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Bush tra Pinocchio e Pinochet

(tratto dal Pamphlet del LaRouchePAC "Bush' Social Security Privatization Foot in the Door for Fascism" del dicembre 2004)

Menzogna Nr. 1: "Il presidente Bush non ha mai parlato di 'privatizzazione', vuole solo rafforzare il sistema previdenziale. L'allarmismo dei suoi oppositori è pretestuoso".

In realtà: Questo è stato lo slogan ripetuto molte volte durante la campagna elettorale; poi, il giorno dopo il voto del 2 novembre, Bush è venuto allo scoperto a chiedere la privatizzazione. I consiglieri che compongono la sua Commissione sulla Social Security, creata nel 2001, vi sono stati ammessi solo se espressamente favorevoli alla privatizzazione.

Menzogna Nr. 2: "Per garantire che i risparmi per la pensione d'anzianità non siano diretti verso altri programmi, il mio bilancio protegge tutto [...] il surplus della Social Security solo ed esclusivamente a tal fine" -- Discorso tenuto da Bush il 27 febbraio 2001 di fronte alle camere riunite del Congresso.

In realtà: Da allora, il bilancio di Bush ha attinto ben 509 miliardi dal surplus del Social Security Trust Fund, usandoli per le spese generali del bilancio federale, tra cui le guerre, e per poter concedere lauti sgravi fiscali agli americani più ricchi.
Sebbene sia normale che i fondi della Social Security siano investiti in titoli di stato, Bush e suo padre sono stati gli unici due presidenti che hanno sottratto tutto il surplus, fino all'ultimo dollaro, entrato nelle casse del fondo previdenziale durante il loro turno alla Casa Bianca. In un discorso al Senato, questo è stato giustamente definito dal sen. Harry Reid una "appropriazione indebita di denaro".

Menzogna Nr. 3: "Credo che qualche esponente del Congresso possa imparare qualcosa dal Cile, a proposito di come gestire il sistema pensionistico. La nostra Social Security ha bisogno di essere modernizzata" -- George Bush, in un discorso dell'aprile 2001 in Cile.

In realtà: La privatizzazione delle pensioni fu imposta al Cile dalla dittatura militare fascista del gen. Augusto Pinochet, che tra il 1973 ed il 1980 distrusse il movimento sindacale, ridusse i salari, esiliò o assassinò i leader dell'opposizione e vendette, sottocosto, le imprese statali a banchieri stranieri. Nel 1981, girò il fondo pensionistico pubblico a quegli stessi banchieri. Coloro che avevano un "conto privato", al posto della pensione pubblica, raggiunta l'età pensionabile finirono poi per accorgersi, nella stragrande maggioranza dei casi, che i contributi versati non bastavano nemmeno per la pensione minima, e dovettero rivolgersi allo stato per il sussidio dei poveri. La previdenza privata cilena è giudicata un fallimento dal governo cileno e persino dalla Banca Mondiale.
Altrettanto dicasi della privatizzazione effettuata dalla Thatcher in Inghilterra tra il 1984 e il 1988: Il numero di febbraio 2005 di "American Prospect" pubblica un lungo articolo di un esperto del "Financial Times", secondo cui "in media, trattenute e oneri riducono le pensioni percepite del 30%".

Menzogna Nr. 4: Il sistema previdenziale attualmente in vigore negli USA è un programma inventato nella Prussia del XIX secolo: impedisce ai dipendenti di "essere proprietari" dei fondi della propria pensione.

