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Il Rinascimento Nucleare
è imperativo morale

Una visita ad una piscina molto particolare...


   Nel corso delle attività organizzate assieme ai giovani del LYM in visita a Milano, il giorno 11 luglio 2007 un gruppo di sei membri del Movimento di Lyndon LaRouche hanno compiuto una visita alquanto significativa sul piano scientifico-tecnologico, e politicamente esplosiva!
    In Italia, la nazione più colpita dall'isteria ecologista anti-nucleare, sono ancora attivi alcuni reattori nucleari. Essi sono ancora funzionanti, benché - con un eccessivo rispetto per l'esito del referendum del 1987 - non siano dedicati alla produzione di energia elettrica.
    Uno di questi reattori è il T.R.I.G.A. Mark II (l'acronimo sta per Training, Research, Isotopes, General Atomics) del Laboratorio di Energia Nucleare Applicata (LENA), presso l'Università di Pavia.

Questo è uno delle decine ( >70 ) di reattori diffusi nel mondo, principalmente grazie all'iniziativa "Atomi per la Pace" del Presidente USA Eisenhower (vedi il discorso alle Nazioni Unite dell'8 dicembre 1953 in lingua originale), concepiti per l'addestramento del personale specializzato, per la ricerca scientifica e per una più specifica attività di produzione di isotopi.

    Quando è in funzione, un reattore di questo tipo produce, sia in regime pulsato sia in regime stazionario, una "modesta" quantità di potenza (250 kW, 240-300 °C nel nocciolo) sotto forma di calore che viene dissipato (neanche questo, quindi è sfruttato), e un buon flusso di neutroni (10-15 volte inferiore a quello generalmente ottenuto negli impianti nucleari di produzione di potenza elettrica).

    In una piscina molto particolare, sotto alcuni metri di acqua che fungono da schermo protettivo e refrigerante (l'acqua è anche demineralizzata, per ridurre al minimo gli effetti di attivazione indiretta), il reattore "brucia" uranio arricchito al 20% con l'isopoto 235U, legato con idruro di zirconio, il tutto formando un composto che, per le sue caratteristiche fisiche di risposta all'innalzamento accidentale della temperatura, eviterebbe il ricorso a sistemi di sicurezza particolarmente sofisticati, i quali tuttavia sono presenti e attivi.

 

 

Perché il reattore è prezioso

 

    Il reattore del LENA è usato per quattro attività di carattere generale, ovvero

1 - ANALISI AD ATTIVAZIONE NEUTRONICA.

    Per il 40% del tempo, per condurre analisi di campioni biologici, alimentari, ambientali, forensi, ecc. per mezzo della tecnica di Analisi ad Attivazione Neutronica. Tale tecnica permette di raggiungere risultati analoghi alla più ordinaria spettrometria di massa, ma ha il grande vantaggio di essere non distruttiva. Nello specifico, il campione è, senza preparazioni preventive, immerso nella vasca del reattore, e posto ad essere irraggiato dai neutroni prodotti dalle reazioni nucleari di fissione; quindi, terminata questa fase di (radio)attivazione neutronica, esso è sottoposto a spettrometria gamma (conteggio dei fotoni γ di decadimento radioattivo, e misura della loro energia), in modo da riconoscere in esso le componenti isotopiche indotte dall'attivazione che si associano all'iniziale contenuto dei rispettivi elementi chimici, e rilevarne concentrazioni dell'ordine dei grammi su 10-100 tonnellate del materiale in esame.

    Due esempi di analisi ad attivazione neutronica riguardano la determinazione dell'origine geologica dei crateri, in cui oggi le acque si raccolgono a formare dei laghi (se le rocce del cratere contengono "molto" iridio, significa che il cratere fu dovuto all'impatto di un meteorite), e lo studio dei casi di contraffazione del Grana Padano.

2 - TERAPIE ONCOLOGICHE.

    Per il 40% del tempo, per condurre ricerche biologiche e mediche sulla Terapia a Cattura Neutronica del Boro 10B (TCNB, o in inglese BNCT), nella cura della metastasi del pancreas nel fegato. Altre quattro università europee (Olanda, Finlandia, Svezia, Repubblica Ceca) conducono ricerche in tal senso, ma soprattutto rivolte al controllo del tumore cerebrale (in particolare del glioblastoma multiforme). La cura prevede un irraggiamento con neutroni della cellula tumorale, dopo averle fatto assorbire in modo selettivo una molecola trasportatrice di 10B. L'incontro con un neutrone fa sì che l'isotopo del boro subisca una fissione, liberando un'energia letale per la cellula.

 

3. STUDIO DEI MATERIALI.

    Per un 10% del tempo, per condurre ricerche sulla resistenza dei materiali, soprattutto simulandone l'invecchiamento.

