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D O S S I E R 11/9 |
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Zbigniew Brzezinski & l11 settembre LaRouche: Lo scopo del terrore è indurre il governo USA alla fuga in avanti. Gli USA minacciati dal nemico interno I leader europei contro la fuga in avanti LaRouche agli americani: Alcune domande che attendono una risposta Qualche aspetto del fallimento dell'intelligence USA Il sistema economico finanziario è andato in frantumi prima dell11 settembre Intervista a LaRouche: Questa è unoperazione stratetica coperta contro gli USA" (12 settembre) Intervista a LaRouche 11.9.2001, mentre si stava verificando la tragedia del WTC e del Pentagono Intervista allesperto russo Kosyakov: nuovi attentati negli USA? (14 settembre)Radio Radicale intervista Lyndon LaRouche 20 settembre 2001 |
LaRouche: Al momento in cui si sono verificati gli episodi di terrorismo a New York e a Washington, nella mattinata dell11 settembre, il candidato democratico alla Presidenza USA Lyndon LaRouche stava dando unintervista in diretta alla radio K-Talk di Salt Lake City che è ascoltata in tutti gli USA. In precenza LaRouche aveva previsto unondata di terrorismo in coincidenza con laggravarsi della crisi del sistema finanziario, ormai entrata nella fase finale. Nel corso dellintervista LaRouche ha sottolineato questi punti principali: - Trattandosi di unoperazione enorme, certamente qualcosa di più di un semplice atto terroristico, è necessaria una cooperazione internazionale tra i governi per ristabilire il controllo. LaRouche ha fatto appello al Presidente Bush affinché prenda contatto immediamente il Presidente russo Putin e con i leader in Europa, in Giappone ed in Cina e stabilire insieme a loro consultazioni miranti a ristabilire il controllo sulla situazione. Ovviamente LaRouche ha offerto al Presidente degli USA la sua disponibilità a consigliarlo in questa emergenza. È stato posto un quesito fondamentale. Chi dispone della capacità di condurre operazioni così sofisticate contro gli Stati Uniti? Si tratta infatti di unoperazione che secondo esperti di sicurezza va ben oltre la semplice capacità di una qualsiasi organizzazione terroristica normale, tenuto conto delle strutture logistiche necessarie, i lunghi addestramenti, e il personale specializzato che unoperazione del genere richiede. LaRouche ha risposto che Lintenzione e la capacità di compiere tutto questo non provengono dal mondo arabo. A qualcuno piacerebbe che gli Stati Uniti si mettano in guerra contro il mondo arabo. Gente come Samuel Huntington, lautore de «Lo scontro delle civiltà». Si tratta chiaramente di unintenzione di ordine geopolitico. LaRouche ha poi toccato un argomento che è stato sollevato successivamente anche da funzionari governativi, in Europa ed altrove: Doverano gli enti preposti alla sorveglianza?. Secondo LaRouche: Si è trattata di incompetenza vera e propria o di un addomesticamento dellintero apparato della sicurezza, perché cose del genere non possono succedere a meno che lapparato di sicurezza non è un pasticcio completo. Quindi qualcuno che era responsabile della sicurezza in effetti non è stato affatto responsabile. A proposito del pericolo che certi ambienti statunitensi possano sfruttare il panico in cui è piombata la popolazione americana per imporre la legge marziale, se non un vero e proprio regime autoritario, LaRouche ha commentato: Ci sono delle cose che vanno corrette al più presto, ma senza panico. Gli Stati Uniti hanno bisogno di un Franklin D. Roosevelt. Non abbiamo nulla di cui temere se non la paura stessa. Le guerre non si vincono con il panico o con la fuga in avanti. Occorre mantenere la calma. Nelle prossime ore lesistenza degli Stati Uniti è in pericolo. Sarebbe un errore ricorrere alla legge Marziale. Occorre una mobilitazione perché gli Stati Uniti siano veramente allerta, ma non la legge marziale. LaRouche ha quindi indicato le ragioni della crisi in corso: Il sistema finanziario sta crollando, questo è quello che sta ora accadendo. Siamo finiti in questo guaio a causa delle istituzioni del governo. Nessuno badava a ciò che stava realmente accadendo per cui ci siamo esposti a questa grave crisi. Ciò che dobbiamo fare ora è eliminare le cause a lungo e a medio termine che hanno determinato questa crisi. Oltre ai necessari cambiamenti nelle istituzioni USA, LaRouche ha fatto anche rifermento alla proposta di cui è da tempo promotore, un nuovo sistema di Bretton Woods capace di soppiantare lattuale sistema del FMI, finito irrimediabilmente in bancarotta, e fondare così un Nuovo Ordine Economico Mondiale Giusto in cui si promuova la realizzazione di grandi progetti infrastrutturali internazionali, come il Ponte di Sviluppo Eurasiatico, affinché si instauri La pace attraverso lo sviluppo.