In realtà: Il sistema previdenziale USA, la Social Security, fu instaurato dal presidente Franklin D. Roosevelt in ottemperanza alla clausola della Costituzione che vincola a perseguire il General Welfare (il bene comune), e non il tornaconto degli "investitori privati". La Social Security salvò gli anziani dalla miseria in cui sarebbero finiti come conseguenza del tracollo del sistema degli "investimenti privati" che si verificò negli anni Venti. Secondo il principio del General Welfare, le generazioni più giovani provvedono a mantenere la base di sicurezza per quelle più anziane, proteggendole dalla povertà, e producono un surplus per lo sviluppo dei propri figli e nipoti.
La Social Security funziona egregiamente da settant'anni assistendo tre generazioni di pensionati per anzianità, disabili, ecc. Sono occorsi solo alcuni aggiustamenti marginali delle quote contributive trattenute dai salari perché disponesse dei mezzi per far fronte agli impegni futuri.
In una economia infestata da cima a fondo da debiti enormi e deficit mostruosi, il sistema previdenziale rappresenta un raro esempio di completa solvibilità. Non si può dire altrettando dei fondi privati. Tre quarti dei fondi pensionistici sponsorizzati dalle imprese sono stati da queste abbandonati e altri hanno i conti in rosso. La Social Security è tutt'ora solvibile e affidabile. Le sue pensioni, agganciate al costo della vita, sono più generose di quelle pagate dal sistema privato, come ad esempio quello inglese, quello texano (Galveston Plan) ecc. per non parlare di quello cileno che ha ridotto in miseria più della metà degli assistiti.

Menzogna Nr. 5: "Il governo degli Stati Uniti non è legalmente obbligato al versamento della pensione della Social Security agli anziani"

In realtà: L'obbligo del governo ad amministrare i fondi raccolti e pagare le pensioni è sancito dalla legge Social Security Act del 1935. Gli ideologhi conservatori del Cato Institute e simili sostengono una cosa del genere per spalleggiare l'attuale amministrazione che "prende a prestito" il denaro della Social Security senza restituirlo, e per distruggere il Social Security per motivi ideologici.

Menzogna Nr. 6: "La Social Security è in crisi. La crisi è immediata. Il deficit previdenziale è di 11 mila miliardi di dollari"

In realtà: La crisi vera è quella che travolge Wall Street, il dollaro, l'economia USA e quella mondiale, una crisi decisamente aggravata dalla politica economica seguita da Bush. Il sistema previdenziale di Roosevelt non è in crisi. Non c'è nessuno studio serio che accampi la cifra di 11 mila miliardi di dollari, e nemmeno una metà di questo.
Il problema è che gli sgravi fiscali ai ricchi, privati e imprese, e altre decisioni di Bush producono sul lungo termine un buco di 14 mila miliardi nel bilancio federale. Bush prevede di aumentare il debito di qualcosa tra i 2 e i 6 mila miliardi per i costi della privatizzazione della Social Security -- girando i proventi contributivi ai "conti privati" di Wall Street, e poi rivolgersi a Wall Street per prendere in prestito il denaro con cui tappare il buco.
Se l'amministrazione Bush la piantasse di alimentare il deficit e restituisse alla Social Security il denaro che le ha indebitamente sottratto, il sistema pensionistico resterebbe in attivo almeno per altri quarant'anni, persino senza alcun aumento delle quote contributive. Se il presidente rinunciasse ad una politica economica che mina sistematicamente l'occupazione, e si dedicasse a promuovere l'espansione delle attività che creano posti di lavoro nei settori ad alta tecnologia, il sistema pensionistico resterebbe completamente solvibile per tutto il secolo che abbiamo di fronte.

Menzogna Nr. 7: "Se non si privatizza subito la Social Security, nel prossimo decennio occorrerà aumentare le tasse, oppure indebitarsi nell'ordine delle migliaia di miliardi di dollari, oppure tagliare le pensioni".

In realtà: E' il solito ricatto di Wall Street che minaccia il taglio delle pensioni se i fondi previdenziali non vengono dati alle banche per sostenere le bolle finanziarie. Se si attua una politica di crescita, il sistema previdenziale continuerà a godere a tempo indefinito di ottima salute, pur ammettendo l'occasionale necessità di qualche modifica marginale.

Menzogna Nr. 8: "Wall Street non ha un grande interesse nella privatizzazione giacché otterrebbe solo poche decine di miliardi di dollari in un arco settantennale".

In realtà: Banche come JP Morgan Chase e State Street Bank sono le promotrici e finanziatrici del progetto di privatizzazione del sistema previdenziale promosso dal Cato Institute fin dal 1995. Uno studio del prof. Austen Goolsby, dell'Università del Missouri, stima che le banche potrebbero disporre di un minimo di 950 miliardi di dollari di contributi in settant'anni. Inoltre Wall Street potrebbe rastrellare miliardi di dollari con gli investimenti in borsa resi possibili da tali fondi.