4. RICERCA SCIENTIFICA.

    Per il resto del tempo (10%), per condurre ricerche di fisica fondamentale.
 

Pur avendo i suoi anni (prima accensione avvenuta il 15 novembre 1965), il reattore è in ottime condizioni, grazie ad un piano accurato di manutenzione e di sostituzione programmate su base pluriannuale. Una delle sostituzioni ora in atto, è quella delle apparecchiature della cabina di controllo, compiuta in completa autonomia dal costruttore del reattore (General Atomics).

 

 

Il ritorno dell'Italia nell'Era Nucleare


    Durante la visita guidata dall'ing. Andrea Borio di Tigliole, direttore del LENA, è nata una viva discussione su alcuni punti di estrema importanza.

    Nel caso in cui, in Italia, si passasse veramente e definitivamente ad una politica nazionale tale da permettere alla nostra nazione di ritornare nell'Era Nucleare, uno dei problemi più grandi sarebbe quello della carenza degli esperti nel settore. La preparazione di uno scienziato, di un ingegnere o di un tecnico è sempre molto lunga. Sebbene, per esempio, alcune università italiane abbiano continuato a preparare ingegneri nucleari, il numero degli iscritti a tale indirizzo di studi è andato costantemente calando, a fronte di una scarsità di sbocchi professionali che ha ormai afflitto più di una generazione. E' vero che in un primo momento di questa auspicabile ripresa, ci si potrebbe avvalere anche di esperti stranieri, oltreché di personale in pensione, ma questa situazione non avrebbe le caratteristiche di stabilità necessarie sul lungo periodo.

    La politica del Governo ora in carica, è - nei confronti di una ripresa del settore nucleare e delle filiere collegate - assai discutibile, poiché nessuno tra i suoi esponenti s'è espresso in favore; quando se ne parla, addirittura, non si fa che evocare le cosiddette 'energie rinnovabili'.

    Nell'approfondire la nostre reciproche posizioni, abbiamo convenuto che un'economia basata sul nucleare e sull'idrogeno combustibile (come vettore energetico, alternativo ai derivati del petrolio) sia l'unica economia caratterizzante un futuro prospero e pacifico, per il mondo intero. Assieme ai problemi energetici, una densa diffusione di reattori nucleari sull'intera superficie del pianeta, permetterebbe di affrontare l'altro enorme problema mondiale, quello delle risorse idriche. Gli impianti di dissalazione alimentati a 'fissione', o anche a 'fusione', sarebbero la "cosa buona" auspicabile e definitiva.

    La visita s'è conclusa con l'amara constatazione per cui, mentre in Europa, in Asia, in Africa e nelle Americhe si compiono passi sempre più incalzanti verso un Rinascimento Nucleare, l'Italia rimane a dormire, lasciandosi cucire addosso i panni del "vero terzo mondo".

    Al termine della visita, che si è svolta anche sulla sommità del reattore, laddove si può osservare le barre di fissile attraverso l'acqua della piscina, siamo stati sottoposti ad un controllo a campione di contaminazione materiale, che si è associato ad una dosimetria di routine per due persone statisticamente rappresentative del nostro gruppo.
 

Segni di speranza dal Senato
 

    Pochi giorni dopo quello in cui, amareggiati, parlavamo delle sorti della penisola "denuclearizzata", e ricordavamo come l'Italia abbia tuttavia brillato per capacità innovativa anche in questo settore, il Senato della Repubblica entrava nel merito, seppur marginalmente, grazie agli interventi di alcuni senatori nella Discussione del Disegno di Legge n. 1649 ("Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 18 giugno 2007, n. 73, recante misure urgenti per l' attuazione di disposizioni comunitarie in materia di liberalizzazione dei mercati dell' energia").

    Accogliamo con piacere gli interventi qui riportati, sebbene evidenzino un approccio superficiale al problema della crisi economica ed energetica mondiale, poiché si "osa" sì difendere il nucleare, ma soltanto perché unico settore compatibile con gli obiettivi di riduzione dei cosiddetti gas ad effetto serra, oppure perché nella competizione creata dal paradigma liberista l'Italia (o anche l'Europa) non potrebbe reggere senza di esso.

    Già nella scorsa primavera, nell'aula del Senato la parola "nucleare" aveva risuonato, in occasione della presentazione di emendamenti ad un'altro atto (Disegno di Legge n. 691) riguardante la liberalizzazione del settore energetico. Questo disegno di legge, emendato in modo da sollecitare maggiori finanziamenti alla ricerca scientifica e tecnologica (ENEA, CNR, CESI e Istituto Promozione Industriale), e riaprire alla costruzione di centrali sul suolo nazionale (implicitamente indicata dall'espressione "centrali a combustibile nucleare localizzate in ambito comunitario") è ora passato alla Camera, e dovremo attendere almeno il mese di settembre per conoscere l'esito dello scontro tra i pochi sostenitori del nucleare e i tanti che vi si oppongono accanitamente.