[Solidarietà, anno IX n. 3, settembre 2001]
Gli USA minacciati dal nemico interno La maggior parte degli specialisti consultati dalla rivista EIR nei giorni successivi all11 settembre, negli USA, in Europa ed in Asia ha confermato questi punti essenziali: I fatti dell11 settembre non avrebbero potuto aver luogo senza complicità ad alto livello e ben radicate nelle istituzioni USA; la fissazione sui terroristi arabi distoglie lattenzione dai veri mandanti del crimine; cè da temere il verificarsi di nuovi attacchi altrettanto spettacolari. Secondo questi esperti non cè nessuna organizzazione islamica che disponga delle capacità enormi esibite così spettacolarmente. Generalmente si stima che 1) la durata dei preparativi degli attentati sia stata di almeno sei mesi; 2) almeno 25 persone abbiano compiuto loperazione, ma dietro di loro deve essere stata attiva una schiera di almeno 200 persone, che hanno collaborato in diversi modi; 3) le organizzazioni terroristiche sono necessariamente sotto il controllo dei servizi. Non si tratta necessariamente di un controllo operativo diretto, ma di un controllo del quadro generale. Secondo questi esperti occorre un concorso di elementi allinterno delle strutture governative, dei servizi e dei militari. In modo simile ha valutato la situazione Mikhail Magrelov alla televisione russa NTV il 14 settembre. Magrelov è vice presidente della Commissione Affari Esteri del Consiglio della Federazione Russa, un esperto di intelligence. Ha notato come il dirottamento quasi simultaneo di diversi aerei con piloti ben preparati, la contemporanea paralisi dei sistemi di controllo aereo e la perfezione dellimpatto degli aerei per infliggere il massimo danno possibile, assumono i contorni di una cospirazione altamente pianificata, in cui traspare più la specializzazione dei servizi che quella dei terroristi. Anche se Osama Bin Laden o entità di stati stranieri avessero delle loro responsabilità nella vicenda, in ogni caso questi sarebbero solo alcuni anelli in una catena che ha pianificato e organizzato il misfatto, che si colloca ben al di sopra di un singolo stato e che deve essere ancora identificata. In una intervista allagenzia semi-istituzionale russa Strana.ru del 13 settembre, il direttore dellIstituto per gli Studi Strategici Russo Yevgeny Kozhokin ha detto di temere linsabbiamento: Riuscire a fare luce piena su questo avvenimento sarà una questione difficile. È possibile che il mondo non verrà mai a sapere certe cose. La ragione è semplice: è possibile che oltre agli esecutori vi sia tutta una serie di altre persone implicate sul conto delle quali non si saprà nulla. Parlo della gente che ha preso parte ai preparativi e che verrà eliminata ... da coloro che hanno tutto linteresse a fare in modo che lidentità di chi indirettamente ha ordinato lattacco non sia mai resa nota ... Se poi risulta che lattacco è stato preparato da una qualche setta o gruppo terroristico negli USA ... come ad esempio lamericano DOC Thymoty McVeigh ... allora abbiamo un secondo problema complesso, che riguarda la politica interna degli USA, ha spiegato Kozhokin. Sempre su Strana.ru è apparsa il 14 settembre unintervista a Andrei Kosyakov, ex assistente del Presidente alla Sottocommissione sui servizi del Soviet Supremo della Russia (1991-1993). La teoria dei terroristi arabi è respinta come un depistaggio da Kosyakov, che pone in rilievo come necessariamente abbiano dovuto partecipare alloperazione numerosi specialisti impegnati per un periodo molto lungo. Daltra parte tutti i partecipanti diretti erano pronti al martirio, non è gente facile da trovare ... Nessun servizio segreto nazionale accetterebbe tante perdite. I loro agenti sono addestrati in maniera diversa ... Kosyakov nota anche che alcuni passeggeri, tra i quali un giornalista professionista, hanno notificato il dirottamento dellaereo a bordo del quale si trovavano, ma nessuno di loro ha descritto in alcun modo i terroristi, il loro accento, la pronuncia; non cera in loro nulla che quei passeggeri abbiano notato. Bisogna dunque supporre che il loro aspetto fosse occidentale. Kosyakov nota anche che è stata lasciata intenzionalmente una