Menzogna Nr. 9: "Nel loro primo contratto di lavoro i giovani possono scegliere a propria discrezione di depositare una parte dei versamenti in un conto privato d'investimento".

In realtà: Il tanto decantato modello cileno era obbligatorio per tutti i giovani: ad essi non era consentito adottare il sistema previdenziale preesistente.
Il ministro del Lavoro di Pinochet che ha privatizzato le pensioni in Cile dirige attualmente il Privatization Project del Cato Institute, la forza più attiva nel promuovere la privatizzazione previdenziale dell'amministrazione Bush. Il progetto del Cato Institute prevede che il deposito presso conti privati diventi obbligatorio entro pochi anni per tutti i dipendenti nati dopo il 1954, e prevede di girare ad un conto privato l'intero versamento, e non solo una percentuale di esso.
Questo è ciò che accadrà se Bush avrà mano libera. E' prevedibile il ricorso ad espedienti e pressioni incredibili per indurre i lavoratori ad abbandonare la Social Security e affidarsi alle banche di Wall Street. Perché? Il nuovo debito che Bush intende contrarre per privatizzare il sistema finirà per produrre la famosa crisi della Social Security che lui va tanto sbandierando.

Menzogna Nr. 10: "Per chi andrà in pensione tra qualche anno non cambierà niente, l'importo della pensione resta immutato".

In realtà: I pensionati appartenenti alla fascia media del reddito, composta dal 20% degli americani, subiranno, secondo la Commissione istituita da Bush, una riduzione del 6% della pensione nel corso dei primi dieci anni, del 10% nel decennio successivo e del 15% nel terzo decennio. Le cifre sono state calcolate dal Congress Budget Office e un portavoce della Commissione di Bush ha ammesso che le "pensioni aumenterebbero più lentanemente di oggi. Il divario può essere colmato dalle opportunità offerte dai conti privati". Lo stesso portavoce ha previsto che entro la metà del secolo la riforma prevede un taglio alle pensioni di 18 mila miliardi. Bush sa tutto questo da tre anni, da quando ha istitutito la sua commissione.
Ovviamente l'idea che i fondi diano ai lavoratori dividendi grazie alle speculazioni in borsa è da relegare nel paese dei balocchi. Dopo un'orgetta speculativa di breve durata, in cui si divideranno i fondi sottratti alla Social Security, il sistema pensionistico privato si rivelerà una truffa alla Enron, la famosa impresa elettrica che lasciò decine di migliaia di dipendenti con il conto previdenziale vuoto, avendo pagato i contributi pensionistici con le sue azioni che sono improvvisamente scese a zero.

Menzogna Nr. 11: "I nuovi lavoratori dipendenti otterranno un conto privato che il governo non potrà loro sottrarre".

In realtà: L'amministrazione Bush ha già sottratto al fondo della Social Security più di 500 miliardi, ma la Social Security continua a garantire la pensione ai suoi assistiti. Invece, un crollo più che prevedibile dei titoli di Wall Street, dove speculano i fondi privati, comporterà automaticamente una perdita irrimediabile nel conto degli assistiti.

Menzogna Nr. 12: "Investimenti in azioni comportano alti dividendi sul lungo periodo. Secondo il principio degli interessi compositi, i lavoratori più giovani otterranno un profitto maggiore sui propri depositi pensionsitici".

In realtà: Se il gettito contributivo riscosso dalla Social Security negli ultimi cinque anni fosse stato sistematicamente investito nelle azioni che compongono l'indice Standard&Poor's 500, i contribuenti al fondo previdenziale avrebbero subito una perdita netta del loro capitale, secondo le stime della stessa Standard and Poor's.
Questa è la già accennata sindrome Enron per le pensioni private. Un terzo degli americani interpellati sostiene di aver registrato perdite per i contributi pensionistici accantonati in conti privati -- i piani denominati 401 (k).
Invece, il fondo della Social Security accumula già annualmente interessi compositi sugli investimenti in titoli del tesoro.


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