contrappone l'offerta che Putin ha avanzato a Kennebunkport di usare congiuntamente la stazione radar di Gabala nell'Azerbaijan e di definire analisi congiunte delle possibili minacce missilistiche fino al 2020 per gli Stati Uniti, l'Europa e la Russia.


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