traccia un po troppo visibile: unauto noleggiata piena di copie del Corano e di manuali di volo in lingua araba, abbandonata nei pressi dellaeroporto. Notate bene: non cè stata nessuna organizzazione che abbia rivendicato lattentato e ciò vuol dire che i mandanti vogliono tenere segreta la loro identità. Visto tanta professionalità, come si spiega un tale errore che contrasta palesemente con la cura dei dettagli? Tutto ciò indica un tentativo di depistaggio. I servizi segreti non si preoccupano di americani ed europei, ma cercano piuttosto gli arabi. Kosyakov ha continuato: Purtroppo credo che dobbiamo prepararci a nuove azioni terroristiche, in forma diversa ma altrettanto gravi ... Secondo le nostre valutazioni una nave potrebbe essere usata per speronare infrastrutture idroelettriche. Immaginate una diga sfondata da una nave passeggeri o da una petroliera ... Inonderebbe un paio di città con una popolazione di un milione e mezzo, col petrolio che brucia in superficie. Oppure, le linee ferroviarie sotto il fiume Hudson, che potrebbero essere fatte saltare da sopra o da sotto. Lacqua si riverserebbe nei tunnel ... Voglio ripeterlo: il fatto che i terroristi non rivendicano la paternità dellattentato ci dice che pianificano di colpire di nuovo. Il 13 settembre lex agente della CIA Milt Beardon, che negli anni Ottanta fu addestratore dei Mujaheddin in Afghanistan, ha spiegato alla CBS-TV che attorno a Bin Laden è stato creato un mito tale per cui egli sarebbe responsabile di tutto. Quando gli anglo-americani cominciarono a ridurre il sostegno ai Mujaheddin impegnati contro lArmata Rossa, formazioni e strutture logistiche di quelle operazioni furono mantenute in piedi ma in forma coperta, dando vita al fenomeno degli afgantsi. Molte formazioni sono rimaste attive, ma hanno issato bandiera falsa.
[Solidarietà, anno IX n. 3, settembre 2001]
I leader europei contro la fuga in avanti Rispondendo al coro dei mass media americani che chiedono vendetta e alla dichiarazione dellamministrazione Bush di essere in guerra, personalità politiche europee hanno invitato a non trarre conclusioni affrettate, prima di disporre dei risultati attendibili dalle indagini sui avvenimenti del 1 settembre. Giulio Andreotti ha detto in unintervista al Corriere della Sera del 13 settembre di non poter accettare lidea che Osama Bin Laden sia lautore di quei misfatti Sapevo che tutti, proprio tutti, l avevano aiutato ai tempi in cui combatteva l invasione russa in Afghanistan, ha detto lex Presidente del Consiglio, ma pensavo che negli ultimi anni fosse diventato una specie di capro espiatorio, che lo tirassero in mezz o quando non si sapeva bene a chi dare la colpa. Invece, ha certamente alle spalle un grande potere economico e finanziario, aveva anche uffici a Londra, fino a poco tempo fa. Il problema, adesso, è capire se davvero Bin Laden sta combattendo una Crociata solitaria. Per questo, sostiene Andreotti, ci vorrà del tempo prima di poter puntare il dito soltanto su di lui...Il rischio è che sulla base di una presunzione si inneschino reazioni a catena, non si colpiscano i veri obiettivi. Piuttosto riflette il senatore a vita mi chiedo chi abbia aiutato i terroristi negli Stati Uniti. Devono aver avuto un supporto notevole, in loco. Questa è gente che ha pilotato un aereo, che ha calcolato i tempi per arrivare dritta dritta in tv, non sono turisti improvvisati. Il terrorismo non cresce solo al di qua dellOceano, gli americani hanno già avuto Oklahoma City, non dimentichiamolo. Lex ministro degli Esteri Klaus Kinkel ha dato interviste alla radio ed alla stampa il 13 settembre in cui fa presente che una cosa è la solidarietà fondamentale con gli USA, espressa invocando larticolo 5 del Trattato della NATO, e una cosa ben diversa è giungere a delle conclusioni affrettate sui responsabili delle azioni terroristiche. Devessere pienamente dimostrato, ha detto Kinkel, che si tratta di un attacco diretto dallestero contro gli USA, e non si può trascurare il fatto che negli Stati Uniti sia esistita uninfrastruttura terroristica, dove frange della milizia mantengono collegamenti con ufficiali in servizio. Occorre essere molto cauti