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Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà

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Un "New Deal" politico ed economico per l’intera regione mediorientale

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Caso Moro: verità e giustizia per riscattare il paese

 

Gli esperti concordano: Moro fu ucciso da un'intelligence straniera

20 maggio 2006 – Il 9 maggio scorso si è tenuta un'importante conferenza sul caso Moro a Oriolo Romano, indetta dall'”Archivio Flamigni”, un centro di documentazione sponsorizzato dall'amministrazione provinciale di Viterbo. L'Archivio contiene i documenti raccolti negli anni dall'ex senatore Sergio Flamigni, il massimo esperto sulla vicenda Moro. Oltre allo stesso Flamigni, i relatori erano il giudice Rosario Priore e lo storico Giuseppe De Lutiis. L'Archivio Flamigni organizzerà ogni anno due conferenze, negli anniversari del rapimento e della morte dello statista democristiano. Lo scopo dell'iniziativa è quello di tenere vivo il ricordo del più grave attacco terroristico contro lo stato italiano e esercitare pressione perché la verità venga a galla.

Come il sen. Flamigni ha sottolineato, nonostante tutti i processi finora celebratisi sul caso Moro, numerosi sono i misteri ancora da chiarire. Alla luce del lavoro compiuto dalla Commissione Stragi, presieduta dal sen. Giovanni Pellegrino, gli esperti sono convinti che negli ultimi giorni del rapimento, un “servizio segreto straniero” prese in mano la faccenda, allo scopo di trattare con le Brigate Rosse il rilascio di Moro e la consegna delle carte, con il memoriale e i documenti probabilmente trafugati dallo studio di Moro e dal ministero della Difesa. Ma poi, all'ultimo momento, fu presa la decisione di uccidere Moro. “Mi avevano promesso che l'avrebbero salvato”, disse Cossiga sbiancando in volto, all'annuncio del ritrovamento del cadavere di Moro, il 9 maggio. In seguito, Cossiga ha rivelato al sen. Pellegrino che il servizio segreto in questione era il Mossad.

Il dott. Priore, che condusse diverse inchieste sul caso Moro, oltre a quelle famose su Ali Agca e su Ustica, ha smesso le vesti del magistrato per suggerire l'adozione di un “approccio storico-politico”. In primo piano, ha sottolineato Priore, c'è certamente la “conventio ad excludendum” che Moro intendeva sciogliere, nei confronti di una partecipazione del PCI ad un governo democratico. Nel contesto della divisione del mondo nei due blocchi, le potenze occidentali vedevano con “terrore” l'idea che qualche ministro comunista potesse consegnare segreti militari a Mosca. Allo stesso tempo, sarebbe infantile continuare a sostenere un approccio manicheo, secondo cui “è stata la CIA” o “è stato il KGB”. Ad esempio, persino un leader delle BR come Senzani aveva indicato l'esistenza di “un terzo giocatore” nel terrorismo italiano, e cioè la Francia di Mitterrand. E la politica filoaraba di Moro aveva trovato nemici in Israele, il che spiega perché una fazione del Mossad fosse ostile a Moro. “Se vi faccio l'elenco di tutti i i tentativi degli israeliani di compiere attentati sul nostro territorio, voi restate sconcertati”, ha affermato Priore, sottolineando la continuità della politica estera e di intelligence perseguita dalle potenze europee nei secoli XIX e XX.

Il terzo relatore, il prof. De Lutiis, ha esplorato altri aspetti oscuri del caso Moro, riguardanti le complicità tra le BR, la criminalità organizzata e i servizi segreti. Egli ha collocato l'assassinio di Moro nel contesto di una lunga catena di omicidi politici: a partire dalla morte di Enrico Mattei nel 1962, “che oggi sappiamo con esattezza trattarsi di un assassinio”, seguita da quella di Kennedy, di Lumumba, Martin Luther King e Robert Kennedy. “Tutte queste persone avevano raggiunto un livello di governo o di influenza che avrebbe potuto cambiare la politica di grandi maesi nella direzione di autonomia nazionale e a favore dei diritti dei paesi più poveri”, ha detto De Lutiis.

Due ospiti tra il pubblico, il regista Giuseppe Ferrara, che ha girato il famoso film con Gian Maria Volontè, e l'ammiraglio ed ex parlamentare Falco Accame, hanno consegnato all'Archivio Flamigni la loro documentazione. L'archivio contiene anche le pubblicazioni dell'EIR e il famoso dossier del POE del 1978, intitolato “Chi ha ucciso Aldo Moro”.

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