 

 

L'imperativo morale


    Durante il tradizionale Angelus del 29 luglio 2007, Papa Benedetto XVI ha espresso in modo inequivocabile un appello alla ripresa del nucleare civile, quale complemento necessario alla riduzione degli armamenti atomici.

    Dopo aver ricordato il 50mo anniversario dell'entrata in vigore dello statuto dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica, creata per "sollecitare ed accrescere il contributo dell'energia atomica alle cause della pace, della salute e della prosperità in tutto il mondo" (art. II), ha affermato l'urgenza di un freno alla proliferazione delle armi nucleari, da associare al progresso nell'uso pacifico e sicuro della tecnologia nucleare, "per un autentico sviluppo, rispettoso dell'ambiente e sempre attento alle popolazioni più svantaggiate".

    Quindi ha terminato auspicando che "vadano a buon fine gli sforzi di coloro che lavorano per perseguire con determinazione questi tre obiettivi, nell'intento di far sì che le risorse in tal modo risparmiate possano essere impiegate in progetti di sviluppo a vantaggio di tutti gli abitanti e, in primo luogo, dei più poveri".
 

    Il disegno di Bertrand Russell, il quale, sempre puntando alla realizzazione dell'utopistico Governo Mondiale, negli anni Quaranta aveva suggerito il bombardamento nucleare della Unione Sovietica e negli anni Sessanta aveva adattato la sua strategia ponendosi tra i propugnatori del pacifismo anti-nucleare coerente con la guerra fredda, è sempre più messo in discussione.

    Chiedere ai Paesi poveri di non dotarsi di centrali nucleari, per evitare che confezionino anche la bomba, ha funzionato per lungo tempo;se l'equazione "centrali=bombe" continua ad avere il suo mordente da guerra psicologica, è anche sempre più evidente che si tratta di una frode.

    Chiedere ai Paesi in via di sviluppo di rinunciare integralmente al nucleare, è come imporre loro miseria su miseria; chiedere che si
concentrino sulle applicazioni civili, è altra cosa. E questo è il chiaro senso dell'appello di Papa Ratzinger.

    Coloro in preda al flirt sessantottino con il culto ecologista, dovrebbero oggi accogliere questo discorso di rottura, e riconoscere che non v'è separazione tra mondo dello spirito (delle idee, delle leggi dell'Universo, del divino, o come dir si voglia) e mondo cosiddetto concreto (dei fenomeni, delle cose, del materiale, del qui, ecc.). Non v'è, infatti, netta separazione tra naturale e artificiale.

    L'uomo è imago viva Dei; ha il compito morale di accrescere la propria scienza e il proprio dominio sulla natura, per padroneggiare sempre meglio i processi naturali e piegarli a proprio vantaggio e della natura.

    Ecco ciò che rende degna ogni attività umana che contribuisce al Bene Comune, e delegittima le altre. Ecco la "dignità dell'uomo", la cui piena comprensione durante il Rinascimento (vedi ad es. l'Oratio de Hominis Dignitate, di Giovanni Pico della Mirandola, 1486) costituì il vero centro propulsore della rivoluzione che ha liberato l'uomo dalle paludi del medioevo.

    Nella storia, è vero, non si torna mai indietro. Tuttavia, se non vogliamo sprofondare in un'epoca buia simile, è bene partecipare al Rinascimento Nucleare.

    Ora che il nucleare è ufficialmente benedetto, gli Italiani non hanno più scuse per insistere sulla strada del peccato.

 

 

 


 

 

APPROFONDIMENTI:

Caratteristiche tecniche del reattore TRIGA, LENA, Università di Pavia.
 

Il Nucleare al Senato

https://archive.movisol.org/senatonuc.htm#discuss

https://archive.movisol.org/senatonuc.htm.htm#emend

 

Il LaRouche PAC sul ritorno dell'Italia nell'Era Nucleare:

Dopo 21 anni, l'Italia potrebbe tornare a costruire centrali nucleari, LaRouche PAC, 15.5.2007.

L'Italia fa dietro front: è ora in favore delle centrali nucleari, LaRouche PAC, 11.7.2007.

 

Dal movimento di Lyndon LaRouche, sul nucleare in generale:

Il mondo potrebbe costruire in media 5 reattori nucleari al giorno!, LaRouche PAC, 7.7.2007.

James Muckerheide, Come costruire 6000 centrali nucleari entro il 2050, 21st Century Science and Technology, Primavera 2005.

Marjorie Mazel Hecht, Come costruire 6000 centrali nucleari, 21st Century Science and Technology, Primavera 2005.

Il Rinascimento Nucleare Globale, dossier in continuo aggiornamento del LaRouche PAC.

 





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