nellimpiegare il termine guerra, ha detto Kinkel, perché è necessario evitare uno scontro delle civiltà. Lex cancelliere Helmut Schmidt ha firmato un editoriale per il settimanale Die Zeit in cui afferma: È urgente che i governi, quello americano e anche quelli europei, non cadano nella trappola delle voci finendo per prendersela con falsi colpevoli. Dichiarazioni simili sono state fatte dai ministri degli Esteri e della Difesa di Francia e Germania, Italia, Austria, Belgio e Danimarca. Nellintervista che ha dato a Il Nuovo il 14 settembre, Andreotti ha criticato il ricorso allarticolo 5 del Trattato della NATO perché si rischia di legittimizzare il terrorismo, chiedendosi: Siamo sicuri che i terroristi non aspettino proprio questo? Dopo un invito a non perdere la testa, anche in una situazione così difficile, Andreotti ha proposto una maggiore cooperazione internazionale ai vertici della polizia, piuttosto che una risposta militare. Sono iniziative che possono essere discusse alla prossima Assemblea Generale dellONU. Per quanto riguarda le chiare prove delle responsabilità di Osama Bin Laden negli attentati, esperti del settore in Europa si sono detti chiaramente non convinti. Juergen Storbeck, direttore di Europol, ha detto al Daily Telegraph del 15 settembre che Bin Laden non è automaticamente il leader di ogni azione terroristica condotta in nome dellIslam. Forse ha avuto una sua influenza, ma forse non è colui che decide ogni azione e controlla ogni piano in dettaglio. Per quanto riguarda lidea che dallAfghanistan abbia potuto controllare lultima fase delloperazione è qualcosa che non si può ammettere senza sollevare tante riserve. Anche il procuratore capo federale Kay Nehm, che ha diretto le indagini sulle reti arabe clandestine in Germania, ha detto chiaramente che non ci sono prove concrete a carico di Bin Laden. Alcuni quotidiani tedeschi e svizzeri hanno riferito indiscrezioni dei servizi tedeschi per i quali quello di Bin Laden è solo uno dei gruppi islamici sospettati e che è necessario approfondire le indagini sui collegamenti che passano per Baku, in Azerbaijan, dove convergono formazioni dellAsia Centrale, del Caucaso e del Medio Oriente.
[Solidarietà, anno IX n. 3, settembre 2001]
Mubarak: parlo da ex pilota Nellintervista data alla CNN il 15 settembre il Presidente egiziano Hosni Mubarak ha ricordato le occasioni diverse in cui dal 1991 ha ripetuto che i governi debbono prendere sul serio la minaccia terroristica ed ha deprecato il fatto di essere rimasto inascoltato. Ha poi sottolineato la natura straordinaria della tragedia dell11 settembre: Prendiamo delle precauzioni a terra, possono verificarsi dei dirottamenti ... o altro ... ma nessuno poteva prevedere luso di aerei di linea da schiantare contro le torri e il Pentagono. Chi lo ha fatto deve aver volato in quellaerea a lungo. Ad esempio, il Pentagono non è molto alto, per colpirlo direttamente un pilota deve aver volato nella zona in modo da conoscere gli ostacoli che rischiava di incontrare. Qualcuno ha studiato loperazione molto a lungo ed ha volato in quella zona a lungo. Gli è stato chiesto se intendesse dire che loperazione è interna agli USA e chi poteva esservi dietro. Mubarak ha risposto criticando lassioma secondo cui deve trattarsi necessariamente di arabi. Ricordate Oklahoma, dissero subito che erano stati gli arabi, mentre non furono gli arabi. Aspettiamo di vedere i risultati delle indagini, perché qualcosa del genere fatto agli USA non è una cosa semplice. Riferendosi alladdestramento dei piloti ha spiegato: Si dice che molti piloti siano stati addestrati in Florida; cè tanta gente che va al corso per avere un brevetto per volare, e dunque ci sarebbe tanta gente in grado di unazione di quel tipo. Io parlo come ex pilota. Lo so benissimo perché ho pilotato aerei molto pesanti, ho pilotato i caccia e so benissimo che non è una cosa facile, e che non è il caso di trarre le conclusioni troppo facilmente. Mubarak ha anche messo sullavviso i governi a non dare asilo ai terroristi ed ha ripetuto questi argomenti in unintervista successiva alla NBC il giorno dopo. |
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